SCUSATE IL RITARDO
SCUSATE IL RITARDO HIROSHIMA RIAPRE SCUSATE IL RITARDO Il fortino di via Bossoli uno specchio per la città GUARDA, ho trovato un trifoglio». «Buttalo via, Lucy, non vale niente». «Che cosa vuole dire... lo so che non è un quadrifoglio, ma è il meglio che c'è subito dopo». Questo educativo scambio di battute tra Lucy e Charlie Brown serve forse a capire perché si attendeva da tanto tempo la riapertura di Hiroshima. Hiroshima è stato un luogo, e torna ad esserlo. E' stato l'epicentro di incontri, musicali, teatrali, letterari, fumettari; lì sono nati i gruppi che hanno fatto grande la città musicale; lì si è consumato il mito della Torino che può fare della propria vivacità intellettuale una bandiera. H trio Della Casa-Gargarone-Ressico, attorniato da mille altri volti, è perfino stato ritratto tra quelli degli organizzatori culturali storici, una specie di riserva indiana dove ritirarsi prima dell'estinzione. Poi, la chiusura. E' scoppiato il bubbone San Salvario, quartire a cui il locale di via Belfiore era intimamente legato. Hiroshima era il luogo dell'appuntamento, la nostra Bodeguita del Medio, per noi fuggiaschi da un cinema o in cerca di un'idea per vivere meglio. Chiuso tra l'incredulità generale, con quasi 20 mila soci. I suoi creatori hanno cercato un'altra sede, hanno lottato per far capire che per loro il luogo, il concetto di territorio sono le fondamenta stesse del lavoro intellettuale, e che non riescono a vivere senza una casa da aprire, per far vedere quel che c'è dentro; il forziere dove tengono nascosti i tesori rubati al mare. Quelli di Hiroshima sono così, pirati e signori, e il loro fortino si è trasferito in via Bossoli 83, a fianco dello stadio del baseball, dove c'è parcheggio e quasi dove c'è il Lingotto, a un passo dalla collina però in mezzo alla città industriale. Una zona limite, dove con la festa d'inaugurazione fissata per mercoledì 13 (sempre che arrivi i'ok definitivo della commissione di vigilanza, atteso per venerdì 8) sono attesi, per un saluto o una mini-esibizione, tanti protagonisti della scena torinese, da Luciana Littizzetto a Madaski, dai Persiana Jones (nella foto) ai Lou Dalfin, da Federico Bianco ad Alessandro Piron. In uno spazio più grande, più che raddoppiato, una sala concerti degna di questo nome, tutta nera e insonorizzata, dove da tutta Italia e non solo chiederanno di venire a provare, più uno spazio per discutere bevendo birra o tequila o rum, con un palco piccolo da cui declamare speranze e poesie. Quelli di Hiroshima ce l'hanno fatta: la bufera è passata, la nave è di nuovo ancorata in porto. Pesa un po' una radio - Radio Flash che manda notizie incerte, quelle di corsari del mondo dello spettacolo che devono sapersi trasformare in maestri di una tradizione che non c'è. Per questo Hiroshima non è un quadrifogho. Ma è pur sempre quasi il meglio che ci resta. Paolo Verri
Persone citate: Alessandro Piron, Charlie Brown, Della Casa-gargarone, Federico Bianco, Luciana Littizzetto, Paolo Verri, Radio Flash, Ressico
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