Storie di città

Storie di città Storie di città ■ L 24 luglio 1940 in casa del- ■ l'avvocato Cantatore si fa■ ceva festa. Il 10 giugno l'Italia aveva dichiarato guerra alla Francia e alla Gran Bretagna; il giorno dopo, a Torino, nella notte fra l'I 1 e il 12 giugno, c'era già stato un bombardamento dimostrativo da parte degli inglesi che aveva lesionato alcune case di via Porporati e di corse XI Febbraio. Ma non è da credere che la vita di tutti i giorni, con i suoi riti luttuosi o lieti, avesse smesso di scorrere. In casa Cantatore si faceva festa perché Mario, il figlio dell'avvocato, si fidanzava con una distintissima signorina di ottima famiglia e le nozze si annunziavano imminenti. Erano tutti felici perché Mario aveva già 33 anni ed era ora che si sistemasse, prima di doversi accontentare di una moglie di seconda scelta o di una vedova. Come dicevano sempre le zie «il nostro Mariolino a l'è pi nen na masna!». Il futuro suocero fece notare che sulla Stampa di quel giorno, che aveva in prima pagina il titolo profetico «La sorte dell'Inghilterra è segnata», c'era un articolo in cronaca cittadina che lamentava «la discesa dei matrimoni nelle prime tre settimane di luglio»: mentre a giugno erano stati 439 alla fine di luglio sarebbero stati al massimo 250. Perciò quel matrimonio sarebbe stato apprezzato anche nelle alte sfere, da coloro che avevano nelle mani il destino della patria. Fin qui tutto bene. Purtroppo l'avvocato Cantatore, per non essere da meno, si sente in dovere di proporre un brindisi. Disgrazia vuole che nel preciso istante in cui il papà di Mario pronuncia le fatali parole «alla felicità dei promessi sposi», faccia il suo ingresso nel salone la matura signorina Alda Borgna, fantesca di casa Cantatore. Costei non trova niente di meglio da fare per manifestare la sua sorpresa che lasciar cadere a terra il vassoio che regge con due mani e che è colmo dei bicchieri del servizio buono, in cristallo di Boemia molati a mano; non se ne salva neanche uno e dire che l'ultima volta che erano usciti dal contro buffet era stato per la Cresima del Mariolino. Invece di iniziare a raccogliere i frammenti di vetro sparsi su tutto il parquet, la fantesca corre ululando a nascondersi nella sua cameretta. I presenti sono paralizzati dallo sconcerto e nessuno nota che il giovane Mario è sbiancato in volto e che gli tremano le mani. Il primo a riscuotersi è l'avvocato che ordina alla moglie: «Va a chiamare queUa cianporgna che almeno venga a rimediare al suo di¬ sastro». Agli ospiti spiega che «la cianporgna è un nostro modo per aire domestica. Me la scusino: è in casa nostra da aprile e da allora non fa che combinare disastri». Gli ospiti, per manifestare concretamente la loro comprensione, iniziano a dire quanto sia difficile oggi come oggi trovare qualcuno fidato da mettersi in casa. Interviene la mamma della fidanzata: «Per anni abbiamo avuto in casa una servetta che diventava intrattabile ogni volta che aveva i suoi oggetti». «I suoi oggetti?», chiede l'avvocato. «Sì, le sue cose». L'avvocato spiega che l'hanno fatta venire apposta da Usseglio che è un posto famoso per fornire donne di servizio di buon comando «ma si vede che questa è venuta su male». Mentre parlano si sentono delle grida sempre più acute provenire dal ripostiglio che è la stanza della fantesca. Ricompare la signora Cantatore, con la faccia stravolta: «Alda si è messa a letto vestita com'era e non vuole più alzarsi». «E tu dalle gli otto giorni». «Subito». Altre grida. Torna la padrona di casa, sempre più alterata; «Le ho dato gli otto giorni, le ho detto anche che glieli pagavamo senza farglieli fare purché se ne andasse via subito». L'avvocato sospira di sollievo: «Bene, hai fatto bene». Ma sua moglie prosegue: «Lei ha detto che si alzerà dal letto solo quando il nostro Mario la sposerà». «Cosa? E' impazzita?». «Lei sostiene che... dice che... sarebbe in stato interessante e che il padre del bambino è nostro figlio». L'avvocato si rivolge al figlio: «Dimmi che non è vero, non può essere vero». Mario tace, lo sguardo a terra. «Allora?», lo incalza il padre, «Sì o no?». «Forse», risponde Mario con un filo di voce. «Come sarebbe a dire forse?». Interviene la mamma, per salvarlo: «Lei dice che è successo due volte nello stesso giorno, esattamente un mese fa». «Beata gioventù!» esclama il futuro suocero per alleviare la tensione. L'avvocato si indigna: «Beata gioventù? Ma l'ha visto quel ruclò? E' un tutun con i baffi e gh" speroni!». Mario prende coraggio: «L'abbiamo fatto per festeggiare la firma dell'armistizio con la Francia». «Bel modo di onorare la patria». «Be', si è fatto tardi, noi andiamo», dice la mamma della sposa alzandosi. «Fateci poi sapere qualcosa». Sottinteso: fateci poi sapere se siete riusciti a far alzare dal letto la vostra fantesca. Riuscirà la famiglia dell'avvocato Cantatore nel suo intento? Il seguito alla prossima puntata.

Persone citate: Alda Borgna, Cantatore

Luoghi citati: Boemia, Francia, Gran Bretagna, Inghilterra, Italia, Torino, Usseglio