CONTRO LE MINE di Domenico Quirico

CONTRO LE MINE CROCEROSSA CONTRO LE MINE Raccolta di fondi per le vittime La Croce Rossa organizza dall'8 al 17 maggio una raccolta di fondi per le vittime delle mine antiuomo e mette in vendita magliette con lo slogan «Liberi di giocare, liberi di vivere». Dall'8 al 10 maggio al salone Mast del Palavela; il 10 allo Stadio delle Alpi. Altri punti vendita: Settimo, Moncalieri, Giaveno, Nichelino. LE chiamano «bouncing Bettys», mine saltellanti, ma è un nome buffo che nasconde un subdolo congegno di morte. Quando il filo di innesco le mette in azione, lanciano migliaia di schegge a trecentosessanta gradi. Poi ci sono quelle grandi come farfalle, di plastica, sembrano giocattoli, impermeabili e antimagnetiche : coperte da un filo di terra celano la loro insidia per anni, fino a quando qualcuno, un contadino, un bambino, un passante le tocca. E allora esplodono, uccidono, mutilano. Costano diecimila lire: un delitto a basso costo, anonimo, perfetto, industriale. Altre le appendono agli alberi, scagliano schegge di acciaio a oltre cinquanta metri. Il suolo martoriato dell'Afghanistan ne sopporta almeno dieci milioni; sotto la terra dura dell'Angola bagnata dal sangue di un conflitto senza fine questi killer meccanici sono almeno nove milioni, dieci milioni in Iraq, in Cambogia tra i quattro e i sette milioni. Quella delle mine è l'unica guerra che non finisce mai, per cui è inutile firmare tregue o paci, resta lì insensibile ai ripensamenti degli uomini e continua, anonima, giorno dopo giorno, nel suo lavoro di becchino. Ogni anno sono venticinquemila le vittime di questo sterminio al rallentatore. In Libia ancora oggi centinaia di nomadi continuano a essere uccisi dai campi minati che risalgono alla seconda guerra mondiale: arnesi vecchi di mezzo secolo ma tenacemente insensibili al tempo. L'anno scorso, una trentina di Paesi ha prodotto un milione di nuovi esemplari. Si è calcolato che per sminare il pianeta con i mezzi attuali occorrerebbe lavorare 1167 anni. E' la guerra allo stato puro, un Moloch trasformato in business, che si autoalimenta e esercita i suoi effetti al di là del controllo umano, indifferente alle ragioni e alle ideologie. Cancellare questa vergogna era il sogno di lady Diana che aveva prestato il suo sorriso alla campagna delle Nazioni Unite. L'anno scorso la principessa non c'era più quando i delegati di centoventicinque Paesi firmarono ad Ottawa l'accordo per la messa al bando degli ordigni antiuomo. In fondo al grande volume del trattato mancavano tre firme, importanti: Stati Uniti, Russia e Cina. Domenico Quirico

Persone citate: Diana, Giaveno

Luoghi citati: Afghanistan, Angola, Cambogia, Cina, Iraq, Libia, Moncalieri, Ottawa, Russia, Stati Uniti