BLIXEN LA CANTASTORIE
BLIXEN LA CANTASTORIE BLIXEN LA CANTASTORIE Incordi della scrittrice nel monologo allo Juvarra UNA grande scrittrice protagonista in scena. O meglio, una grande donna. Marina Bassani propone al Teatro Juvarra martedì 5 maggio «Ho volato con l'angelo», da un monologo di William Luce su Karen Blixen. L'artista danese, dopo la consacrazione del cinema («La mia Africa», «Il pranzo di Babette»), approda così sulle tavole del palcoscenico. Siamo nel 1958, a Rungsted, in Danimarca, alla vigilia del nuovo anno. La Blixen, ormai alla fine della vita, ha 73 anni, sta facendo le valigie per il suo ultimo viaggio, a New York. E' un'occasione per pensare, per ripercorrere i ricordi, i momenti, i vuoti e le gioie di un'esistenza quasi tutta trascorsa. Le cose della stanza, intorno a lei, gli abiti, gli oggetti, parlano dei valori nei quali ha creduto, degli scopi inseguiti, dei desideri vissuti. L'Africa. Un paese dove la scrittrice ha abitato («Avevo una fattoria, in Africa»), ma anche un miraggio realizzato di grandezza, di coraggio, di eroismo. Solo là, secondo la Bhxen, è possibile trovare quell'aristocrazia dell'anima che viene da un profondo legame con la terra e con Dio. Marina Bassani, diplomata all'Accademia dei Filodrammatici con Ernesto Calindri (dove ha ottenuto il premio ex aequo con Leila Costa), ha curato da sola traduzione e riduzione di «Ho volato con l'angelo», con cui ha debuttato al Teatro Sipario di Milano. «Karen Blixen è una donna dalla personalità affascinante - spiega -. La sua vita, la vita di ima cantastorie come si definisce, è caratterizzata dall'esigenza di raccontare». Lo stesso accade in questo monologo, che è luogo di un continuo avvicendarsi di momenti di pura narrazione e di momenti teatrali; di personaggi reali e di ombre; di uomini e di fantasmi. «Racconto e azione si misurano - dice ancora la Bassani - e alla fine sembra vero solo il motto di Karen, "navigare necesse est, vivere non necesse" : è più importante viaggiare (senza tempo né spazio) che vivere». La parola come riscatto, dunque. Il racconto come mezzo per far rivivere ciò che è perduto, colmare l'abisso del passato, esorcizzare, trasformare e così annullare il dolore. Appuntamento allo Juvarra, via Juvarra 15, il 5 maggio alle 21. Prenotazioni e informazioni tel. 532.087 (dopo le 16). [cr. ci
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