IN DIRETTA ARRIVA TELEFANGO di Massimo Gramellini
IN DIRETTA ARRIVA TELEFANGO IN DIRETTA ARRIVA TELEFANGO IL Catastrofico è un genere televisivo dai tempi dell'alluvione in Piemonte e dell'afflosciamento in diretta della permanente del sottosegretario Ombretta Fumagalli Carulli, simbolo dell'impotenza dello Stato di fronte alla furia della natura e alle stoltezze secolari degli uomini. Una sorta di Kolossal apocalittico, perennemente alimentato da terremoti, tracimazioni, straripamenti e da un sacrifìcio crescente di vite umane. In una televisione che si nutre di realtà costruita in studio, tocca al Catastrofico ricordarci che fra la vita e la Carrà c'è ancora una differenza che non sta nelle parole dei protagonisti né in quelle stereotipate degli inviati, ma nella forza bruta delle immagini. Il contadino che scava a mani nude alla ricerca dei figli. Il carabiniere che affonda nel fango, ma avanza. Il fiume grigio che ricopre le case come in un vecchio effetto speciale della «Bibbia» di De Mille. Immagini che parlano da sole, come si suol dire. E come si suol fare, nelle televisioni straniere. Il Catastrofico all'italiana" invéce vi aggiùnge una insopportabile colonna sonora di chiacchiere, protagonismi e banalità. Il genere obbedisce a canoni fìssi, uguali in tutti i programmi e telegiornali. 1.1 titoli di testa: «E' disastro», «E' scontro», «E' polemica». Soprattutto «E' polemica». In quattro tg ne abbiamo contati sette. 2. L'Autorità indignata, onnipresente e soprattutto onniparlante: da Mastella a Valdo Spini. 3. La responsabilità politica che è del Polo nei tg dell'Ulivo e dell'Ulivo nei tg del Polo. 4. Il tono delle testimonianze. Volontari rassicuranti e sfollati comprensivi («il letto non ha il materasso, pazienza») nei tg governativi, mentre negli altri dilagano i senzatetto furibondi che gridano frasi incongrue ma epiche: «Ci sono intere famiglie morte là sotto che hanno urgente bisogno di aiuto!». 5. L'inviato col disastro sullo sfondo che invita a «stare calmi» e intanto continua a muoversi come un tarantolato. 6. I disperati, che al Sud sono più telegenici, nel senso di meno imbarazzati dalla presenza delle telecamere nell'esprimere il loro dolore. Così la donna anziana che ulula con le mani nei capelli, mandata in onda a ciclo continuo da Emilio Fede. O l'uomo non anziano che ha una crisi di nervi durante il programma di Vespa e sviene quasi fra le braccia della sua compaesana Lucia Annunziata. 7. Gli esperti. Offesi, preoccupati, rassegnati. «Mi sento un verme», diceva a Fede il presidente dell'associazione dei geologi, prima di vaticinare la futura eruzione del Vesuvio. No il Vesuvio no, direte voi. Invece è qui la novità televisiva di quest'ennesima catastrofe: la sterzata millenaristica, rappresentata dal sopravvissuto che grida: «E questo non è ancora niente. La Bibbia dice che scenderà fuoco dal cielo». L'Apocalisse in diretta: lo scoop che Fede sogna da una vita. Massimo Gramellini
Persone citate: Carrà, De Mille, Emilio Fede, Lucia Annunziata, Mastella, Ombretta Fumagalli Carulli, Valdo Spini, Vespa
Luoghi citati: Piemonte
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