Tietmeyer: «Benvenuti nel club dell'Euro»
Tietmeyer: «Benvenuti nel club dell'Euro» Il «Signore di Francoforte» elogia l'Italia e promette una rapida convergenza dei tassi Tietmeyer: «Benvenuti nel club dell'Euro» La Bundesbank scommette sul futuro «Dimentichiamo l'intesa di Bruxelles» ROMA. Chissà quanti mesi fa, se sei o otto o dieci, Hans Tietmeyer si era convinto che un giorno avrebbe pronunciato questa frase. «Benvenuti nel club» dice agli italiani il presidente della Bundesbank in una breve battuta alla radio, nel club della moneta unica beninteso. Anche questa è Eurolandia (così dicono i banchieri), Roma nel vento della sera vista da Monte Mario, in uno dei suoi più bei panorami. Ormai c'è da guardare avanti, a come farla funzionare bene, l'unione monetaria: è questo il messaggio, non la «predica» su cui lui stesso ironizzava, in un altro viaggio italiano molto tempo fa. Gli esami sono fatti, sono alle spalle. Nelle settimane . scorse gli esegeti autorizzati del capo della banca centrale tedesca si. destreggiavano tra gb scogli del «non abbiamo nulla contro l'Italia» e del «non sottovalutate la severità del giudizio sui Paesi ad alto debito, come Italia e Belgio»; ora basta. Lo spettacolo brutto, nel vertice dei capi di governo europei, casomai, lo hanno dato altri. Tietmeyer ripete il suo biasimo, quasi con le stesse codificate parole usate in Germania due giorni prima: «Non tutto ciò che è avvenuto lo scorso fine settimana a Bruxelles ha contribuito all'attesa che l'Euro possa essere una moneta davvero sovrannazionale e esente da influssi politici». Ma nell'attento bilanciamento delle frasi il discorso romano è più volto verso il domani. Tietmeyer aggiunge «la speranza che alcuni aspetti della decisione presa lo scorso fine settimana saranno dimenticati presto»; perché «per il futuro quello che conta è la sostanza delle decisioni». E la sostanza è che nel complesso la nomina dei sei membri del comitato esecutivo della Bce «va vista con pieno favore». E «le reazioni dei mercati sono state positive» (anche al di là di quanto la Bundesbank si aspettasse, hanno sostenuto mabgnamente alcuni osservatori). Anzi, è legittimo rallegrarsi che i sei prescelti «siano esperti riconosciuti di questioni monetarie e bancarie»; «alcuni anali- sti hanno anche parlato di dream team, di una squadra da sogno; certo anche il più promettente dream team ha da dimostrare che, nella pratica, sa davvero segnare i gol». Ad ascoltare Tietmeyer, nella cena a Villa Miani, ci sono banchieri internazionali tra i più importanti, venuti in Italia per la «Sessione di primavera» dell'Iif (Institute of international Finance), importante club finanziario con sede a Washington. Lui è venuto per pochissime ore, con un aereo privato; tornerà in nottata a Francoforte, perché ha molto da fare. A un grande tavolo con una quarantina di posti si siedono, tra gli itabani, il presidente della Bnl Mario Sarchielli, l'amministratore delegato dell'Eni Franco Bernabé, il presidente del Monte dei Paschi Luigi Spaventa, e Fabrizio Saccomanni direttore centrale della Banca d'Itaba per le questioni europee. La curiosità dei banchieri sarebbe casomai un'altra, capire su quale traiettoria la Bundesbank piloterà il costo del denaro in Germania nei prossimi mesi, in vista della convergenza dei tassi in tutta l'Eurolandia: su questo nessuna indicazione, nemmeno vaga. C'è solo una frase con cui Tietmeyer copre le spalle alla prudenza del suo amico Antonio Fazio: «La convergenza tra i tassi ufficiali delle banche centrali non necessariamente avrà luogo fin dall'inizio del periodo transitorio (il periodo da qui a fine dicembre, ndr). Limitate differenze e anche movimenti dei tassi di cambio possono benissimo continuare a verificarsi per qualche tempo». Solo verso la fine dell'anno sarà raggiunto «un bvello comune dei tassi ufficiali»; e «a quale livello, non si può predirlo oggi». Gli analisti finanziari sono lasciati soli a scommettere se sarà 3,8%, se sarà 4%, o altro. In una contortissima frase, il presidente d§lla Bundesbank sembra alludere alle possibilità che, nella seconda parte dell'anno, le banche centrali degli Undici consiglino strette di bilancio ai Paesi che avranno economie troppo in espansione o con pressioni inflazionistiche. Sarà questo, probabilmente, il primo banco di prova dei rapporti tra banchieri centrali e politici nell'Eurolandia. Stefano Lepri «Non si può predire quale sarà il livello a cui si fermerà il costo del denaro» i tre banchieri centrali di cui più si parla. Da destra, il presidente della Bce, Wim Duisenberg; il numero uno della Bundesbank Hans Tietmeyer; il governatore francese Jean-Claude Trichet
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