Storie di città

Storie di città Storie di città LA settimana scorsa abbiamo lasciato la famiglia dell'avvocato Cantatore in preda al più nero sconforto. Quella che, nonostante la guerra iniziata da poche settimane, doveva essere una giornata di festa, si era tramutata in tragedia. H 24 luglio 1940 la loro fantesca, tale Alda Borgna di 37 anni, all'annuncio del fidanzamento ufficiale del signorino Mario, trentatreenne figlio dell'avvocato, con una signorina di distintissima famiglia, si era precipitata ululando nel ripostiglio che le funge da cameretta, si era messa a letto e dal suo giaciglio rifiutava categoricamente di alzarsi. Motivo di tale scandaloso comportamento che non ha riscontro negli annali del lavoro domestico? La matura signorina asserisce di essere in stato interessante e che il padre del nascituro sarebbe - mai come in questo caso il condizionale è d'obbligo - il signorino Mario. Quello che un verbale di polizia chiamerebbe il congresso carnale avrebbe avuto luogo due volte nello stesso giorno, esattamente il 24 giugno: «A l'a ampinila proprio nel giorno di San Giovanni, quando Torino festeggia il santo patrono!», esclamano in coro le zie, scandalizzate. «Ma se quest'anno non c'erano neanche i fuochi artificiali, per via dell'oscuramento!», è pronto a replicare il nipote. La fantesca si ìifmta di alzarsi dal letto? Benissimo, ordina il padrone di casa, le si diano gli otto giorni, pagandoglieli sull'unghia, senza farglieli fare, purché se ne vada! Sì! Sta fresco l'avvocato, quella vuole il matrimonio riparatore o, come minimo, l'impegno a riconoscere e mantenere il na¬ scituro. Per intanto, siccome ha «l'anima sversa», di alzarsi dal letto non se ne parla. Congedati la fidanzata e i suoi genitori, ha luogo un consiglio di famiglia: «Secondo me», sostiene il figlio, «se le offriamo un mese di paga quella si alza e se ne va». «Cosa?», grida scandalizzato il padre, «Buttare via 150 lire? Ti rendi conto che con quella cifra potevi stare una notte intera nella casa di corso Baffaello?». Mario pensa: se ti chiedevo 150 lire per quello scopo col cavolo che me le davi. La signora Cantatore invece evita di chiedersi come mai suo marito conosca le tariffe delle case di appuntamento e propone di fare un tentativo: «Se va via senza fare scandali sono soldi ben spesi. Pensa ai vicini, se venissero a saperlo». «Vai dunque, prova». «Fa più effetto se glieli faccio ballare sotto gli occhi». Con un sospiro l'avvocato estrae il portafoglio, ne sfila tre biglietti da cinquanta e li porge alla moglie. La quale ben presto ritorna con le pive nel sacco. L'avvocato trova ancora la forza per rimproverare la moglie: «Ti avevo tanto raccomandato di prendere una che fosse contro le tentazioni!». «Ma l'hai vista?», ri¬ batte lei. «Già, per nostro figlio vanne bene tutte, basta che respirino. 0 che siano ancora calde». Mario capisce che i genitori l'hanno già perdonato e osa domandare: «E adesso cosa facciamo?». «Bisognerebbe sentire il parere di un avvocato», replica il padre. «Ma tu non sei avvocato?», si stupisce la moglie. «Avvocato! Avvocato! Intanto sono un civilista e poi questo è un caso delicato, devo consultare qualche collega. Una cosa è certa: dal momento che sostiene di star male, non possiamo buttarla fuori di casa». «Prendiamola per fame», propone il figlio. «Sei matto?», replica il padre, «Ci metteremmo dalla parte del torto». «Vuoi forse dire che dobbiamo essere noi a servirla?», chiede con sgomento la signora. «Proprio così», è la lapidaria risposta. Inizia per la famiglia Cantatore un periodo che è poco definire angoscioso; alla mattina tota Borgna detta il menù del giorno e ha un sacco di pretese «non tanto per me ma per il bambino». Tra gii abitanti del quartiere si sparge la voce, alimentata di negozianti, che i Cantatore sono poco meno che dei santi che si sacrificano per quella povera domestica ammalata: invece di spedirla all'ospizio rinunciano alle vacanze per assisterla. Un giorno Mario ha un'idea: fingere che in casa sia scoppiato un incendio e farla scappare; una volta uscita di casa la Borgna, si cambia la serratura ed è fatto. Il padre rientra appena in tempo, quando Mario ha già acceso il fiammifero per dar fuoco a un mucchio di stracci imbevuti di alcol. Stufa di aspettare, la fidanzata arriva con una regalia di 500 lire, ma niente da fare. Su consiglio dell'avvocato Robiglio la famiglia arriva a offrire 1000 lire. Corrispondono a nove mesi di stipendio, tanti quanti ne servono per portare a termine la gestazione di un bambino. Se accettasse quest'ultima offerta, la matura signorina originaria delle valli di Lanzo vincerebbe la sua partita a poker con i datori di lavoro. Ma lei dice ancora una volta di no, dimostrando di non essere quell'avida collaboratrice come vorrebbero i suoi padroni ma una donna innamorata. I Cantatore non capiscono che basterebbe un gesto di Mario per scioglierne l'ostinazione. Mario è capace soltanto di ripetere: <do non volevo, è stata lei». Così non resta che il ricorso alla forza pubblica, buttando per aria in un colpo solo la reputazione di buoni samaritani. Non si sa cosa si siano detti, ma sarà un agente di pubblica sicurezza a convincere la signorina Borgna a lasciare il letto e quella casa senza regalie. Una visita presso l'ospedale Maria Vittoria accerterà in seguito che la domestica non era in stato interessante.

Persone citate: Alda Borgna, Borgna, Cantatore, Robiglio

Luoghi citati: Lanzo, Torino