Un Prodi-time alla tv Usa di Gabriele Romagnoli

Un Prodi-time alla tv Usa Per 15 minuti il premier traduce in inglese i suoi tic verbali Un Prodi-time alla tv Usa NNEW YORK EL cuore del «prime-time» appare sulle tv americane il «prime-minister». Introdotto dall'intervistatore con l'inedita deferenza dovuta a un leader europeo, invece della consueta supponenza riservata a un pifferaio italiano, buca lo schermo Romano Prodi. Oddio, buca. Ci si spalma. Ma è, anche quello, un modo per conquistarlo. Quindici minuti con «The Professor» ed è fatta. Il giornalista, più che ottenere risposte, impara. Lo spettatore, a casa, o s'abbiocca o prende appunti. Da un continente all'altro, da una lingua all'altra, Prodi fa lezione. Lento, calcolato, inarrestabile. Se cominciasse dicendo «l'America ha bisogno d'affetto» ci sarebbe da temere di vederlo il giorno dopo su un pullman Greyhound al via di una campagna elettorale improbabile che lo condurrebbe alla Casa Bianca con i voti dei demo-repubblicani. Invece, comincia spiegando. In inglese, che, per un «prime minister» italiano, Dini a parte, è già una notizia. La cosa curiosa è che l'inglese di Prodi è l'esatta traduzione del suo italiano. Stessi tempi, toni e tic verbali. Ci sono tante interiezioni possibili nel linguaggio comune usato in America. Prodi ha fatto sue quelle «prodiane». Poteva concedersi il diffuso «I mean» (una sorta di «cioè»), il sospensivo «anyway» («comunque»), il pressoché intraducibile ma efficace «whatever». Invece, da professore, ha fatto altre due scelte. L'intervistatore domanda e Prodi introduce immancabilmente la risposta con «Look!». Letteralmente: «Guarda!». Ma è un modo per dire: sta attento, adesso ti spiego, non ti distrarre. «Look!», accompagnato da un gesto che definisce il campo d'azione in cui si muoverà il mondo (tra le mani di Prodi, a giudicare). Come mai il suo governo dura? «Look!». L'Inghilterra adotterà l'Euro? «Look!». Avete davvero sconfitto la corruzione? «Look!». Poi parte la spiegazione. Pacata e inesorabile. Punteggiata dal secondo tic verbale. Alla fine di ogni concetto: «you know», letteralmente «tu sai», meglio «come tu sai», una maniera di blandire l'interlocutore, dirgli qualcosa e fargli credere che lo sapesse già, tenerne al tempo stesso desta l'attenzione e alta l'autostima. L'Italia nel dopoguerra, you know. Il nostro deficit di bilancio nel '96, you know. La moneta comune nei prossimi due anni, you know. L'interlocutore, che in realtà non ne sa niente, annuisce per non scoprirsi. Lo spettatore, anche. Poco importa se c'è qualche svista o aggiustamento sulla storia passata o recente. Look, il professor Prodi ci ha portato in Europa, you know. Gabriele Romagnoli

Persone citate: Dini, Guarda, Prodi, Romano Prodi

Luoghi citati: America, Europa, Inghilterra, Italia, Usa