SARAMAGO SCRITTORE POLITICO di Marco Neirotti
SARAMAGO SCRITTORE POLITICO CANTORE DEI DEBOLI SARAMAGO SCRITTORE POLITICO mplaca- CANTORE Dtoso, polemico e ironico, fortemente politico e teneramente umano questo José Saramago che sfiora il Nobel e non lo riceve, maledetto dall'Accademia di Svezia . come Mario Luzi. Motivi per piacere ai lettori e dispiacere agli intellettuali in smoking ne ha parecchi. Saramago è l'unico rivoluzionario che detesta gli inganni delle rivoluzioni, figlie di ideologie che travolgono e scannano altre ideologie. Mena fendenti al conformismo, alle certezze dei poteri consolidati, alle verità religiose, con toni che vanno dall'aspro realismo all'itinerario avvolgente della metafora. Al centro dei suoi libri c'è l'uomo oppresso, sempre: dal monarca o dal sacerdote, dal potere altrui o dalla propria viltà. Saramago ha vissuto tra i braccianti dell'Alentejo, nel suo Portogallo, e con loro si è spellato le mani. Ma con loro e per loro ha ricostruito la sciagurata vita dei miserabili, a partire dall'affresco colossale di «Memoriale del convento», dell'82, dove si racconta la vita dei derelitti durante la costruzione, nel Settecento, della cattedrale di Mafra, in onore alla Religione, per le speranze di un re, sulla SARAMSCRITPOLI EI DEBOLI MAGO TORE TICO pelle dei poveracci. E' la ribellione costante a mantenere ragazzo il settantaseienne José. Un mauro ragazzo che accusa Dio di giochi di potere sulla pelle di suo figlio, di Maria, di tanti bambini massacrati da Erode («Il Vangelo secondo Gesù Cristo»), ma accusa anche noi tutti di asservirci a un buio della mente che ci travolge come un'epidemia più grave di qualunque peste («Cecità»), contagiosa, vergognosa, capace di rinchiuderci in un lager del pensiero dove ricostruiamo le stesse brutalità del mondo esterno, apparentemente libero. E' perfino apocalittico il Saramago che bolla l'assenza di giudizio individuale. Ma è anche ironico e visionario quando trasforma il suo pessimismo in una allucinante avventura come quella della penisola iberica che si stacca dal continente e va alla deriva («La zattera di pietra»). Senza cattedre, senza moralismi, anzi detestandoli, lo scrittore, politico proprio perché ha in odio la politica delegata a occhi chiusi, ci avverte con la frase che ha scritto in epigrafe a «Cecità»: «Se puoi vedere, guarda. Se puoi guardare, osserva». Marco Neirotti
Persone citate: Erode, Gesù, José Saramago, Mago Tore, Mario Luzi, Saramago
Luoghi citati: Portogallo, Svezia
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