DON PASQUALE VA A SPASSO di Ugo Gregoretti

DON PASQUALE VA A SPASSO AL REGIO DAL 12 MAGGIO DON PASQUALE VA A SPASSO L'opera di Donizetti in scena con la regia di Ugo Gregoretti U GO Gregoretti costringe il vecchio Don Pasquale ad uscire di casa, lo porta a spasso per una Roma di cartapesta e lo sottrae così a quell'atmosfera cameristica che Donizetti adorava, l'atmosfera intima d'una famiglia borghese dove commercio, ricchezza, agi, amori e inganni si susseguono. Il teatro è finzione e quindi fantasia e Gregoretti di fantasia ne ha tantissima; così tanta da mettere in scena anni fa un'«Italiana in Algeri» con macchine in scena, sceicchi divisi fra pozzi di petrolio e belle donne e con un direttore d'orchestra, il compianto Vladimir Deiman, che sul podio intonava «Le femmine d'Italia...». Successe il finimondo, ma alla fine l'opera fu applaudita. H «Don Pasquale» donizettiano messo in scena dieci anni fa da Ugo Gregoretti e Eugenio Gughelminetti per il Grand Théàtre de Genève e il Teatro Regio, torna in scena a Torino il 12 maggio alle 20,30 (repliche fino al 19) nella consapevolezza che la vicenda ottocentesca donizettiana datata 1843 abbia ancora una sua freschezza e futura longevità. Don Pasquale, la furbetta Norina, il povero Ernesto e il dottor Malatesta divertiranno e si divertiranno nel cantare l'ironia, la malinconia e l'amore con quella dolcezza che soltanto il belcanto sa esprimere. Al Regio si sentiranno riecheggiare arie famose, duetti, terzetti e quartetti che hanno fatto la storia del teatro at¬ traverso cantanti famosi, Tito Schipa, Cesare Valletti, Alessandro Bonci, Toti Dal Monte, Giuseppe Taddei, Enzo Darà ed altri famosi campioni dell'opera buffa. Gi sarà il gioco delle parti: Sofronia «presto uscita di convento...» è in realtà Norina che vuol sposare il «povero Ernesto» anziché il vecchio babbione Don Pasquale. Il dottor Malatesta canterà «Bella siccome un angelo, in terra pellegrino...» ed Ernesto, tenore di grazia, deve saper filare gli acuti, smorzare suoni e renderli soavi. Norina dovrà essere convincente nel civettuolo «Qual guardo il cavaliere», mentre Don Pasquale e Malatesta dovranno dilettare in uno dei dialoghi più belli dell'opera buffa italiana: «Cheti cheti immantinente», mentre ancora Ernesto dovrà consolarsi intonando: «Com'è gentil, l'amore a mezzo aprii...» e Norina ed Ernesto dovranno cimentarsi nel finale «Tornami a dir che m'ami». Si tornerà a criticare questo «Don Pasquale» ambientato fuor dai muri di casa, a passeggio per Roma, fra crocchi di personaggi e saltimbanchi, come fece l'indimenticato Massimo Mila su La Stampa? Crediamo proprio di no, perché i tempi sono cambiati e la musica è affidata a Fabrizio Maria Carminati, musicista bergamasco propfondo conoscitore dello spirito del conterraneo Donizetti, che da sempre studia e ama. Armando Caruso

Luoghi citati: Algeri, Italia, Roma, Torino