Napolitano: su Gelli il governo non ha colpe

Napolitano: su Gelli il governo non ha colpe Scalfirò manifesta i suoi sospetti. Berlusconi: forse si starà facendo curare in qualche clinica Napolitano: su Gelli il governo non ha colpe Ma Violante attacca: trovarlo subito. Prodi: caso da approfondire AREZZO. Il ciclone Licio Getti sconvolge il mondo politico italiano. Prende tempo Romano Prodi, dagli Usa: «Appena tornato in Italia esamineremo i particolari. Da qui, difficilmente posso dare un giudizio». Ma i partiti politici danno vita alla consueta ridda di polemiche; e le istituzioni ai massimi livelli si sentono costrette ad intervenire. E, mentre magistratura e forze dell'ordine, offrono imbarazzate spiegazioni, l'ex capo P2 se la ride al sicuro in qualche angolo del mondo. Intanto, le indagini sulla fuga di Getti, per quanto frenetiche, non hanno portato a risultati. L'ex gran maestro si è eclissato senza lasciare tracce e a poco valgono le ricostruzioni (tecniche) su come questo sia potuto avvenire. Ci ha provato il Dipartimento della Pubblica Sicurezza che in una nota ufficiale informa che il giorno successivo alla sentenza detta Cassazione (22 aprile), che sanciva la condanna definitiva a 12 anni di carcere (8 anni e 6 mesi ancora da scontare), la questura di Arezzo provvedeva ad assicurare un servizio di vigilanza presso l'abitazione di Getti allo scopo di evitare una possibile fuga. Scopo tragicamente fallito, evidentemente. Secondo il Dipartimento di pubblica sicurezza il servizio di sorveglianza, al quale si alternavano poliziotti, carabinieri e finanzieri, copriva l'intero arco della giornata, ma nessuno ha mai notato Getti entrare o uscire da Villa Wanda (il che fa ragionevolmente ritenere che egli si fosse già reso irreperibile). Una spiegazione che non cancella il senso di beffa calato improvvisamente sull'Italia. «Io non so se ci sono responsabilità in questa fuga - ha tuonato ieri parlando a margine di un convegno a Torino il presidente della Camera Luciano Violante -. Ce ne sarebbero di gravissime se Getti non venisse arrestato immediatamente. Penso che ora il governo debba fare tutto quello che è necessario per riprenderlo subito». Non ha invece voluto commentare direttamente la scomparsa dell'ex venerabile il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, il quale però ha lanciato un pesantissimo sospetto sui motivi dell'estradizione a suo tempo concessa dalla Svizzera nei confronti di Getti: «Ai miei tempi fui polemico sul suo rientro - ha affermato Scalfaro - perché rientrava non per rispondere dei grossi capi di imputazione, che la Svizzera certo non lo avrebbe sciolto dai vincoli, ma per i capi minori. Ebbi forse l'ingiusto sospetto che la richiesta fosse perché venisse in Ratta, più che per il processo. Un cattivo pensiero di gioventù che però mi ricordo di aver fatto e detto». Dal mondo politico è un coro di indignazione. Maggioranza e opposizione, seppure con toni e sfumature diverse, chiedono al governo di individuare immediatamente se ci sono dei responsabili e in questo caso di punirli. Sarcastico sulla fuga di Getti il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi: «Visto che si tratta di una persona di 79 anni non credo che sia tra i soggetti più ideali a restare a lungo in una residenza come la galera... Le colpe se ci sono state verranno accertate, ma sono sorpreso che abbia ritenuto di doversi allontanare. Potrebbe anche aver pensato di andare a farsi una cura piuttosto che a fuggire...». Non hanno invece voglia di scherzare 24 senatori del gruppo dei democratici di sinistra (fra i quali Cesare Salvi, Libero Gualtieri, Giovanni Pellegrino, Silvia Barbieri e Carlo Rognoni) che hanno presentato un'interrogazione al Presidente del Consiglio per conoscere i prowedimenti presi nei confronti dei responsabili della fuga dell'ex capo della P2 definita «un'intollerabile offesa alla coscienza civile del paese». In difesa delle forze dell'ordine e, indirettamente del proprio operato, si è schierato il ministro dell'Interno Giorgio Napolitano secondo il quale polizia e governo non hanno responsabilità nella fuga: «Ci si è comportati come la legge prescrive - afferma -. Il Parlamento può deliberare, ove lo ritenga opportuno, qualsiasi nuova norma al fine di evitare il rischio che si sottraggano all'esecuzione di condanne definitive soggetti che godono della presunzione d'innocenza e delle garanzie vigenti». E una nota del Viminale informa che «alla questura di Arezzo sono state recapitate, perchè fossero consegnate al giudice di sorveglianza, alcune certificazioni mediche relative alle condizioni di salute di Getti», provenienti dal figlio Maurizio. Intanto, com'è accaduto per Gelli, anche Maurizio Mazzotta, condannato a 8 anni nel processo per il crac dell'Ambrosiano, si è reso «uccel di bosco». Francesco Matteini Licio Celli, l'ex «venerabile maestro» della loggia massonica P2

Luoghi citati: Arezzo, Italia, Svizzera, Torino, Usa