Nell'inferno di Sarno adesso governa il caos di F. Mil.
Nell'inferno di Sarno adesso governa il caos Nell'inferno di Sarno adesso governa il caos SARNO (Salerno) DAL NOSTRO INVIATO «Fujtevenne, arriva 'a lava di fango», urla a squarciagola un poliziotto che scende di corsa da via Cannellone, un budello che dalla parte bassa del paese si inerpica verso Episcopio, il quartiere annegato nel fango con molti dei suoi abitanti. «Scappate, c'è un'altra frana», avverte un volontario che si ferma un attimo per prender fiato, e gli altoparlanti dagli elicotteri che volano a bassa quota lanciano lo stesso allarme. E' la scintilla che fa scoppiare il panico, e il panico si manifesta con scene apocalittiche. Dal vicolo, avvolta in una nuvola di polvere, avanza una folla di centinaia di uomini, donne e bambini che si riversano nelle campagne, il più lontano possibile dall'onda grigia di cui tutti parlano e che significa la morte. In realtà, anche se il rischio di altre frane è ancora altissimo, non sta scendendo altro fango a valle; c'è stato solo un movimento dello strato di mota che ha invaso quel che resta dell'ospedale «Villa Malta», e un muro è crollato a poca distanz ■ venti volontari che scavan j cerca dei morti. L'unico smottamento di una certa consistenza si è verificato lontano da qui, sulla strada che porta a Bracigliano, e non ha provocato danni gravi. Ma è bastato quel grido: «Fuitevenne», per lasciare campo libero al terrore. Sarno è sconvolta dalla paura e dal caos, oltre che dal fango. La gente qui è preda di notizie incontrollate, non sa a chi chiedere informazioni, non ha interlocutori che la indirizzi verso un ricovero sicuro. Chi dovrebbe imbrigliare la paura dei vivi che ancora cercano i morti nella palude di melma è egli stesso sopraffatto dal terrore. Come quell'uomo in divisa che fugge seguito dallo sguardo allibito di Elio Sossetto, del gruppo della protezione civile di Pordenone. «Roba da matti sbotta -, siamo arrivati in 43 dal Friuli per dare una mano, ma ce ne stiamo qui da un giorno e mezzo senza fare niente. Non c'è nessuno che ci dica che cosa dobbiamo fare, e questo è un guaio Con le frane non si scherza, ci vuole una buona organizzazio ne». Non sanno che pesci pigliare nemmeno i volontari venuti dal l'Austria, che si aggirano come zombi per le strade di Sarno in vase dalla polvere: il gruppo è stato affidato ad un impiegato comunale che parla solo italiano, e non riesce a comunicare. E che ne sarà di quell'ingegnere arriva to pieno di buona volontà da Montecorvino, nell'Avellinese, anche lui per dare una mano? Il suo incarico è di presidiare il campo di calcio dove, nelle intenzioni della protezione civile, dovrebbero essere custodite pale meccaniche e camion. «Come vede le ruspe non ci sono, e io me ne sto qui senza far niente con la mia brava ricetrasmittente», dice. Il grande piazzale del mercato orofrutticolo trasformato in centro di accoglienza sembra un girone dell'inferno dantesco. Senzatetto, uomini disperati in cerca dei loro cari che non vedono dal giorno del disastro, donne anziane che chiedono una sedia per riposarsi un po' si guardano attorno con l'aria smarrita di chi si sente perduto, frastornato dal fragore degli elicotteri che vanno e vengono sollevando turbini di polvere con il movimento delle pale. I volontari e gli uomini della protezione civile fanno quello che possono, ma sembra non riescano a mettere un po' d'ordine nel caos. C'è incertezza su tutto, anche sul numero delle persone di cui non si hanno più notizie da martedì: c'è chi parla di duecento, chi di trecento dispersi, mentre il bollettino ufficiale non supera quota centodieci. E' allarmatissimo pure il vescovo di Nocera e Sarno, Gioacchino Illiano. «Poche ore fa ho chiesto ai carabinieri che dessero una mano a recuperare i corpi di due bambini estratti dal fango. I soccorsi sono arrivati in ritardo. Ci vuole un coordinamento, bisogna dare cibo e acqua a questa povera gente. Apriremo qui, nel mercato ortofrutticolo, un centro di assistenza della Caritas». Fino a mercoledì sera il centro di accoglienza era gestito dal Comune, che non è riuscito a far fronte all'emergenza. Da ieri gli impiegati municipali sono affiancati dai funzionari della protezione civile giunti da Roma. Il rischio, avvertono, è che la confusione faccia il gioco degli sciacalli. In serata, preoccupato, per le polemiche sull'inefficienza nei soccorsi, il sottosegretario Barberi ha deciso di inviare a Sarno il dirigente generale dei vigili del fuoco D'Errico. [f. mil.]
Persone citate: Barberi, D'errico, Elio Sossetto, Gioacchino Illiano, Montecorvino
Luoghi citati: Austria, Bracigliano, Friuli, Malta, Pordenone, Roma, Salerno, Sarno
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