Patty Pravo, guai e libertà di Marinella Venegoni

Patty Pravo, guai e libertà Esce il nuovo disco: dieci imprevedibili canzoni d'autore Patty Pravo, guai e libertà «Sono una musa nata» MILANO DAL NOSTRO INVIATO «Notti, guai e libertà». Nel titolo dell'album che esce domani, ricorrono immutabili gli ingredienti del fascino di un'icona bionda, troppo perfetta e misteriosa per poter mai invecchiare. Un pubblico di adolescenti catturati l'anno scorso con il revival di «Pensiero Stupendo» aspetta queste nuove canzoni di Patty Pravo: soltanto nel '94, quando uscì «Ideogrammi», interessante album sperimentale ma con effetto commerciale zero, nessuno avrebbe scommesso un soldo che lei potesse tornare a vere canzoni pop. L'imprevedibilità fa parte del personaggio. Così, dopo «Dimmi che non vuoi morire» di Vasco Rossi, che le ha regalato il rilancio nel Sanremo '97, ecco un disco di gran classe, che non strizza l'occhio ai giovanissimi né ai fans più affezionati. Dieci canzoni in gran parte di firme illustri: ed è anche curioso vedere come Nicoletta ispiri spesso ai cantautori testi sulla libertà («sono una musa nata»). L'ironica ballata «Strada per un'altra città», con uno sfizioso testo di Enrico Ruggeri, si rivela un aggiornamento di «Oggi qui, domani là», grande successo di Pravo: «Non cambio ancora no/ La mia vita sarà/ Oggi qui poi domani chissà». Franco Battiato ripensa le proprie ritmiche implacabili dei primi '80, su parole del prof. Sgalambro che riscrive «Emma Bovary» (Patty poi taglierà corto: quella del romanzo è stata una «trasgressione sopravvalutata. Lei era una borghesuccia»). Ivano Fossati, parole e musica, la vede come un raffinatissimo ((Angelus» («Eccomi qui/ Pronta e muta come un pianoforte/ Pettinata e vestita/ Come un angelo da collezione»). Ro berto Vecchioni, su musica del bra vo produttore Paoluzzi e della Berte, prende in prestito il titolo di «Treno di panna» di De Carlo: bailatona acustica, guardacaso sull'imprevedibilità e incoerenza di comportamenti. Guccini, nel testo di «Una casa nuova» su musica di Curreri, le fa cantare: «E sono sola in questa casa nuova/ e respiro vernice e libertà/ Ma superarla devo questa prova/ E dopo poi sarà quel che sarà». Lucio Dalla, infine, ha fatto da supervisore a «Les étrangers», brano evocativo dedicato alle migrazioni di massa contemporanee. Il resto del disco è all'altezza: con qualche esagerazione sui '60 («Baby Blu»), con una interessante «Sylvian» di cui Nicoletta è anche autrice, dominata dalla chi¬ tarra acida di Phil Palmer. Il disco ripropone le doti di una interprete dal timbro assai particolare, nata come contralto. La voce è più bruna, più bassa e disincantata, con rari e accorti virtuosismi. Bellissima in velluto marrone, ieri Nicoletta StrambeUi ha raccontato di esser stata svegliata la mattina del cinquantesimo compleanno, a Londra, alle 7 del mattino da un allarme che ha costretto tutti i clienti dell'hotel a scendere in pigiama e cappotto sulla strada. Si è dichiarata pentita dell'affermazione «Quando vedo Prodi vomito»: «E' stata una scivolata. Mi è spiaciuto ma sono umana anch'io. Non chiedo scusa, semmai pardon»; ha ribattuto a Vasco che definendola «Divina», diceva che lei non sa quanto costa un etto di prosciutto: «Mi sono informata. 4500 lire quello più scadente. Ma lui, lo sapeva?». Parteciperà al Festivalbar e al Disco per l'estate; sarà in tournée per due mesi fra luglio e agosto, subito dopo i Mondiali di calcio. Marinella Venegoni Testi ricercati, da Battiato a Dalla da Sgalambro a Guccini a Ruggeri «Su Prodi ho sbagliato, non chiedo scusa, semmai dico "pardon"» Patty Pravo: esce domani il nuovo ed «Notti, guai e libertà»; qui'sotto, Luca Carboni

Luoghi citati: Londra, Milano, Sanremo