VALENTINA

VALENTINA La nipote di Gino Cervi racconta la sua lotta contro la censura per «Artemisia» VALENTINA Flussione inlegnale ROMA. Il silenzio, la passione, la «capacità di "essere" e di saper seguire le proprie emozioni»: dal personaggio di Artemisia Gentileschi, Valentina Cervi, 23 anni, romana, nipote del celebre attore Gino, ha imparato soprattuto questo. «Quello che mi ha particolarmente toccata dice - è che Artemisia non ha mai parlato a nessuno delle sue passioni, dei suoi sogni. Ha utilizzato le immagini invece delle parole e per me, che parlo tanto, questa è stata una scoperta importante. Lei comunica con il mondo unicamente attraverso la pittura: dipingere, per lei, è respirare». Ma le pai-ole, certe volte, sono utili e Valentina Cervi, cresciuta in una famiglia d'arte, abituata a respirare aria di set fin da quando era bambina, lanciata da Jane Campion che le ha affidato in «Ritratto di signora» il ruolo della docile Pansy, lo sapeva bene quando è volata negli Stati Uniti a difendere il suo film dagli interventi della censura: «"Artemisia" era stato in un primo tempo vietato ai minori di 17 anni, a quel punto la Miramax che lo distribuisce mi ha chiesto di andare in America a incontrare personalmente la commissione in compagnia di un avvocato. Ho spiegato che non aveva senso vietare il film proprio al pubblico a cui si rivolgeva e alla fine abbiamo ottenuto una vittoria storica: per la prima volta, dopo 30 aimi, un film, prima vietato, è stato riabilitato in versione integrale». In Italia, strano a dirsi, è andata peggio: una delle due scene incriminate dai censori americani, l'amplesso fra due sconosciuti spiato da Artemisia sulla spiaggia, è stata in parte tagliata e solo in questa versione la pellicola potrà affrontare, tra circa una settimana, il giudizio del pubblico. Colpita al cuore dalla visione, agli Uffizi di Firenze, del quadro più famoso di Artemisia Gentileschi «Giuditta che decapita Oloferne», Cervi racconta che anche Madonna è rimasta fortemente impressionata dalla storia del film, tanto da sostenerlo pubblicamente con il suo giudizio positivo: «Ho conosciuto Madonna a New York, in occasione della prima: è una donna con la "d" maiuscola, molto semplice e naturale, a differenza di quello che tanti credono». Come la regista Agnes Merlet, Cervi rifiuta l'interpretazione in chiave femminista del personaggio della pittrice romana nata nel 1593 e morta a Napoli nel 1653 : «La gente ha fatto di Artemisia un simbolo femminista. Ma ancora una volta è l'opinione degli altri. Lei non è un simbolo, è solo se stessa. Il fatto che sia una donna non ha neanche importanza. La cosa più interessante che ho imparato da lei è il modo per trovare la forza di realizzare i propri desideri, di insistere». A guardarla, esile, ma anche forte, con lo sguardo profondo e la bocca dai contorni decisi, si direbbe che lei, Valentina, di te¬ nacia ne abbia da vendere. «Mi fa paura tutto quel cinema commerciale che si fa in Italia ma anche altrove - dice -, evito quelle proposte in cui, più del desiderio di comunicare qualcosa, è forte la valutazione del prodotto film in termini economici». Per ampliare il campo delle possibilità lavorative Cervi ha imparato presto che è necessario studiare, conoscere le lingue: «Ho vissuto a Parigi per un po', per imparare bene il francese, anche se la mia base resta Roma: una città che comunque mi impigrisce e da cui ogni tanto sento la necessità di scappare». Da lunedì, intanto, Cervi sarà di nuovo su un set francese, per recitare, al fianco di Fabrice Luchini e Sandrine Kimberlain, nella commedia nera di Pascale Bonitzer «Niente su Robert». Fulvia Caprera Lanciata da Jane Campion ora girerà in Francia: «Mi fa paura un certo cinema commerciale che si fa in Italia» di Artemitina Cervi, ote del ce imparato Quello che e toccata ia non ha o delle sue ni. Ha utinvece delle arlo tanto, operta imica con il attraverso per lei, è volte, sono vi, cresciu'arte, abia di set fin na, lanciahe le ha afLanciata da Jora girerà in «Mi fa paura cinema comche si fa in It Due immagini di Valentina Cervi in «Artemisia»