LA PAROLA AMORE ESISTE di Massimo Gramellini
LA PAROLA AMORE ESISTE IL FILM DELLA SETTIMANA LA PAROLA AMORE ESISTE Il film di Mimmo Calopresti è in cartellone all'Olimpia Uno P" ERCHE' il cinema italiano di questi anni è così mediocre? Una risposta esauriente arriva dal film di Mimmo Calopresti «La parola amore esiste». Il soggetto - la storia di un'ossessiva - è lo stesso di «Qualcosa è cambiato», il capolavoro da Oscar di Jack Nicholson. Ma il paragone, ahimè, è sconfortante. E non si tiri in ballo lo strapotere hollywoodiano per favore. Qui non è un problema di soldi: sono la storia e la fattura del film a fare acqua. Mentre in «Qualcosa è cambiato» la sceneggiatura scandisce le emozioni con un ritmo impeccabile, portando lo spettatore a empatizzare con il protagonista, «La parola amore esiste» di seducente ha soltanto il titolo. La protagonista Valeria Bruni Tedeschi recita con una voce insopportabile, ma saremmo disposti a perdonarglielo se l'audio in presa diretta fosse appena decente. Permettendoci magari di capire cosa dice la figlia di Bentivoglio (l'unico fuoriclasse del nostro cinema): ogni volta che la bimba apre bocca lo spettatore tende l'orecchio e lo ritrae sconfortato senza aver capito un'acca. La trama? Bè, lasciamo perdere. L'ossessiva Valeria, manco a dirlo una radicai- chic, entra e esce dagli studi psichiatrici e ogni tanto si imbatte nell'amato Bentivoglio. Mentre Nicholson si muoveva in una sceneggiatura strutturata, dove ogni svolta della trama era saldamente motivata, il suo pallido epigono italiano precipita ogni cinque minuti nel caos. Bisogna far reincontrare la Bruni e Bentivoglio? Nessun problema. Basta che quando lei evade dal manicomio lui si trovi casualmente a passare da quelle parti. Da mettersi a piangere. Anzi, da alzarsi e andare via. Massimo Gramellini
Persone citate: Bentivoglio, Bruni, Jack Nicholson, Mimmo Calopresti, Nicholson, Valeria Bruni Tedeschi
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