«ODISSEA IN BIBLIOTECA» di Bruno Gambarotta

«ODISSEA IN BIBLIOTECA» LO DICO A TORINOSETTE «ODISSEA IN BIBLIOTECA» «Il significato diMesótica» «Trovata la videocassetta» La biblioteca diffidi* Prendo spunto dalla gustosissima «corrispondenza» (lo sono sempre!) su TorinoSette numero 482 di venerdì 3 aprile di Bruno Gambarotta. Come anziano (ho 69 anni) e, per necessità ed elezione, accanito lettore notturno per il quale i libri sono nello stesso tempo un amore e un bisogno, ho cercato di frequentare le biblioteche cittadine, soprattutto la «Centrale» per prendere libri da poter leggere a casa. Credete sia facile? Questo è in collezione (anche se è stato pubblicato nel 1998, altro che nel '500!), questo ha le cartine, quest'altro ha le illustrazioni fuori testo: i libri che possono essere portati a casa, seppure numerosi, sono soltanto quelli meno selezionati e facilmente reperibili, a prezzo stracciato, su ogni bancarella di libri usati. Se appena appena si ha un interesse specifico, bisogna scordarsi di coltivarlo usando le biblioteche a meno di eleggervi la propria residenza, cosa notoriamente proibita dalla legge. Non abbiamo imparato la lezione dei Paesi anglosassoni, in cui a volte è la biblioteca a portare il libro a casa del lettore, né riusciamo a capire che, a parte gli scomodi e in parte inutili slalom di cui parla Gamba¬ rotta e a cui si è costretti, forse è meglio un libro maltrattato e anche mancante di qualche cartina, che un libro polveroso e custodito come un francobollo da collezione. Ho dovuto quindi abbandonare la strada delle biblioteche come molti altri italiani, soprattutto anziani, penalizzati anche in questo, lasciando ai giornalisti il compito di scoprire sistematicamente l'acqua calda e di riempire qualche riga di giornale con la solita e ricorrente meraviglia che gli italiani leggono poco. Franco C.( Torino L'arie centreamericana Penso che possa colpire (ferire?) il rendersi conto che artisti che provengono dal cosiddetto «Terzo Mondo», nonostante tutte le condizioni sfavorevoli da cui sono in genere circondati, riescano a tradurre le loro esperienze personali attraverso un'insieme d'opere realizzato con una gran maestranza di tecniche artistiche varie e molto moderne. Il titolo integrale della mostra d'arte centroamericana di cui s'è parlato sul numero 483 di TorinoSette è: «Mesótica II: regeneración». Titolo che non solo risulta evidente per chi abbia una minima conoscenza dei Paesi e dell'area geografica da cui provengono le diversi opere, ma che è ampiamente spiegato dalle seguenti due citazioni che mi permetto di trarre dal nominato catalogo: «Il termine MESOTICA: ibridazione semantica inventata per dare un nome ad uno spazio geografico in un tempo determinato», «Agisce dunque come un supporto circostanziale per un primo incontro da ubicare in un punto tra Sud e Nord, un punto della Mesoamerica, in una regione polimorfa e praticamente sconosciuta ma non totalmente esotica». Lamento che il critico di TorinoSette che se n'è occupato sia rimasto deluso di quella che è stata chiaramente proposta come la prima mostra d'arte contemporanea del Centroamerica; penso che anch'io rimarrei deluso se assistessi ad una mostra d'arte contemporanea italiana cercandovi un revival dell'arte etnisca. Gustavo Solis Moya, Torino Caccia alla videocassetta Con riferimento alla lettera apparsa su TorinoSette 484, posseggo la videocassetta del film «La donna più bella del mondo» che cerca la signora Toscano di Villata. Se non l'ha ancora trovato, posso farle avere una copia in omaggio da regalare alla mamma. Lettera firmata, Torino Anche un'altra lettrice ha telefonato dicendosi disposta a regalare alla signora Toscano la cassetta del film «La donnapiù bella del mondo». La signora Toscano può contattare la nostra segreteria (telefono 011/6568337): le forniremo gli indirizzi privati dei due cortesi lettori. le lettere devono essere indirizzate a «Lo dico a TorinoSette» La Stampa v. Marenco 32 10126 Torino oppure faxate al numero 663.90.36 (prefisso Oli)

Persone citate: Franco C., Gamba, Penso, Solis Moya, Toscano

Luoghi citati: Centroamerica, Torino, Villata