Lo scaricabarile dei saldi di Francesco Grignetti

Lo scaricabarile dei saldi ■ . . IN BILICO Lo scaricabarile dei saldi «E'guerra sui finanziamenti mai arrivati» ROMA I fronte al disastro, immediata è partita la polemica sul responsabile-chedeve-pagare. C'è anche un bersaglio facile: il presidente della Regione Campania, Antonio Rastrelli, An, dal gennaio 1997 commissario straordinario del governo contro frane e alluvioni. Ma il bersaglio non ci sta. Risponde alle critiche per le rime: «Mi hanno dato i poteri, ma non i soldi. Che potevo fare?». Già, i soldi. Rastrelli sostiene che non ha mai avuto neppure i 53 miliardi stanziati dal governo al momento della sua nomina. Possibile? Un ritardo di diciassette mesi per interventi di emergenza? Il sottosegretario alla Protezione civile, Franco Barberi, va in Parlamento e ammette: «E' vero. Rastrelli non ha ancora acquisito la disponibilità della somma autorizzata». Spiegazione tecnica: i 53 miliardi sono fondi del Cipe, ossia del Tesoro, e l'erogazione è stata decisa materialmente solo nel marzo scorso. Attenzione, questi 53 miliardi non avrebbero impedito la strage. «In tutta onestà, c'è da dire che gli interventi erano rivolti ad altre zone. Però magari sarebbero stato un aiuto», racconta da Napoli il presidente della commissione urbanistica regionale, Salvatore Ronghi, collega di partito di Rastrelli. . Ma intorno a questi 53 miliardi, che dovevano finanziare duecento interventi di emergenza sollecitati dai Comuni della Campania dopo un'altra alluvione del novembre 1996 e che sono diventati il simbolo di uno Stato inefficiente, è ugualmente partito lo scaricabarile. Si dilaniano nel Consiglio regionale della Campania, ad esempio. Il capogruppo del pds, Nino Daniele, chiede le dimissioni di Rastrelli: «E' falso che non poteva agire perché mancava lo stanziamento. Poteva muoversi con le anticipazioni di cassa»! Gli risponde a brutto muso Ronghi: «Falso. Per legge, senza l'erogazione da parte del Tesoro non si poteva fare niente». Gianfranco Fini presenta interrogazioni al vetriolo. Il Tesoro, da parte sua, lascia intendere che il ritardo è dovuto alla mancanza di un piano di fattibilità. Sempre Ronghi: «Falso anche questo. Il piano ce l'hanno da novembre». Ma è tutto un rinfacciarsi inerzie e indecisioni. Il sottosegretario ai Lavori pubblici, Gianni Mattioli, annuncia: tra il 1992 e il 1996, la Regione Campania ha avuto 9,3 miliardi per studiare il territorio (più altri 86 per proteggerlo). «Il mo¬ nitoraggio doveva esserci». Risponde indirettamente Rastrelli: «Berlusconi ci avrebbe dato di più. Al Piemonte diede 11 mila miliardi. Comunque ora il governo Prodi ci dà 50 miliardi. Li utilizzeremo per i primi bisogni». Ma questa dei soldi che non si spendono, in fondo, è una vecchissima questione di cui non si viene mai a capo. Lo ricordava il verde Massimo Scalia: «Ci sono migliaia di miliardi, disponibili per la tutela del territorio da frane e smottamenti, che restano inattivi per l'inefficienza congiunta del ministero del Tesoro e delle Regioni interessate». Ieri pomeriggio, intanto, si sono visti i ministri interessati, alla presenza di Veltroni, per decidere il da farsi. Sono stati stanziati 50 miliardi per gli interventi di Protezione civile. E s'è finito con un solenne proclama: «Difesa del suolo e riassetto idrogeologico devono diventare una priorità assoluta», Il ministro all'Ambiente Edo Ronchi (verdi), entrato a Palazzo Chigi con in tasca una bozza di decreto per togliere le competenze dei suoli al ministero dei Lavori Pubblici, ne è uscito con la promessa di una commissione tra ministri per la riorganizzazione dei ministeri. «Non sarà la solita commissione di studio. Veltroni mi ha garantito i tempi brevi». Francesco Grignetti Berlusconi: «Alla Campania devolviamo le plusvalenze sulle azioni Telecom» D'Alema ai suoi «Facciamo autocritica» Un infermiere osserva una squadra impegnata nel recupero dei cadaveri di alcuni suoi colleghi

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