LE ELEZIONI DI CARTA di Antonio Giaimo
LE ELEZIONI DI CARTA MOSTRA A PINEROLO LE ELEZIONI DI CARTA Un amarcord con i manifesti che raccontano il dopoguerra LA storia politica di una nazione viene testimoniata anche attraverso i suoi manifesti elettorali, il segno grafico cambia con i tempi, a tratti l'illustrazione ha ceduto in passo alla fotografia, salvo poi ricorrere nuovamente alla matita e ai colori del grafico per dare maggiore enfasi ad un avvenimento. A Pinerolo, nel Salone dei Cavalieri, in viale Giolitti 7, da domenica 10 maggio sino al 31 sarà possibile visitare una mostra sui manifesti elettorali del Pinerolese dal 1946 ad oggi. L'inaugurazione avverrà sabato 9 maggio alle ore 18,30 alla presenza dell'onorevole Piero Fassino. La mostra resterà aperta tutti i giorni feriali dalle 15,30 alle 18,30, mentre nei giorni festivi sarà possibile la visita anche al mattino dalle 10 alle 12; l'ingresso è libero. Ordinati dal Centro Studi e dal Museo d'Arte preistorica di Pinerolo (Cesmap), saranno visibili, oltre ai manifesti elettorali e propagandistici, le tessere di partito, i gadget, le fotografie, i santini. «Si tratta di una mostra che mette in luce reperti di antropologia politica - dice il professor Dario Segue, direttore del Museo -, testimonianze di momenti significativi della nostra più recente storia politica». Il materiale arriva da privati e.dalle segreterie dei partiti, ma non è completo poiché in questi anni non si è mai sviluppata l'intenzione di archiviare i manifesti dal punto di vista del valore storico. «Quello che si è trovato lo si deve soltanto alla passione di chi in questi anni ha seguito le vicende politiche del Knerolese», conclude Seghe. Ma c'è qualcuno che quelle immagini non le ha gettate via e oggi le mette a disposizione del pubblico. Spiega Carlo Borra, dal '63 al '76 parlamentare per la Democrazia Cristiana: «Due manifesti mi sono rimasti impressi: quello che raffigurava un prigioniero russo dall'aspetto scheletrico, su cui campeggiava la scritta ".Vota anche per me" e quello in cui vi erano tre dita alzate, un gesto tipico di Donat Cattin, e tré nomi: uno era il mio». Nella mostra, insieme ai manifesti della De, ci sono anche quelli dell'antagonista di sempre: il Partito comunista. «Soprattutto nelle tessere di partito ricordo immagini forti - dice Carlo Polliotti, ex sindacalista e capo partigiano -. Le immagini più care sono quelle che raffigurano Berlinguer, un uomo che era il simbolo di un modo di vivere». Nell'ambito della mostra verrà anche presentato il libro «Il segno che cambia, 18611996», 135 anni di storia politica pinerolese attraverso le cronache della stampa locale, di Gian Vittorio Avondo e Valter Bruno, edito da Alzani. Antonio Giaimo Un contadino punta il dito con tono accusatorio contro un piccolo Togliatti E'uno dei manifesti in mostra a Pinerolo
Persone citate: Alzani, Berlinguer, Carlo Borra, Carlo Polliotti, Donat Cattin, Gian Vittorio Avondo, Piero Fassino, Togliatti, Valter Bruno
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