LE MONETE DI GESU'
LE MONETE DI GESU' LE MONETE DI GESU' La mostra di via Milano non solo per numismatici PER i numismatici da segnalare la rassegna le monete del tempo di Gesù, in via Milano 20, nella basilica dei S. Maurizio e Lazzaro». Così suona la notizia relativa alla mostra-corollario dell'Ostensione, una delle tante, aperta tutti i giorni dalle 9 alle 18 (ingresso gratuito). La sottolineatura «per i numismatici», tuttavia, non appare propria. Perché, se pur è organizzata dall'Associazione Numismatica Taurinense, la rassegna ripropone un aspetto intrigante della Sindone, capace di rafforzare la fede e scuotere gli scetticismi, oltre le diatribe degli studiosi (che, manco a dirlo, anche dinanzi a questo, come a tanti altri misteri del Telo, appaiono assai divisi). Quella mostra «parla», infatti, di monete del tempo di Gesù. Quindi anche di quelle due che sarebbero state applicate sugli occhi del «Testimone silenzioso» secondo (o, a detta di alcuni, contro) l'uso dell'epoca in Palestina, a scopo rituale o per impedire il sollevamento delle palpebre. Ne è rimasta traccia sul telo ed il primo ad aver individuato sull'occhio destro dell'Uomo un «qualcosa» fu Eric Jumper, ricercatore dell'Aeronautica Usa, che con John Jackson aveva realizzato, nel '77, l'elaborazione elettronica delle impronte. Jumper vide due strani ispessimenti «forse dovuti a qualche tipo di moneta». Il merito di aver approfondito il problema va al gesuita padre Francis L. Filas, docente alla Loyola University di Chicago. Fu lui, con l'aiuto di un numismatico, a dare un significato a quel punto interrogativo rovesciato (il lituo, insegna del potere) e ad alcune lettere misteriose che si intrawedevano sulla palpebra: una Y, una C, una A ed una I, che, lette numismaticamente (e storicamente), facevano risalire la monetina, un «dilepton lituus», all'anno 29 (epoca dì Tiberio, ossia di Cristo). La gioia di Filas per la grande scoperta venne tuttavia profondamente amareggiata dalla generale incredulità che lo perseguitò fino alla morte. Due anni fa, un'equipe di Torino, nell'eleborare l'immagine dell'arcata sopracciliare sinistra, individua «anche» sull'altro occhio un'impronta: un piccolo vaso con manico (simpulo) e alcune lettere appartenenti probabilmente ad un «lepton», moneta anch'essa dell'epoca di Tiberio. Le tre lettere misteriose starebbero per XVI, il XVI anno dell'imperio: il 29 dopo Cristo. Se la Sindone è un falso del Medioevo «è altamente improbabile - dice Nello Balossino, autore di indagini informatiche sul Telo - che il falsario abbia introdotto un'informazione non immediatamente visibile ad occhio nudo, associata ad un'usanza all'epoca non documentata e riproducente forme di monete non note». Massimo Boccaletti
Persone citate: Boccaletti, Di Gesu', Francis L. Filas, John Jackson, Nello Balossino
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