FORSE SONO VIVO SALUTI DAL LAGER

FORSE SONO VIVO SALUTI DAL LAGER FORSE SONO VIVO SALUTI DAL LAGER Cartoline prestampate, antisemite e postdatate STORIA POSTALE DELL' ANTISEMITISMO NAZISTA G. Ottolenghi G. Moscati SugarCo pp. I89 L 80.000 ERTE volte piccoli segni possono avere grande forza rievocativa perché testimoniano i fatti in maniera indubitabile. E' il caso di un libro che raccoglie tali segni e che ce li propone come testimonianza del più bestiale e drammatico momento degli eventi umani. Il titolo è Storia postale dell'antisemitismo nazista, gli autori sono Gustavo Ottolenghi e Gianfranco Moscati; il testo in italiano e inglese. Moscati è collezionista di documenti particolari: lettere, francobolli, carte postali scritte da ebrei rinchiusi nei ghetti o nei Lager nazisti, tanto che la sua collezione è stata esposta nelle mostre filateliche più importanti del mondo. Si sa che i tedeschi siano razionali e organizzatori; in maniera particolare lo furono durante il periodo hitleriano, tra il 1933 e il 1945, e il Ministero della Propaganda e l'Ufficio centrale per la Sicurezza, in buona sintonia, si misero d'impegno in ogni campo e in ogni attività in Germania e in tutti i territori occupati. Naturalmente a queste attività non poteva assolutamente mancare l'impegno antisemita e qui l'Amministrazione postale fece la sua parte con l'emissione di francobolli, cartoline, buste e annulli aventi soggetto antiebraico. Ma anche nei ghetti, nei luoghi di confino, nelle prigioni; persino nei Vernichtungslager (campi di sterminio) dove i deportati erano in attesa della soluzione finale c'era il servizio postale e quelle rare volte che era concesso di scrivere (ma questo, come vedremo, aveva un secondo fine!) la data doveva essere posticipata di quindici giorni per dare modo di pensare ai riceventi che il mittente fosse ancora in vita anche dopo che era stato fatto passare per il camino. Sono documenti piuttosto rari, ma prova inconfutabile contro ogni contestazione di chi vorrebbe negare l'evidenza. Quale prova più prova di un timbro postale con data, di uno Stempel per censura - Gepruft O.K.W. con svastica e numero - su un biglietto pre stampato con dicitura e timbro del Lager di provenienza? Il libro, diviso per capitoli e nazioni, ci introduce con ricordi storici; prosegue con i documenti di propaganda su cartoline postali e illustrate; sulle discriminazioni quando per legge era diventato obbligatorio identificare i corrispondenti come appartenenti alla razza ebraica con il colore giallo e la stampigliatura con J, o con timbri, con l'aggiunta di Jsrael dopo il nome e cognome del mittente o del destinatario. Ma, dopo le discriminazioni a seguito dei Decreti di Norimberga «Legge per la protezione del sangue e dell'onore tedeschi - 16 novembre 1933», vennero i luoghi di detenzione: i Campi di Lavoro, di internamento, di confino che precedevano i campi di sterminio. Per un particolare regolamento detto «Eicke», fatto da un Brigadenfure delle SS, che concerneva tutta la vita nei Lager, si prevedeva il servizio postale: tutta la posta sia in partenza che in arrivo era sottoposta a censura dal Postzensurstelle della Kommandantur di ogni Lager; tutta la corrispondenza doveva essere fatta in lingua tedesca e non doveva superale le trenta parole o quindici righe su cartoline prestampate. Di pugno doveva esser scritto «Ich bin gestund fùhle mich gut»: Io sono in buona salute e mi trovo bene. Naturalmente il numero di queste cartoline era limitato a una al mese. Ma la perfidia era che fino al gennaio del 1942 tutta la corrispondenza doveva, passare per un ufficio centrale di Berlino controllato dalle SS e questo dava modo di «rastrellare» ebrei o simpatizzanti sfuggiti alle loro ricerche. Io, allora, ero internato militare nel Stammlager I B e quando dopo sette mesi potei spedire a casa una Postkarte da detto Lager alla famiglia Rigoni Stern, non sapevo certamente a cosa potevano andare incontro i miei. Mi resi conto molti anni dopo quando mia madre mi consegnò la corrispondenza che aveva ricevuto nel corso della mia lontananza: quel cognome Stern era circoscritto in rosso e sottolineato. Certamente avranno indagato sulla nostra origine e a salvarci è stata questa nostra appartenenza al «popolo cimbro del Sette Comuni». Ma i reperti più drammatici sono quelli provenienti dai campi di sterminio e pervenuti al collezionista nei modi più impensabili: Gusen, Mauthausen, Belsen, Buchenwald, Dachau, Flossenburg, Auschwitz, Birkenau... rari, certo, ma come la storia attraverso questi scarni documen ti postali appare concreta mente documentata! Le poste canadesi, nel 1995, hanno emesso un francobollo e una cartolina postale per commemorare il 50° anniversario della liberazione dei campi di concentramento: anche questo piccolo e efficace documento che ha portato nel mondo quel ricordo; ma quel lo che dà speranza e fiducia a quest'Europa è che anche le Poste della Germania in tale occasione hanno emesso un francobollo commemorativo che nel 1996 ebbe ad Asiago il Premio internazionale d'Arte Filatelica come migliore fran cobollo del mondo con questa motivazione: «... All'Ammini- strazione Postale della Germania per il foglietto dal valore di 100 ph. emesso in occasione del 50° anniversario della liberazione dei prigionieri e dei deportati nei campi di concentramento nell'ambito di una serie commemorativa della 2a Guerra Mondiale. Il francobollo è stato scelto per l'efficacia dell'uso filatelico come strumento di comunicazione per dare all'umanità un'immagine nuova della democrazia e della cultura tedesca, secondo le più alte e nobili tradizioni di questo paese». Mario Rigoni Stern Un frane «St dell'ainas Gustavo < Gianfrat un fil; inconfut ogni c< die negai dei o STORIA POSTALE DELL' ANTISEMITISMO NAZISTA G. Ottolenghi G. Moscati SugarCo pp. I89 L 80.000

Persone citate: Gianfranco Moscati, Gustavo Ottolenghi, Mario Rigoni Stern, Moscati, Ottolenghi, Rigoni Stern, Stempel, Stern

Luoghi citati: Asiago, Berlino, Europa, Germania, Norimberga