LEONARDO di M. A.

LEONARDO LEONARDO QUANDO vado da Leonardo aspetto sempre di vedermelo lì tale e quale a otto anni fa. E, immancabilmente, è così. Ho lasciato un pezzo di mondo nella mia memoria e posso ritrovarlo quando voglio. Salgo le scale che mi portano alla sua camera, busso, bussare convenzionato... Mi apre sempre allo stesso modo, con la siringa in bocca, anche se la siringa non c'era otto anni fa. Ma è proprio la siringa che lo ha mantenuto identico e ha mantenuto così tutti gli altri. Stesso modo di muoversi, stesso modo di parlare, stesse cose da dire, le stesse battute, gli stessi pensieri, gli stessi pantaloni,, la stessa risata, lo stesso amore, che è così scontato che esista che ogni volta ce ne nutriamo come fosse l'unica cosa che ci rimane per cena. Ed è così. Come per magia, la siringa 10 ha isolato così completamente e ha isolato gli altri così completamente da tutto 11 nostro conoscere e marcire, che quando voglio sapere quanto sono marcito vado da Leonardo e lui me lo dice. Mi apre sempre allo stesso modo, con la siringa in bocca. La tiene dalla parte dello stantuffo e fa finta di infilzarmi buttando avanti la testa, ZAC... E ride, e rido. [m. a.]