... ai Btp, ai fondi e alle azioni di Gianluigi De Marchi

... ai Btp, ai fondi e alle azioni ... ai Btp, ai fondi e alle azioni NEL periodo transitorio le banche dovranno consentire ai cittadini di assolvere alle loro obbligazioni in Euro. Per rendere operativo tale principio le banche italiane si sono accordate in mòdo da scambiarsi le transazioni in Euro sin dal gennaio '99. Ciò significa che i clienti, a partire dal prossimo gennaio potranno effettuare pagamenti sia in lire sia in Euro e che sarà onere della banca destinataria convertirli nella moneta in cui è denominato il conto del beneficiario. STESSI COSTI Sarà quindi opportuno che ognuno di noi verifichi se la propria banca è attrezzata per accettare ed eseguire operazioni denominate in Euro. In prima battuta, dal gennaio '99 sarà possibile in molti istituti di credito accendere c/c denominati in Euro, che dovranno avere gli stessi costi e livello di remunerazione di quelli in lire. BOLLETTE Addentriamoci meglio in questo settore: se, per esempio, nel periodo di transizione vorremo pagare le bollette della luce in Euro (sempreché la banca sia pronta) sarà possibile, pur senza avere il c/c denominato in Euro. E se riceveremo un pagamento denominato in Euro avendo un conto in lire, vedremo automaticamente accreditato il controvalore in lire. La conversione dei valori da lire a Euro e viceversa non dovrebbe comportare costi aggiuntivi per i clienti, e per le operazioni effettuate in Euro le commissioni saranno le stesse di quelle applicate sulle operazioni in lire. PAGAMENTI Per quanto riguarda gli strumenti classici dell'operatività allo sportello, dal gennaio '99 ci saranno importanti novità. Si potrà richiedere un carnet d'assegni in Euro insieme al carnet d'assegni in lire (quest'ultimo potrà essere ancora utilizzato per pagamenti nelle altre valute); saranno disponibili gli assegni circolari in Euro. Le carte page-bancomat e le carte di credito che oggi abbiamo nel portafoglio ci serviranno per pagare in Euro senza dover cambiare i numeri segreti. L'uso delle carte di credito diverrà importante ogniqualvolta ci troveremo a dover pagare un conto oltre frontiera e commi que in tutte le transazioni nei Paesi dell'Unione europea in cui, fino alla fine del '98, ci sono costi aggiuntivi determinati dal cambio valuta. PRONTI/TERMINE Sin dal 1° gennaio '99 i contratti verranno stipulati in Euro, in quanto i titoli che sottostanno al l'impegno fra le parti sono deno minati in Euro (Bot, Btp e via di cendo). Il risparmiatore vedrà quindi addebito e accredito conseguenti al contratto espressi in Euro. GRADUALITÀ' I principi generali in base ai quali cambierà il mercato finanziario sono così sintetizzabili: - la conversione non modificherà la sostanza dei titoli, le loro caratteristiche (periodicSS^délla cedola, data di rimborso, modalità di rimborso ecc.), il loro rendimento (tasso d'interesse) - l'introduzione dell'Euro non rappresenta una «riforma monetaria», bensì un semplice adeguamento a una realtà in evoluzione (l'unificazione dell'Europa) - l'introduzione dell'Euro sarà graduale, per consentire a tutti di abituarsi alla nuova moneta; fino al 2002 i risparmiatori saranno liberi di scegliere come regolare i loro rapporti finanziari, se mantenendo in essere l'utilizzo delle lire o usare l'Euro (o, volendo, entrambe le monete) — per gli Stati, invece, l'Euro costituirà l'unica moneta fin dall'I gennaio '99 e, quindi, i nuovi Btp o Cct saranno già denominati nella valuta europea fin dal momento dell'emissione. Vediamo, caso per caso, che cosa accadrà. TITOLI DI STATO Per quanto riguarda i titoli emessi a partire dal 1° gennaio '99, come accennato, l'Euro sarà la moneta di emissione. L'annuncio dell'emissione, che finora era espresso in lire, sarà espresso in Euro, e quindi suonerà pressappoco così: «Emissione di 125 milioni di Euro di Buoni decennali del Tesoro con scadenza 1 gennaio 2009 con cedola al 5%, pagabile semestralmente il 1° gennaio e il 1° luglio di ogni anno». IMPORTO Alle prime aste, ognuno di noi farà mentalmente il calcolo dell'importo dell'emissione (125 milioni di Euro rappresentano circa 243,75 miliardi di lire) per capire se l'importo è «normale» oppure se differisce sostanzialmente dalle precedenti emissioni; dopo qualche mese (o anno) il calcolo non lo faremo più perché ci saremo abituati a «pensare in Euro». Si potrà sottoscrivere all'asta un importo nunimo di 1000 Euro o dei suoi multipli (2000, 3000, 7000 ecc.). ACCREDITO Già questo fatto apre una prima, interessante conseguenza pratica per milioni di risparmiatori che scelgono i titoli di Stato per i loro investimenti: si potranno effettuare acquisti per importi inferiori a quelli attuali (5 milioni di lire), in quanto il nuovo taglio minimo sarà pari a circa 1.950.000 lire. La cedola sarà pagata semestralmente in moneta europea, quindi il tasso del 5% (ovviamente, lordo) comporterà il versamento al sottoscrittore di 21,875 Euro ogni sei mesi per ogni taglio minimo. Per evitare eccessivi traumi dovuti alla novità, fino al 1° gen¬ naio 2002 ognuno di noi potrà chiedere alla propria banca di accreditargli le cedole in lire sul suo «solito» conto corrente, ricevendo, dunque, circa 42.650 lire per un capitale che si aggira su 1.950.000 tireì1I*2;2%' nettò, pari appunto a quel 5 per cento lordo previsto dal titolo. SCRITTURE CONTABILI Dal primo luglio 2002 non ci saranno alternative: si incasseranno 21,875 Euro semestrali e, alla scadenza, si otterrà il rimborso di 1000 Euro. Una novità enorme ci sarà per chi si divertiva a tagliarsi le cedole personalmente avendo ritirato i suoi Btp conservandoli nella cassetta di sicurezza: dovrà cambiare gioco e divertirsi in altro modo, perché i titoli spariranno del tutto dalla circolazione e si trasformeranno - per semplificare il mercato, il lavoro di banche e intermediari e, in fondo, degli stessi risparmiatori - in semplici scritture contabili. Niente più certificati multicolori con le cedole attaccate, ma registrazioni nei centri elettronici. Così cambia l'Italia, adeguandosi a quanto già avvenuto in tutti gli altri Paesi evoluti. REGIME TRANSITORIO Per quanto riguarda i titoli di Stato in circolazione a fine '98, ci sarà un periodo transitorio in cui, ferme restando le caratteristiche originarie dei titoli, il Tesoro provvederà alla cosiddetta «ridenominazione», cioè al calcolo del nuovo importo dei titoli in Euro. Si tratta semplicemente di ricalcolare il valore nominale di ogni emissione e di ogni titolo in circolazione per poterlo adeguare alla nuova moneta nazionale. INCONVENIENTI La ridenominazione, come accennato, non comporterà alcun danno per i risparmiatori, se non piccoli inconvenienti provocati dalla necessità di dover «pensare in Euro». Il capitale investito in 10 mi lioni di Btp 1/7/2006 all'8,75% si trasformerà in circa 5128 Euro, e frutterà ancora l'8,75% lordo, pari (considerando la trattenuta del 12,50% sulle cedole) a 382.812 lire semestrali nette oppuro a 196,306 Euro semestrali netti. SPEZZATURE Per tre anni si potrà scegliere se incassare l'una o l'altra moneta, poi si vedrà soltanto la cedola in moneta europea. L'unico vero in conveniente sarà costituito dal fatto che 10 milioni di Btp rappresentano una partita «rotonda», mentre 5128 Euro no, in quanto (con un taglio minimo da 1000) rappresentano 5 lotti più una «spezzatura». Ma, grazie alla Bor sa, si potrà provvedere a sistema re la posizione, sia acquistando una «spezzatura» di 872 Euro per arrivare a un totale nominale di 6000, sia vendendo la spezzatura di 128 Euro, riducendo così l'investimento a 5000. OBBLIGAZIONI Mentre gli Stati saranno obbligati a emettere i nuovi titoli e a ridenominare quelli vecchi nella nuova moneto già_dal 1° gennaio '99, le"società e gli enti che hanno emesso obbligazioni o le emetteranno nel periodo transitorio non hanno alcun obbligo, e quindi potranno continuare a emettere obbligazioni in lire fino alla fine del 2001. Ciò è previsto in base al principio che l'Euro non è «né un obbligo né un divieto». INCASSO Chi possiede 10 milioni di Enel 2003 al 9,60% continuerà a mantenerle così come sono e a incassare 840.000 lire nette all'anno finché l'ente per l'energia elettrica non deciderà di ridenominare in Euro il proprio debito nei confronti dei sottoscrittori. Ma siccome i titoli scadranno alla fine del periodo transitorio, il risparmiatore deve sapere già oggi che non incasserà 10 milioni di lire, ma circa 5128 Euro. POLIZZE In caso di incidente d'auto i danni verranno pagati come adesso, né ci saranno commissioni sulle polizze «a capitalizzazione» per versamenti in Euro. Discorso a parte per chi, negli anni scorsi, ha sottoscritto polizze in valute europee: una polizza in marchi (per esempio) verrà pagata in Euro; alla scadenza il capitale verrà rimborsato sempre in Euro, senza spese. Il vero problema è il rendimento garantito, previsto in polizza, che in altre valute era inferiore (23%): converrebbe trasformare le polizze in lire per entrare nell'Euro con un rendimento maggiore. Chi volesse mantenere la polizza in valuta (perché, ad esempio, stipulata contro il rischio svalutazione) avrebbe convenienza a trasformare il capitale in dollari, che hanno un rendimento interessante e una quotazione senza vincoli rigidi. FONDI COMUNI Dall'1/1/99 le quotazioni verranno espresse in Euro, con almeno 3 decimali per misurare in modo corretto le variazioni giornaliere (e comunque gli arrotondamenti saranno consistenti). Di rilevante ci saranno le modifiche della natura e della denominazione dei fondi, obbligazionari in particolare: un fondo in lire si trasformerà in Euro, ma anche se in marchi subirà tale modifica (una vera differenziazione dei portafogli potrà ottenersi solo andando al di fuori dell'Europa: dollari, yen, rubli, rand...). AZIONI Qualche problema in più si pone per le azioni. Durante tutto il periodo transitorio, le società potranno scegliere se rimanere an¬ corate alla lira oppure se passare all'Euro; in Borsa potranno quindi coabitare società ancora «italiane» e società già «europee». La differenza risiederà nel fatto che le prime, avranno,, deciso di non convertire il proprio capitale sociale nella moneta unica, mentre le seconde lo avranno fatto sulla base di una delibera dell'assemblea. CONTABILITA' La delibera dovrà comunque essere presa alla fine del periodo transitorio e comporterà qualche problema di contabilità, di amministrazione, di organizzazione (ma su questi problemi le società si stanno già attrezzando per evitare impatti negativi sulla loro attività). Convertire il capitale in Euro può sembrare semplice, ma non lo è: si pensi a una società con un nominale di 100 miliardi di lire, suddiviso in 10 milioni di azioni da 10.000 lire. Con un cambio a 1950, l'azione avrà un nominale di 5,1282051 Euro ma, poiché la contabilità avviene in centesimi, si dovrà procedere a un arrotondamento, che potrà avvenire al centesimo superiore o al centesimo inferiore. E qui nascono i problemi contabili. VALORE NOMINALE 1) Nel primo caso (valore nominale dell'azione 5,13 Euro), ogni azione avrà un nominale equivalente a 10.003,5 lire, e il capitale sociale dovrebbe quindi ammontare a 100 miliardi e 35 milioni; quei millesimi che appaiono insignificanti si trasformano in milioni che obbligheranno la società ad aumentare il capitale (con la debberà di un'assemblea straordinaria) per aumentarlo al nuovo valore, attraverso un'assegnazione gratuita di riserve. 2) Nel secondo caso (valore nominale dell'azione 5,12 Euro), ogni azione avrà un nominale equivalente a 9984 lire; il capitale dovrà allora scendere a 99,84 mibardi di lire, riducendone l'importo. La quota di capitale ridotta (in questo caso circa 160 milioni) è accreditata alla riserva legale. COME ALL'ESTERO Una soluzione logica potrebbe essere quella di abolire il valore nominale delle azioni (che ha poco significato, tranne che per le azioni di risparmio), come già avvenuto all'estero. Ma anche tale ipotesi necessita di una legge. Probabilmente le grandi società, quelle più attive sui mercati finanziari in ternazionali, prenderanno l'ini ziativa fin dal 1° gennaio '99, mentre quelle più piccole aspette ranno qualche anno. DOPPIO BINARIO Ma per gli azionisti è previsto un regime transitorio che eliminerà comunque gli inconvenienti del «doppio binario», in quanto, fin dall'inizio, le contrattazioni delle azioni (siano esse relative a società «itahane» che a società «eu¬ ropee») saranno espresse direttamente in Euro, e in tale moneta avverranno sia le quotazioni che il regolamento delle compravendite. ABITUDINI «Quanto vale oggi la Fiat ordinaria?», chiederà il 2 gennaio '99 un azionista alla sua Sim o alla sua banca. Dall'altro capo del telefono gli risponderanno con naturalezza: «In questo momento è scambiata a 4,93; c'è "denaro" a 4,90 per 20.000 pezzi e "lettera" a 4,95 per 5000 pezzi». Potrà essere un po' duro all'inizio capire che la Fiat vale circa 9100 lire, ma ci si abituerà in fretta: qualcuno si preoccupa di «tradurre» la quotazione della Apple o della Kodak da dollari in lire? No, tutti si preoccupano di vedere se la quotazione è salita o scesa, se rispetto a un anno fa si guadagna o si perde. E' quanto avverrà analogamente con le Fiat a 4,93 Euro. UNIFORMITÀ' Bisognerà abituarsi, certo; e lo si può già fare, ad esempio, leggendo il listino azionario sui quotidiani finanziari che da qualche tempo pubbhcano già le quotazioni azionarie sia in lire che nella futura valuta europea. Indipendentemente dall'espressione monetaria dei valori mobiliari quotati, la Borsa si adeguerà subito all'Euro. Gli intermediari (Sim, banche, agenti di cambio) opereranno tra loro esclusivamente nella moneta europea e quindi regoleranno le loro posizioni in maniera uniforme. POSIZIONI Sono state acquistate 100 milioni di lire di obbligazioni Enel 2003 al prezzo di 105? La Sim acquirente verserà alla banca venditrice l'importo in Euro secondo il seguente calcolo (con un cambio ipotizzato a 1950): 100.000.000 x 105% = 105.000.000 hre 105.000.000 : 1950 = 53.846,154 Euro Sono state acquistate 25.000 Fiat al prezzo di 4,15 Euro? La banca acquirente verserà alla Sim venditrice l'importo di 25.000 x 4,15= 103.750 Euro E fino a questo punto sembra tutto chiaro. IN PRATICA Ma i clienti che si rivolgono a una Sim o a una banca per effettuare le operazioni potrebbero avere un c/c sul quale regolare le operazioni sia in hre che in Euro. Il signor Rossi, titolare di un conto in lire, ha dato ordine alla sua Sim di vendere 25.000 Fiat e l'operazione è stata eseguita, come visto nell'esempio, con un ricavo di 103.750 Euro. L'accredito avverrà in lire, importo pari a: 103.750 x 1950 = 202.312.500 hre Volendo fare i conti «all'anti! ca», potrà calcolare di aver ven¬ duto i titoli a 8092,5 lire. Il signor Verdi, titolare di un conto in Euro, ha dato ordine alla sua banca di acquistare 25.000 Fiat: si vedrà addebitare il controvalore borsistico di 103.750 Euro, pagando i titoli 4,15 l'uno. Sia il signor Rossi che il signor Verdi, nel passare l'ordine al loro intermediario, dovranno esprimersi in Euro, che è la moneta unica nella quale ragiona la Borsa. A seguito della variazione del «metro monetario» cambiano certi dettagli delle operazioni di Borsa. Finora, l'importo delle contrattazioni era espresso in lire, e l'unità minima era una lira. Eventuali importi diversi, legati a ratei d'interesse, venivano arrotondati all'unità. Con l'introduzione dell'Euro l'unità minima è il centesimo, e ad esso debbono adeguarsi tutti. Ma l'arrotondamento al centesimo può non essere sufficiente. Sarà sicuramente applicato per regolare le compravendite: e così, chi sottoscriverà 1000 EuroBot a un anno pagherà, ad esempio, 961,23 Euro, ottenendo così il 4,03% netto. ANOMALIE Sarà sicuramente applicato alla quotazione dei titoli obbligazionari, che già oggi è espressa in percentuale con due decimali; è indifferente, dunque, quotare in percentuale un titolo in lire o in Euro. Ma non sarà applicabile ai titoli azionari, che necessiteranno di più di due cifre decimali per poter essere correttamente espresse. Si pensi al caso, ad esempio,' della Binda, che quota circa 80 lire, pari a poco più di 4 centesimi di Euro: se la quotazione si fermasse al centesimo, la variazione di prezzo minima sarebbe pari a circa 20 lire, cioè il 25% del prezzo, fatto questo evidentemente inaccettabile. CORREZIONE Ecco perché la quotazione avverrà in decimillesimi di Euro (quindi con quattro cifre dopo la virgola), in modo da esprimere prezzi significativi anche per i titoli a bassa quotazione. Peraltro, il pagamento del prezzo avverrà sempre in base al principio degli arrotondamenti decimati, dato che il controvalore dei titob trattati in Borsa sarà comunque tale da garantire importi complessivi elevati, tali da rendere inutile uno spezzettamento eccessivo. Restando all'esempio precedente: la Binda potrebbe essere quotata 0,0415 Euro ma, poiché il quantitativo minimo trattabile è pari a 100.000, l'acquisto di Binda non comporterà problemi in quanto richiederà un esborso pari a 415 Euro tondi. Gianluigi De Marchi (I VALORI «FONDAMENTALI» POST FUSIONE) ... ai Btp, ai fondi e alle azioni

Persone citate: Binda, Verdi

Luoghi citati: Euro, Europa, Italia