Giro di vite dopo il caos di Flavia Amabile

Giro di vite dopo il caos il caso bufera asarno Giro di vite dopo il caos Così cambiano i vertici dei soccorsi SARNO (Salerno) DAL NOSTRO INVIATO Due giorni fa, al termine della visita a Sarno, Massimo D'Alema ha chiamato al telefono il sottosegretario Enrico Micheli e gli ha spiegato con estrema chiarezza che le vittime del fango non avevano bisogno né di cibo, né di vestiti, ma di soccorsi organizzati e efficienti e che il governo doveva immediatamente intervenire. Non è chiaro se sia stata questa telefonata, come affermano i dirigenti del pds locale, oppure se il caos della macchina organizzativa fosse ormai giunto al punto di non ritorno anche per la Protezione civile. In ogni caso, due sére fa il sottosegretario alla Protezione Civile, Franco Barberi, è salito in auto e si è recato a Sarno. E' giunto intorno alle undici. Si è immediatamente chiuso in una stanza con i responsabili locali del Dipartimento, Cosimo Golizia e Piero Moscardini. A loro ha comunicato la nuova distribuzione dei poteri: cancellato il Com di Nocera Inferiore, il centro che avrebbe dovuto coordinare i soccorsi, costituito appena quattro ore prima, a oltre due giorni da quando vi sarebbe stato bisogno della sua attività. Cancellato anche il Coc di Sarno, il centro di soccorsi con competenza comunale del paese maggiormente colpito dalla valanga di fango. Al loro posto veniva istituito il Com di Sarno. «Ho scaricato il sindaco di Sarno, Gerardo Basile», aveva da poco spiegato senza mezzi termini il prefetto di Salerno Natale D'Agostino in un'intervista al quotidiano «Il Mattino». Il sottosegretario Barberi utilizza una terminologia diversa: «Il sindaco verrà affiancato da un tecnico della Protezione Civile». Lo stesso sarebbe avvenuto a Bracigliano, Siano, Quindici, gli altri centri colpiti dalla valanga di fango. Sistemata la questione dei poteri, nella riunione della notte tra giovedì e ve- nerdì si affronta il problema dell'incredibile girandola di cifre esistente sul numero dei dispersi: secondo Sarno anche 300, secondo Barberi non più di 120. E' evidente che qualcosa non va e lo diventa anche di più quando un maresciallo dei carabinieri dato per disperso si presenta due giorni fa negli uffici del Com di Sarno e dichiara non solo di essere vivo, ma di stare lavorando da due giorni insieme con gli altri volontari. Lo stesso avviene con un giovane di 28 anni, Francesco Molisse. Il dubbio è che le liste fornite dal comune di Sarno presentino sovrapposizioni e errori tali da gonfiarle. A quel punto si decide di fare un appello alla popolazione a ripetere le segnalazioni dei dispersi, ma soltanto al Com, e a coloro che si sono salvati di farlo sapere, ancora al Com. La stessa vaghezza circonda il numero delle vittime. Nemmeno di queste si conosce la cifra esatta. «Esiste ancora un 5% di territorio non raggiunto», spiega Piero Moscardini. E non si sa quando potrà es- serio. Ieri il sottosegretario Barberi, a una domanda dei giornalisti, ha infatti dovuto ammettere che «potrebbero passare settimane» prima di tirare fuori dalla marea di fango tutti i morti. La riunione termina alle due di notte. Quattro ore e mezzo dopo viene convocata una nuova riunione a Sarno, seguita da un'altra alle dieci. Nel frattempo, a Roma, il capo del dipartimento della Protezione Civile, Andrea Todisco, spiega che la Protezione Civile prende atto del «carente coordinamento» della macchina dei soccorsi nelle zone del disastro della Campania e ha deciso di «prendere in mano direttamente la situazione, istituendo i centri operativi misti a Sarno e Quindici, affidati a funzionari di grande esperienza». A Sanio, invece, il sottosegretario Barberi, terminata la riunione, si reca negli altri tre Comuni dove il sindaco dovrà essere affiancato da un funzionario della Protezione Civile. Nel centro più colpito dalla valanga di fango resta Moscardini a spiegare tutte le difficoltà dell'intervento dei soccorsi. «Questo è il terremoto vero», afferma, e Moscardini di terremoti se ne intende: ha gestito per oltre sei mesi l'emergenza di Nocera Umbra. Il primo problema incontrato nel mettere in moto la macchina martedì scorso - spiega - è stato «il fatto che in un luogo di 31 mila abitanti come Sarno non vi sia una caserma dei Vigili del Fuoco. I Vigili sono dovuti intervenire da Napoli e Avellino». Poi, la eccezionalità dell'evento: «E' la prima volta in Italia che una massa così enorme di fango si riversa su una zona limitata di territorio» dove, per di più è «difficile intervenire, ed è impossibile procedere velocemente». Gli ostacoli sono tanti: basti pensare che la zona è ora coperta da una enorme nuvola di polvere per l'azione delle scavatrici, delle pale e dei picconi. L'aria è irrespirabile e tre soccorritori ieri sono anche stati colpiti da un leggero soffocamento. Flavia Amabile Intervento della Protezione civile Si temono errori anche negli elenchi delle persone che erano date per disperse Militari americani collaborano alle operazioni di soccorso