AMBIGUA PARTITA DI FAMIGLIA IN LAGUNA

AMBIGUA PARTITA DI FAMIGLIA IN LAGUNA Carla Vasio AMBIGUA PARTITA DI FAMIGLIA IN LAGUNA LAGUNA Carla Vasio Einaudi pp. 90. L. 18.000 1 L paradosso del sogno consiste nel riuscire ad esprimere una verità prima ignota attraverso i procedimenti surreali delle sue in- i è i e , a o o é ; i a venzioni. Assomiglia, in questo, alla letteratura: la «falsità» della scrittura si trasforma in verità poetica. Per il suo nuovo romanzo breve, Laguna, Carla Vasio ha scelto appunto di utilizzare le potenzialità dell'incerto confine mattutino tra sogno e consapevolezza. Questa rappresentazione ha un suo palcoscenico preciso: la villa di un'agiata famiglia borghese al Lido di Venezia, negli Anni Trenta e Quaranta. Con i piani alti del soggiorno, del tinello e delle terrazze aperte sui colori cangianti della Laguna, il primo piano destinato alle camere da letto, il pianterreno dei magazzini e dei ripostigli in cui dorme Clelia, la ragazza venuta a servizio dal Cadore. E' lì che si gioca una ambigua partita famigliare, continuamente differita, perché i personaggi non osano alterare l'immobilità della scacchiera, pur desiderando intensamente di rovesciarla. C'è una madre succube e ansiosa che sogna innocenti evasioni e converte le sue frustrazioni in «silenziosa energia negativa per il futuro»; un padre indifferente, tombeur de femmes con la testa sempre altrove; un nonno agitato da misteriose inquietudini; un'anziana prozia che cerca di sublimare la propria rassegnazione in una devozione esasperata. C'è soprattutto la bambina solitaria e ipersensibile che cerca di decifrare il senso occulto dei gesti che presiedono la fenomenologia famigliare, e come la madre prova acutamente il senso dell'esclusione e dello straniamente. Tutti amano a loro modo dei fantasmi, al punto che la bambina si convince che l'amore degli adulti è «come un'attrazione esclusiva ed eterna purché dedicata al culto di una insondabile assenza, contrapposta allo strazio quotidiano di frequentazioni odiose». Ed è vero, perché qui l'irreparabile è già avvenuto una volta per tutte, fuori scena, senza parole e senza rimedio. Il racconto consiste nella lenta ricognizione - quasi un'archeologia subacquea - dei vari ambienti che compongono la villa, tappe di al trettante scoperte. Ogni riappari zione è catalogata con il fatalismo impassibile di chi ha imparato ad accettare il proprio destino. Alla fi ne, passati gli anni, ceduta la casa, partita la famiglia, quella che ci viene offerta è una difficilissima «arte di ritornare». Non ci sono i conforti dell'elegia, né i morbidi compiacimenti del de cadentismo, in queste pagine tutte risolte nell'ineluttabilità di una visione che basta a se stessa. Laguna è un romanzo di percezioni appro fondite con finezza, rapprese in una scrittura densa e morbida, e tradotte in immagini di sicuro gusto figurativo. Veneziana, da molti anni a Roma, Carla Vasio ha vissuto a lungo in Giappone. Da quell'esperienza intensa è nato nel '96 Come la luna dietro le nuvole (Einaudi), dedicato alla giovane scrittrice Higuchi Natsuko, scomparsa cent'anni fa, e protagonista di una esperienza innovativa, in pari tempo letteraria e civile. Dal Giappone, la Vasio mi sembra aver riportato un grafismo essenziale, che opera per sottrazione, ma il tono pittorico di questo libro resta ancorato all'Occidente, in una zona che parte dai vedutisti veneziani del Settecento per arrivare agli impressionisti, alle modulazioni di luce di Turner e agli eleganti notturni dell'americano Whistler. La madre che ricama sullo sfondo dei rami del tiglio, i chiaroscuri delle stanze segrete, i colori madreperlacei della laguna o quelli plumbei della bufera, e tutta una Venezia metafisica e carnale diventano vibrazioni insieme fraterne e sideralmente lontane. BAErnesto Ferrerò Budapest, scenario del romanzo «Braci» di Màrai edito da Adelphi

Luoghi citati: Budapest, Giappone, Lido Di Venezia, Roma