Chrysler-Daimler entro il '98
Chrysler-Daimler entro il '98 Chrysler-Daimler entro il '98 Firmato l'accordo, la Borsa esulta BONN NOSTRO SERVIZIO Il nuovo colosso dell'auto cun i piedi sulle due sponde dell'Atlantico avrà inizialmente due teste ma poi si rivelerà per quello che è in embrione: tedesco e con un nome (DaimlerChrysler AG) in cui spiccano soprattutto le prime sette lettere del gruppo di Stoccarda. Già il giorno dopo l'annuncio dei propositi di fusione tra il più importante gruppo industriale tedesco Daimler-Benz AG e la Chrysler Corp, la terza casa automobilistica Usa, i vertici delle due società hanno rivelato dettagli fondamentali del matrimonio industriale del secolo. Il nuovo gruppo che nascerà nei prossimi mesi sarà guidato per tre anni in maniera paritetica dal numero uno della Daimler-Benz, Jurgen Schrempp, e dal ((boss» della casa di Detroit, Robert Eaton. Dopo, è stato annunciato ieri, sarà il topmanager tedesco a prendere in mano il timone del gruppo, già ora da oltre 227 mila miliardi di lire di giro d'affari e 421 mila dipendenti, terza casa automobilistica del pianeta per fatturato (dietro a General Motors e Ford) e quinta per numero di veicoli venduti. E' il logico esito dello scambio di azioni che sarà proposto ai soci dei due gruppi: mentre gli azionisti del¬ la Chrysler otterranno «solo» il 43%, quelli della Daimler avranno «circa» il 57% della nuova società che per giunta sarà di diritto tedesco (è infatti una Spa tedesca, o ((AG») per ottenere vantaggi fiscali. Maggior azionista (12%) sarà la Deutsche Bank, la prima banca tedesca già azionista di riferimento nel capitale Daimler con un buon 21%. «E' un'unione storica che cambierà il volto dell'industria», ha detto Schrempp alimentando gli entusiasmi che, sull'onda di pareri in larga parte positivi formulati dagli analisti è di un utile potenziale di circa 8200 miliardi di lire, hanno fatto guadagnare un 8% al titolo Daimler-Benz alla Borsa di Francoforte e addirittura il 17% alle azioni Chrysler a Wall Street. In serata a Francoforte però qualche voce «stonata» di analisti cominciava a seminare i primi dubbi sull'efficacia delle previste sinergie e della compatibilità «culturale» di un gruppo «burocratico» tedesco e di uno più decentrato americano. Confortante per i tedeschi è stato comunque l'annuncio fatto da Schrempp ed Eaton («Non voghamo mischiare le marche») che le lussuose Mercedes, auto simbolo del gruppo tedesco, continueranno a circolare senza confondersi con le americane Jeep, Dodge e Plymouth. Parimenti distinte saranno in un primo tempo le sedi del nuovo mega gruppo (Stoccarda e Auburn Hills) e, forse per non creare dissidi, il «board» sarà composto da tutti i membri dei due direttivi attuali (18 manager). Oltre alla quasi perfetta complementarità della gamma veicoli, gli aspetti più rilevanti sono però i risparmi nei costi che questa fusione transatlantica potrebbe portare fin dall'anno prossimo: 2500 miliardi di lire che potrebbero venire soprattutto da economie di scala nella ricerca per lo sviluppo di nuovi modelli e nell'acquisto dei componenti, ma anche dalla possibilità di disporre di una rete di distribuzione in continenti per entrambi difficili da penetrare. Grazie alla diversificazione voluta dal predecessore di Schrempp, Edzard Reuter, la Daimler arricchisce il nuovo gruppo con interessi anche nei campi del trasporto pesante, aerospazio, automazione, treni e informatica. A fare il primo passo del «matrimonio paradisiaco», così l'ha definito Schrempp rivelando particolari della trattativa avviata fin dal gennaio scorso, è stato proprio questo «Rambo» dei top-manager tedeschi. I suoi primi contatti con il «pragmatico» Eaton successore del mitico Lee Iacocca e già capo della GM Europe, quindi con esperienza di mercato europeo, risalgono già al 1995. Rodolfo Calò
Luoghi citati: Detroit, Francoforte, Usa
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