Paolo Conte «Il mio mestiere» di Leonardo Osella

Paolo Conte «Il mio mestiere» Paolo Conte «Il mio mestiere» PAOLO Conte in Conservatorio. Il geniale cantautore-avvocato astigiano, pur dovendo far fronte a un'agenda di impegni internazionali intensissima, non ha voluto far mancare la sua risposta positiva all'istituto musicale torinese, che proprio con lui avvia una serie di incontri con gli studenti. Paolo Conte sarà nel Salone di piazza Bodoni giovem-7 Tmaggia «Ke-17-,30-per parlare del proprio lavoro e rispondere alle domande che i ragazzi vorranno porgergli. L'iniziativa ha lo scopo di fornire agli studenti di musica indicazioni sui mestieri alternativi a (nielli di esecutori. Gli spazi per l'occupazione in tal senso, infatti, si sono ristretti in tutta Italia, anche a causa della chiusura di orchestre e cori. Così il vice-direttore del Conservatorio torinese, maestro Sergio Pasteris, seguendo indicazioni del ministero dell'Istruzione, ha elaborato un programma di lavoro che ha chiamato «Pianeta Musica», e che è stato inserito nel Progetto d'Istituto del Conservatorio stesso, proprio per documentare quante professioni gravitino intorno alla pratica musicale in senso stretto. Così di volta in volta saranno chiamati come «testimoni» personaggi che di queste professioni sono illustri rappresentanti: i ragazzi potranno prenderne buona nota e magari cogliere queste opportunità di lavoro. Paolo Conte, per tornare al primo appuntamento, è uno dei più acclamati cantautori, cioè una delle professioni che rientrano tra quelle prese in considerazione dal maestro Pasteris. Incontrandolo, gh studenti riceveranno utili suggerimenti sul modo di lavorare, di esprimersi, di dare spettacolo, di incidere dischi, ecc. da parte di questi musicisti che praticano ad altissimo livello il «fai da te». Successivamente, come si è detto, arriveranno altri personaggi. Per restare nell'ambito degli esecutori, quei diplomati che non riusciranno a emulare Maurizio Pollini o Uto Ughi o Luciano Pavarotti potranno sempre diventare pianisti accompagnatori, vocalisti e strumentisti per l'etnomusicologia, musicisti pop, coristi di tradizione popolare; altri, ma anche qui occorrono doti non comuni, potranno dedicarsi al jazz. Ci sono poi specializzazioni nel campo della composizione e dell'arrangiamento: ecco dunque i produttori di musica per film, per la pubblicità, senza parlare della musica multimediale. Anche l'editoria offre spazi: per scrivere libri di musica, correggere bozze di partiture, esercitare la critica, per diventare coadiutore del Servizio Autori. E l'elenco si allunga ancora: etnomusicologo, direttore artistico di enti e strutture, liutaio, accordatore, archivista e catalogatore di ">pere, esperto di musiche extra-occidentali, tecnici di musicoterapia o euritmia e di musica legata allo yoga, agente editoriale, tecnico del suono, progettista di palinsesti radiotelevisivi, discografico, ideatore di spettacoli, consulente audio, manager, ricercatore di vario tipo, conservatore e restauratore di partiture, coordinatore e supervisore di orchestre e cori, consulente acustico, storico musicale, esperto per la ricostruzione di ambienti sonori antichi. Infine i molti giovani che riescono ad abbinare lo studio della musica a quello universitario potranno mettere a profitto diploma e laurea per dedicarsi a collaborazioni in àmbito teatrale (gli architetti) e nel marketing dello spettacolo (economisti). Per non parlare dei legami sempre più stretti che intercorrono fra musica, informatica e servizio Internet. Leonardo Osella Paolo Conte «Il mio mestiere» Paolo Conte Sotto la firma del trattato di Maastricht

Persone citate: Luciano Pavarotti, Maurizio Pollini, Paolo Conte, Pasteris, Sergio Pasteris, Uto Ughi

Luoghi citati: Italia, Maastricht