Le tentazioni di Gong Li nella Shanghai mafiosa

Le tentazioni di Gong Li nella Shanghai mafiosa PRIME CINEMA Le battaglie di una donna tra sesso e potere, nel furente melodramma di Chen Kaige Le tentazioni di Gong Li nella Shanghai mafiosa E o un inganno il titolo dolce e sciocco da vecchia canzone, «Le tentazioni della luna», all'origine «Luna tentatrice». Chen Kaige, regista geniale di «Terra gialla», de «Il re dei fanciulli», di «Addio mia concubina», che adesso ha quarantasei anni, ha fatto e presentato al festival di Cannes nel 1996 un grande melodramma ambientato in una vasta potente famiglia di Shanghai negli Anni Venti: con gigolò, suicidi, gangster crudeli, amori tra fratello c sorella, partenze e abbandoni, domande senza risposta («Mi hai mai amato?»), assassinii, rose rosse, vizio, avvelenamenti per vendetta, protagonisti paralizzati sulla sedia a rotelle. Bisogna ripensare a «La caduta degli dei» di Luchino Visconti per trovare una condensazione simile: e non si può non ammirare lo stile meraviglioso del regista (coadiuvato da Christopher Doyle, il direttore della fotografia australiano di tanti bei film asiatici), le fughe della macchina da presa nell'esplorazione dell'immenso palazzo che è il luogo della vicenda, gli indugi sulle facce misteriose dei protagonisti, la padronanza magistrale nelle scene di massa, l'eleganza inarrivabile. Al centro della storia sta Gong Li in un personaggio molto nuovo per il cinema ci nese: una donna che tenta di gestire davvero il potere famigliare affidatole con riserva, che si emancipa anche attra verso la sessualità, che sceglie da sé il primo uomo con cui fare l'amore e quando sposarsi (altrettanto inconsuete sono le scene di sesso, sobrie ma esplicite). Nel melodramma fastoso e sontuoso il ritratto femminile si unisce allo shock culturale del passaggio del] a società cinese dalla tradizione alla modernità (dall'impero alla repubblica), alle nebbie dell'oppio, alla vitalità crimi naie della città mèta di molte immigrazioni, alle pulsioni di fuga e d'autodistruzione. Chen Kaige ha detto d'aver voluto soprattutto raccontare lo smarrimento e l'eccitazione della gente nei periodi storici di transizione; l'analogia tra la caduta dell'ultimo imperatore Pu Yi e la fine del vecchio comunismo in Cina; la somiglianza tra Anni Venti e Anni Novanta nella smania d'arricchimento e di mutamento esistenziale; la vicinanza tra Shanghai allora centro economico dell'Asia e Shanghai neocapitalista di oggi. Se il desiderio era questo, il film lo appaga. «Le tentazioni della luna» non è un prodotto per il mercato occidentale amante dell'esotismo cinese ma un'opera imperfetta, sovraccarica, nostalgica e furente. Lietta TornabuonS Gong Li, nei panni di un personaggio femminile molto nuovo per il cinema cinese

Persone citate: Chen Kaige, Christopher Doyle, Gong Li, Lietta, Luchino Visconti

Luoghi citati: Asia, Cannes, Cina, Shanghai