Segando
Segando Segando 77 cuore di Cuba e una chitarra MILANO. A novembre di quest'anno Compay Segundo, leggenda vivente della musica afrocubana, compirà novantun'anni. Il più importante cantautore delle storie caraibiche, suonate con un chitarrone, avrà presto un figlio dalla sua fidanzata, una ragazza di 28 anni. Ora è a Milano per un concerto all'Orfeo. Fin dagli Anni 30 Compay ha seguito il suo amore per la chitarra pur lavorando, come molti suoi coetanei, in una fabbrica di sigari. La passione ha presto avuto il sopravvento sulle foglie di tabacco e con poche denari in tasca, ma tanta voglia di riuscire, ha fatto tutta la gavetta necessaria. «Ho conosciuto le persone giuste - ha detto ieri -, ma non sempre al momento giusto. Forse è per questo che ci ho messo così tanto tempo a farmi conoscere fuori da Cuba». Effettivamente con la dittatura di Batista prima e con il regime di Fidel Castro dopo, Francisco Repilado Munoz (questo è il vero nome) non ha avuto molte possibilità per uscire dai patrii confini. «C'era sempre qualcuno più importante di me, per una ragione o per l'altra quando si doveva andare all'estero per una tournée o per una veloce visita in qualche Paese comunista non mi invitavano mai». Compay deve comunque il suo successo in America e Europa a Ry Cooder che, andato a Cuba per registrare i vecchi maestri della chitarra caribica, scoprì Compay e ne parlò al mondo. Ciò che scaturì dall'amicizia fra il cubano e Cooder si può ascoltare in due album intitolati rispettivamente «Buena Vista Social Club» e il recente «Lo mejor de la vida». Qui, le mani lunghe e ossute dell'artista riescono ancora a «tòcar» la chitarra con la maestria che va riconosciuta a una leggenda. U. d. ]
Persone citate: Batista, Buena, Compay, Compay Segundo, Fidel Castro, Francisco Repilado
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