Tangentopoli in Calabria

Tangentopoli in Calabria Tangentopoli in Calabria Dieci arresti, assessore in cella CATANZARO. Bandi e gare d'appalto fatti su misura di chi già in partenza sapeva di vincerle e un traffico di rifiuti tossici che, anziché finire negli impianti di smaltimento delle società con le quali erano stati fatti gli accordi, venivano abbandonati in terreni agricoli del Cosentino. Due filoni della stessa inchiesta, la stessa in cui è coinvolto anche l'assessore all'Ambiente della Regione Calabria, Sergio Stancato, eletto nelle liste del Ccd nel '95 e da circa 15 giorni iscritto al Cdr, finito ieri in manette, insieme ad altre nove persone (tra le quali il suo segretario particolare), con l'accusa di corruzione: una tangente di 1 miliardo e 70 milioni di lire per due appalti nel settore della tutela ambientale. L'inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza del Nucleo regionale di polizia tributaria di Catanzaro, ha risvolti su due fronti. A parte i due episodi di corruzione che gli investigatori ritengono di avere accertato, con intercettazioni telefoniche, ma anche grazie alle microspie piazzate in alcuni uffici, rimane aperto il capitolo dello smaltimento virtuale dei rifiuti tossici, in particolare di 30 mila tonnellate di ferriti di zinco, residui del ciclo di lavorazione dello stabilimento Pertu- sola Sud di Crotone. E se 15 mila tonnellate sono state scoperte in terreni della zona di Cassano Ionio, di altre 12 mila non c'è ancora traccia: potrebbero essere finite in qualche terreno coltivato della zona. Due filoni d'inchiesta e due associazioni per delinquere, quelle ipotizzate dal sostituto procuratore distrettuale della Repubblica di Catanzaro, Luigi Demagistris, e che comunque ricondurrebbero alla figura di Eugenio Cicero, di 52 anni, di Diamante, indicato dagli investigatori come il faccendiere che avrebbe poi organizzato gli appalti pilotati grazie alla complicità di Stancato e del suo segretario, Giulio Maria Arrigucci, di 52 anni. Per la vicenda dei rifiuti tossici - nella quale Stancato e Arrigucci non compaiono - la ricostruzione dei finanzieri è lineare: una società costituita da tre degli indagati (tra cui Alessio Bargagliotti, di 49 anni, di Pieve Ligure, e il sindaco di Fagnano Castello, nel Cosentino, Luigi Rinaldo Brusco, quarantenne), la Atmc Sud, avrebbe ottenuto una deroga dalla Regione Calabria (un'autorizzazione amministrativa sulla quale sono ancora in corso indagini) per poter smaltire, a partire dal 1995, i residui della Pertusola utilizzandoli per conglomerati cementizi. Invece, con il concorso di altri tra gli indagati arrestati, tra i quali Cicero, li avrebbe disseminati nei terreni. E da qui l'ulteriore accusa di disastro ambientale doloso. L'altra associazione per delinquere, della quale avrebbero fatto parte anche gli imprenditori Alberto Carminati e Maurizio Corno, entrambi residenti nel Milanese, porta agli appalti regionali per interventi di natura ambientale. Le procedure di gara per l'affidamento, nel dicembre scorso, di uno studio per il disinquinamento elettromagnetico e acustico (per poco più di 5 miliardi) e della realizzazione della rete di rilevamento della qualità dell'aria in Calabria (per 3 miliardi e 700 milioni) sarebbero state pensate e stilate dagli stessi indagati (e poi consegnate in 16 floppy-disc). Le indagini hanno individuato anche il ruolo che avrebbe avuto in uno degli appalti la «Philips Automation», una società di Monza della multinazionale olandese, i cui uffici sono stati perquisiti nel corso dell'operazione «Artemide». Rocco Valenti