Il tasso immobile fa bene al mattone

Il tasso immobile fa bene al mattone La convergenza verso il basso degli interessi dei titoli pubblici rende più appetibili le locazione, mentre la divisa unica facilita le compravendite nei Paesi europei. Il quadro dei regimi'fiscali?, Il tasso immobile fa bene al mattone LA moneta unica è destinata a influenzare anche l'andamento del mercato immobiliare. Euro, infatti, significa tre cose: — inflazione sotto controllo — tassi dei mutui ridotti — bassi rendimenti di obbligazioni e titoli di Stato. INDEBITAMENTO Sull'inflazione c'è poco da dire: nel corso di questi anni abbiamo visto molte statistiche tese a dimostrare che il mercato del mattone è favorito dal crescere dell'inflazione e altrettante (magari delle medesime fonti e riaggiustate a distanza di mesi) che invece dimostravano inequivocabilmente il contrario, per cui non vale la pena di dare credito né all'una né all'altra corrente di pensiero. E' molto più sicuro, invece, che gli altri due fattori influenzeranno decisamente il mercato. Su come cambieranno i mutui parliamo a pagina 5. Qui ci preme, però, sottolineare come 1 effetto combinato di tassi attorno al 5% (a tanto dovrebbero scendere i finanziamenti variabili nei prossimi mesi) e la prospettiva di stabilità economica e monetaria pos¬ sano consentire ai giovani di indebitarsi per venti o più anni, finanziando l'acquisto con rate non più alte del canone di affitto. MOBILITA' Ciò non significa necessariamente il tramonto della locazione: è, al contrario, prevedibile, soprattutto nelle grandi città, un risveglio della domanda di affitti dovuto all'aumento della mobilità, indotto anche dall'integrazione europea, così come la domanda di affitti di breve durata nelle città d'aite, conseguenza del presumibile incremento delle presenze turistiche, potrebbe rivelarsi sempre più fonte di buon reddito. COMUNI Per questo, con rendimenti obbligazionari destinati ad attestarsi attorno al 4%, è possibile ipotizzare un certo ritorno di interesse per l'acquisto di immobili da investimento, sempre che la riforma delle locazioni non si indirizzi verso scelte fortemente dirigiste (ad esempio: canoni determinati per legge o di durata indefinita). L'Unione europea, invece, difficilmente potrà tradursi in un cambio della politica fiscale sulla o i e o i l casa (leggasi: diminuzione delle imposte). La filosofia della riforma degli estimi, che dovrebbe andare in porto entro il 2000, è quella di lasciare ai Comuni il compito di determinare il valóre degli immobili e quindi della base imponibile. Evidentemente nessun Comune italiano sarà disposto a tenere l'imponibile più basso soltanto perché a Bruxelles o a Dublino si pagano meno tasse. IN AUMENTO E' un ragionamento che tuttavia potrebbe avere il suo appeal sugli italiani interessati all'acquisto di una seconda casa, a scopi turistici o anche di reddito. L'eliminazione degli oneri di cambio porterà quasi certamente all'aumento dei nostri connazionali proprietari di mattoni Oltrefrontiera. Per questo potrebbe risultare utile occuparci sia pure sommariamente della situazione fiscale nei 10 Paesi partner dell'Italia nell'avventura dell'Euro. Lo facciamo servendoci del prezioso aiuto del «Global real estate tax summary», pubblicato dalla società internazionale di consulenza Coopers & Lybrand AUSTRIA L'imposta di trasferimento varia dal 2 al 3,5% sul valore dell'immobile, a cui si aggiunge l'l% fisso per l'Imposta di registro. Il reddito da affitto di appartamenti è tassato al 10%; quello da immobili commerciali al 20%. BELGIO Si paga un'imposta di registro pari al 12,5% del valore deU'immobile. Sul reddito da locazione l'imposta è del 40,17%, ma le spese di manutenzione sono deducibui. FINLANDIA Esiste un valore fiscale dell'immobile; in caso di acquisto si paga il 4% di registro sul valore fiscale o sul prezzo dichiarato, solo se questo è più alto. Il reddito da locazione è tassato al 28%, ma gli interessi dei mutui, purché pagati a istituti finlandesi, sono detraibili. FRANCIA L'imposta sui trasferimenti dipende dal tipo di immobile, dall'anno di costruzione e dal soggetto che vende. Il caso tipico, cioè l'acquisto da un costruttore, prevede il pagamento di Iva al 17%. L'imposta sugli affitti è del 33,33%, ma sono deducibili le spese di manutenzione e gli interessi sui mutui. GERMANIA L'acquisizione di un titolo legale di proprietà in Germania costa il 3,5%. Sul reddito netto degli affitti si applica un'aliquota che, a seconda dei casi, varia tra il 42 e il 48%. IRLANDA L'imposta di registro è progressiva per proprietà fino a 60 mila sterline (circa 150 milioni di lire di valore). Per le somme che eccedono tale valore l'imposta è del 6%. Gli affìtti incassati da non residenti scontano un'imposta del 27 per cento. LUSSEMBURGO Il trasferimento sconta complessivamente un 7% di imposta, composto dal 6% di registro e 1% di trascrizione. L'aliquota normale sugli affìtti netti è del 38,4%, e comprende anche le tasse municipali. OLANDA Le imposte di trasferimento pesano per il 6% sul valore di mercato. Sui redditi da locazione l'imposta ordinaria è del 36%, con spese e mutui deducibili. PORTOGALLO Si applica un'imposta (la «Sisa») pari al 10% del valore dell'immobile, se questi è in territorio urbano, e all'8% se si tratta di un immobile di campagna. Gli stranieri pagano imposte sugli affitti del 25%. SPAGNA L'acquisto dal costruttore sconta l'Iva del 16%, l'acquisto da un privato, invece, paga un'imposta di registro del 6%. L'imposta sugli affitti per i non residenti è del 25%. [g.pa.] LE IMPOSTE PER LE COMPRAVENDITE IN EUROPA Il tfa b