Piazza Affari ancora sull'altalena

Piazza Affari ancora sull'altalena Operatori molto selettivi. Il listino cade, poi si riprende e limita le perdite (-0,38%) Piazza Affari ancora sull'altalena Ondata di acquisti su Fiat, Lazio alle stelle MILANO. Calcio superstar, quattro ruote alle stelle. Piazza Affari si adegua così all'onda dei mercati azionari europei, e non solo. E così, la cronaca della seduta presenta diversi motivi di interesse nonostante l'impostazione generale dei listini. Ribasso all'inizio, recupero nel primo pomeriggio in attesa di novità su Wall Street, chiusura negativa sempre sull'onda delle notizie in arrivo dagli Usa (compreso un piccolo rimbalzo, anche questo collegato all'avvio favorevole dello Standard and Poor's). Ma la seduta milanese non s'esaurisce di sicuro sull'onda delle notizie in arrivo dall'altra sponda dell'Atlantico. Certo, l'indice Mibtel registra, in chiusura, un calo dello 0,38%. Ed in questo il listino italiano si conferma in linea con le altre piazze europee, da Francoforte alla City londinese e Parigi, stagnanti o in discesa dopo i fuochi d'artificio collegati all'esordio dell'Euro. Ma, stavolta, l'indice dice poco, anche quello del Mib 30. Anche a Milano, anzi ben più che altrove, ha fatto effetto la fenomenale novità dell'accordo Chrysler-Daimler. L'intesa tra i due colossi a quattro ruote è stata interpretata dai listini come il fischio d'avvio di una battaglia a tutto campo tra i grandi «competitore» mondiali in un mercato sempre più difficile e crudele. Poteva la Fiat star fuori dal rivolgimento generale? Forse, ma nessuno ci avrebbe scommesso. A ragione, perché sulla Fiat si sono immediatamente accesi i riflettori dei colossi mondiali della finanza ancora una volta convinti, a torto o a ragione, che il gruppo torinese sia il candidato ideale per un fi nanziamento a tutto campo da parte di un gruppo Usa o «made in Japan», oppure, in chiave più modesta, europeo. Il risultato? La Fiat è il titolo delle quattro ruote che ha registrato il maggior incremento in Europa: gli ultimi prezzi, infatti, hanno oscillato attorno alle 7800 lire e più (il 6,32% di progresso), poco sotto, in termini percentuali, rispetto al 7,35% della Daimler a Francoforte e al 6,49% della Renault a Parigi. Gli operatori internazionali, insomma, considerano la Fiat una delle protagoniste assolute del prossimo riassetto degli equilibri del mercato a quattro ruote. E, in attesa, di conferme, operano di conseguenza. Va rilevato, però, che la spinta speculativa non è certo stata tra le più imponenti: sulla Fiat, ieri, il giro d'affari ha toccato quota 265 miliardi, il massimo della giornata ma, a ben giudicare, meno del 10% del controvalore assoluto (3286 miliardi in tutto), e poco di più dei 244 miliardi di scambi sulle Generali e dei 205 su Tim e 198 su Telecom. Non è un mercato euforico, in ogni caso, come dimostra la frenata dell'Eni dopo la notizia del prossimo collocamento della quarta quota del colosso energetico (-2,23 a quota 11.890 lire) a dimostrazione che gli operatori pensano che, al momento buono, si potrà comprare a prezzi più sacnfica- ti. Ma è un mercato ben sostenuto, come, al contrario, certifica la discreta tenuta del Fib 30 (solidissimo in mattinata a quota 33.700) che testimonia la volontà dei professionisti ad assorbire eventuali spinte al ribasso da parte della speculazione. A turbare l'equilibrio generale c'è stato, in attesa della partita serale, il ciclone Lazio. Il club di Cragnotti, poche ore prima di incrociare i bulloni con Ronaldo ha esordito alla grande sui tabelloni di Piazza Affari. La prima quotazione dopo numerosi tentativi di «fare risultato» (ovvero di fissare un prezzo ufficiale...) ha toccato un prezzo di 6577 lire, ovvero l'I 1,5% in più del prezzo di collocamento (5900 lire) pagato dagli investitori in occasione dell'offerta pubblica dello scorso 28 aprile. Cragnotti, insomma, ha fatto gol contro i critici che hanno contestato i numeri dell'operazione. Stamane, una volta noto il risultato della finale di Coppa Uefa tra Lazio e Inter sarà possibile avere una prima risposta ad una delle questioni che più agitano gli analisti tifosi dei mercati finanziari italiani (e non solo): quanto può pesare sui prezzi di Borsa di una squadra di calcio un risultato sportivo? La questione sarà risolta, in un senso o nell'altro, dal duello parigino tra Ronaldo e Mancini, destinati così a scrivere una pagina del mercato finanziario di casa nostra. E non sarà una questione così irrilevante, a giudicare dal «forcing» della vigilia: ieri, in poche ore, per un controvalore di 60 miliardi (più dell'eventuale cartellino di Del Piero), è stato scambiato il 20% del capitale della società biancoceleste... [u. b.l

Persone citate: Cragnotti, Del Piero, Mancini