I coccodrilli del deserto

I coccodrilli del deserto ULTIMI ESEMPLARI NEL CIAD I coccodrilli del deserto Sopravvissuti nella riserva faunistica delle gole di Archei TUTTA la zona intorno alle gole di Archei, nel cuore dell'Ennedi, nel Ciad settentrionale, è una riserva faunistica fin dal 1967. Una regione isolatissima da tutto il mondo, a mille chilometri dalla capitale 'Ndjamena, popolata da poche migliaia di allevatori nomadi, i Tebu delle pianure, che conducono una vita completamente priva di tecnologie, in un ambiente arido, torrido, senza vie di comunicazione a parte le piste percorribili solo da fuoristrada. Non sono poveri, né derelitti, semplicemente hanno ridotto all'osso le esigenze quotidiane. Il suolo intorno ai pozzi, e negli oued, luoghi di sosta delle mandrie e dei loro pastori, è un libro aperto con tutti i segni di uomini e animali: ci sono le orme e le fatte di asino, sciacallo, gazzella, babbuino, cammello; i segni sinuosi della vipera cornuta, i ghirigori dei tenebrioni e degli scarabei, carcasse di capre e cammelli, spolpate e rinsecchite. La riserva non ha controllori, a parte alcune sparute guarnigioni dell'esercito, (a Faya Largeau, Fada, Oum Chalouba), con poche possibilità di monitorare un territorio immenso, dai conimi incerti, mentre solo dal '92 hanno cominciato ad arrivare i primi turisti (300 all'anno circa), per visitare un mondo crudo e intonso, rimasto allo stato di natura. Come sempre non è facile,avvistare animali, ma la fauna c'è. Le minuscole gazzelle Dorcas, spesso in piccoh branchi, sono le più numerose e visibili, mentre è rara l'antilope Addax che non deve bere mai, perché ricava l'acqua direttamente dalla scarsa pastura. Si vede anche il fennech, piccolo canide dalle grandi orecchie, che ogni tanto spunta curioso dalla tana a spiare l'orizzonte. Una specie endemica di muflone (ammotragus lervia), è invece la più elusiva, stanziale sui tormentati rilievi di arenaria. Tra le scogliere, pinnacoli, gole vivono anche babbuini e cercopitechi, che si producono in spericolate atti vita di freeclimbers. Con un po' di fortuna si può trovare l'uromastice, Specie di pacifico lucertolone lungo fino a 60 centimetri, che ha la sfortuna di avere una grossa coda commestibile ed è quindi cacciato volentieri. I bambini invece si divertono con i piccoli come fossero giocattolini. Procavie e lepri pascolano quasi solo di notte, come il topo gerbillo e il gatto selvatico, così come al calar del sole si sentono gli ululati di iene e sciacalli, che possono anche visitare gli accampamenti, sempre di notte, per vedere se c'è qualcosa da sgranocchiare. Ma la presenza più singolare in questo estremo Sud sahariano, sono gli ultimi coccodrilli nilotici, rifugiati nelle gole (guelte) di Archei a pochi chilometri dall'oasi di Fada, da tempi preistorici: qui sono sopravvissuti e qui si estingueranno. Non sono più lunghi di 2,5 metri e non attaccano l'uomo; ne rimangono non più di sette, otto esemplari. Una popolazione residuale, isolata dall'habitat sudanese, da cui dista 500 chilometri, particolarmente fragile per l'inevitabile consanguineità. Le gole sono un ciclopico monumento naturale: chiuse da alte, verticali muraglie rossastre, larghe qualche centinaio di metri all'ingresso, che si restringono a venti, trenta metri dopo un paio di chilometri, e sul cui fondo stagnano acque putride, in cui si abbeverano le mandrie di cammelli. E' il più importante punto d'acqua perenne di tutta la regione, alimentato da sorgenti, e che ospita anche quattro specie di pesci: la Tilapia di Zil, il barbo del deserto, il labeo del Tibesti, e la tilapia del Borkou. Cibo per i coccodrilli, che mangiano però anche carogne. La flora dell'Ennedi è ovviamente rada, fatta di arbusti e cespugli, acacie, euforbie, tamerici e capperi selvatici, e comunque piante con radici profonde (fino a quaranta metri), foglie ridotte, semi resistenti, capaci di superare anni di siccità. Sui suoli sabbiosi abbondano i Asini, capre e cammelli in sosta, l'unica ricchezza dei nomadi, che si spostano periodicamente di centinaia di chilometri alla ricerca di nuovi pascoli, lungo direttrici sempre uguali da secoli. 2 Una carcassa di cammello tra le sabbie, spolpata da iene, sciacalli e rapaci. Un incontro del tutto normale nel deserto 3 Un pastore Tèda guarda le sue bestie, cammelli, capre, asini, all'abbeverata a un pozzo perenne nell'Ennedi. Donne dell'etnia Teda, (le donne hanno tutto carico della famiglia e dell'accampamento), chiacchierano mentre vanno a prendere acqua al pozzo. Asini, capre e cammelli in sosta, l'unica ricchezza dei nomadi, che si spostano periodicamente di centinaia di chilometri alla ricerca di nuovi pascoli, lungo direttrici sempre uguali da secoli. 2 Una carcassa di cammello tra le sabbie, spolpata da iene, sciacalli e rapaci. Un incontro del tutto normale nel deserto 3 Un pastore Tèda guarda le sue bestie, cammelli, capre, asini, all'abbeverata a un pozzo perenne nell'Ennedi. Donne dell'etnia Teda, (le donne hanno tutto carico della famiglia e dell'accampamento), chiacchierano mentre vanno a prendere acqua al pozzo. cespugli di drinn, pascolo per capre e dromedari, e i coloquintidi, che producono bellissime piccole zucche rotonde, mangiate solo dagli asmi. I Tebu invece utilizzano i semi, seccati e sminuzzati, che mischiano con i datteri. Negli oued, quindi con umidità nel profondo, crescono le palme dum, dagli inconfondibili tronchi a ipsilon, che servono come legname da costruzione, mentre le foghe, sfilacciate e intrecciate vengono impiegate per la copertura delle capanne. Diffusissimi gli arbusti di Callotropis Procera, dalle foglie grasse e lucide, che i francesi chiamano Pomme de Sodome, perchè genera frutti tanto belli quanto velenosi. Geologicamente sorprendenti i laghi salati di Ounianga Serir e Ounianga Kebir, irreali, improvvise acque con piccole burrasche se c'è vento (e c'è quasi sempre), nell'arsura del deserto, a NordEst dell'Ennedi, oltre la grande depressione dunaria del Mourdi. Ampi bacini - formati dall'affiorare di una enorme falda freatica orlati da palme e saline, dune gialle e arancione, con sulle rive piccoh accampamenti di nomadi Ounias e Teda. Nonostante le grandi dimensioni degli specchi d'acqua, nessuno dei Tebu naviga, neppure con piroghe o barchette, né pratica la pesca. Nel vicino Tibesti - l'acrocoro montagnoso più grande del Sahara, a Ovest dell'Ennedi - lo Stato quasi non esistè, come in quasi tutto il Nord de!Paese. Le leggi che regolano le sparse comunità di nomadi Tebu delle montagne,. sono ancora quelle tribali, non scritte. In caso di omicidio, per esempio, l'uccisore deve risarcire la famiglia della vittima con un certo numero di cammelli, che varia a seconda dei clan. Per i Teda un uomo vale 100 cammelli, una donna 50. Tra i Kamedia: uomo 50 cammelli, donna 25.1 forgerons, cioè i fabbri, categoria reietta, valgono ancora meno: 25 gh uomini, 15 le loro donne. Infine i discendenti degli schiavi liberati, che svolgono ancora lavori umili: 15 cammelli gh uomini, dieci le donne. Se l'assassino non ha il bestiame o se non riesce a procurarselo «in qualsiasi modo», viene semplicemente bandito dalla comunità e deve sparire, emigrare il più lontano possibile. In caso contrario, quando consegnerà il risarcimento alla famiglia, questa organizzerà una grande festa e del delitto non si parlerà più. Renato Scagliola

Persone citate: Fada, Faya Largeau, Renato Scagliola

Luoghi citati: Ciad