Monopoli

Monopoli Monopoli DADO-DADO: tre più tre uguale sei. Unoduetrequattrocinquesei. Piazza XVm Dicembre. Per Capirci, Porta Susa. In piazza XVm Dicembre, ovvero Porta Susa, si va, di solito, a prendere il treno, un po' come si fa a Porta Nuova, ma in piccolo, o in scala, se volete, perché da queste parti i binari si contano sulle dita di una mano e tutto, di conseguenza, si riduce: a Porta Nuova le edicole sono quattro, a Porta Susa ce n'è soltanto una; dentro Porta Nuova ci sono un bar, due chioschi e un minimarket che vende di tutto, dai libri agli alimentari, dentro Porta Susa invece il mim'market e i chioschi non ci stanno, per cui ci si deve accontentare del bar; se a Porta Nuova vi fermano in media quattro volte ogni due minuti per chiedervi degli spiccioli «per fare il biglietto che mi mancano mille lire», a Porta Susa dopo due minuti siete voi che cominciate a guardarvi attorno nella speranza di incrociare qualcuno disposto a fermarvi. Il grande pregio di Porta Susa, però, consiste nel fatto che da lì i treni per Milano partono dieci minuti dopo rispetto alla stazione maggiore: e, di conseguenza, lì i treni da Milano arrivano dieci minuti prima rispetto alla medesima stazione, cioè spesso con dieci minuti di ritardo in meno, sempre che si sia disposti a scendere dal convoglio qui invece che dalle parti di corso Vittorio. Per i ritardatari di ogni ordine e grado, insomma (pur che si debbano recare a Milano o in altra località raggiungibile con un semplice cambio di convoglio una volta arrivati in Centrale), Porta Susa è un'autentica manna, benedizione o ultima spiaggia che dir si voglia. Forse a causa della sua particolare formologia, no, volevo scrivere morfologia, forse a causa di com'è fatta, insomma, con quel suo aspetto da budello seminterrato del resto comune a una quantità di altre stazioni in giro per il mondo, Porta Susa è in assoluto uno dei posti più freschi d'estate e più gelidi d'inverno, una specie di monte della Maddalena al contrario; sui marciapiedi tra un binario e l'altro tira sempre un'aria micidiale per chiunque soffra di tonsillite, sinusite e raffreddore, per non parlare di eventuali bronchiti, laringiti, faringiti o addirittura polmoniti: qualsiasi malanno, in quel di Porta Susa, è destinato ad aggravarsi, e un'eventuale epidemia del virus Eboia, se mai si manifestasse in città - toccate ferro, legno e/o qualsiasi altra cosa intorno o addosso a voi possa scongiurare una simile possibilità - avrebbe di certo a Porta Susa il suo epicentro o se non altro il suo punto di maggior diffusione. Ma non era mia intenzione portare sfortuna a Porta Susa: anche perché a Porta Susa da poco tempo a questa parte è stato aperto il secondo ristorante McDonald's della città, e come sfortuna mi sembra che basti e avanzi (ce n'è comunque un terzo, cui spetta di diritto la qualifica di secondo, se non altro in termini temporali, situato poco prima dell'imbocco dell'autostrada Torino-Milano: andare a o arrivare da Milano senza passare attraverso una nube di olio fritto è così diventato impossibile, sia che ci si sposti in treno che in auto); va detto, peraltro, che al posto del fast-food americano prima c'era una tavola calda di un grigiore e di una tristezza che a confronto il forno crematorio del Cimitero Generale sembrava EuroDisney (anche se a EuroDisney non sono mai stato e ho il vago sospetto che come termine di paragone possa essere al¬ quanto fuorviante, nel senso che non so se una visita a EuroDisney sia in qualche modo un'esperienza più allegra di una visita al crematorio del Cimitero Generale; sempre che in quest'ultimo non ci si rechi in occasione del proprio decesso o del decesso di uno dei propri cari, caso in cui per forza di cose, scusate il caso e le cose, persino EuroDisney diventa un posto davvero allegro e spensierato, credo); insomma, quel lato di Porta Susa non è mai stato baciato da una particolare forma di fortuna architettonicoristoratrice, e quindi l'olio di McDonald's piove sul bagnato. Proprio di fronte alla stazione, tra la stazione e il resto della città, ossia sulla strada, ha luogo ogni giorno l'impari, incessante duello tra uomini e macchine, con i viaggiatori che vorrebbero poter attraversare le strisce pedonali e gli automobilisti - che poi sarebbero viaggiatori anch'essi, pur se in proprio - che si adoperano per fermarli. Ciò avviene naturalmente di norma anche altrove, in barba alle regole del codice della strada e del vivere civile; ma al cospetto della gialla facciata della stazione si assiste a una vera e propria apoteosi, con le auto che prendono di mira le possibili vittime fin da piazza Statuto e accelerano lungo corso San Martino, nella speranza di centrarle.

Persone citate: Monopoli Dado

Luoghi citati: Milano, Torino