D'Alenici ammonisce le Fs di Bruno Gianotti
D'Alenici ammonisce le Fs Burlando cerca un superconsulente. An: Cimoli sarà silurato D'Alenici ammonisce le Fs «Vanno male? Cambieranno i vertici» ROMA. Massimo d'Alema, leader del maggior partito di governo, ammonisce i vertici delle Ferrovie: «Il governo li ha scelti sulla base delle loro competenze professionali ed è stato inequivocabilmente dimostrato che nessuno di loro è stato scelto per titoli politici. Ma hanno avuto dal governo risorse rilevanti ed un quadro normativo definito; dunque facciano; se faranno bene, ne avranno un grande merito, se faranno male il governo li sostituirà». D'Alema parla al convegno dei ferrovieri pds (li invita ad assecondare il cambiamento, a non fare scelte suicide), mentre c'è un dibattito molto teso all'interno del consiglio di amministrazione Fs. Il clima non è certo dei migliori, lo avverte anche il segretario generale della Cgil Sergio Cofferati e lo conferma il sottosegretario ai Trasporti Giuseppe Soriero. Lo spiega il presidente Claudio Demattè: non sono contrasti, né scontri, né guerre di religione «da testimone diretto posso rassicurare tutti», annuncia e getta acqua sul fuoco del dibattito che è «non solo sereno, ma costruttivo». Nessuno, per il momento, è però in grado di dire esattamente da dove nasca e dove porti. Di certo, a giudicare dai segnali che filtrano, al centro di tutto c'è Giancarlo Cimoli, l'amininistratore delegato successore di Necci: è alle prese con un altro bilancio difficile che potrebbe chiudere in perdita di 7 mila miliardi, con un vertiginoso costo del lavoro e scarsi introiti delle biglietterie. L'Alta velocità non decolla e proprio martedì ha dovuto lasciare la presidenza, un po' per incompatibilità di cariche, un po' per il braccio di ferro con le banche. In più, la scorsa settimana il Consiglio dei professori gh ha bocciato il progetto per le grandi stazioni. Di fronte a tanti mah che rischia no di diventare incurabili, ieri, do po l'annuncio in Parlamento, è arri vato anche il ministro Burlando a confermare che si sta pensando di chiedere una collaborazióne superspecialistica per ristrutturare il carrozzone-Ferrovie: contatti in corso con la Roland Berger, la società che curato il riassetto delle Db (la rete tedesca), tenendo i contatti con 100 mila ferrovieri, e l'alleanza Alitalia-Klm. Ce n'è abbastanza per giustificare le tensioni, e anche qualcosa in più, all'interno del ver tice Fs. Anche le voci, confermate da An, che danno Cimoli in rotta con D'Alema e «silurato» dopo il bilancio. Il sottosegretario Soriero conferma il dibattito, ma dice che c'era da aspettarselo e che non c'è da scandalizzarsi, perché è positivo, rompe con il passato: «Finalmente si mette in discussione un vecchio equilibrio che aveva per troppi anni trascurato l'azienda dal punto di vista di una politica innovativa che rimuove nicchie di potere e rendite di posizione, che reagiscono». Versione ribadita da Cofferati che rilancia però la sua idea: ben vengano le tensioni, se portano a proposte costruttive. Ora per le Fs «che non possono utilizzare il modello usato per Alitalia», dice il leader della Cgil, è il momento giusto. Ap¬ pello non a Cimoli, ma al Consiglio: «Costruisca una sua opinione su come riorganizzare l'azienda e poi ne parli con il governo e il sindacato». E' una strada percorribile? Il ministro Burlando ha detto sì: il rilancio delle Fs passa attraverso un patto stabile con i lavoratori. «Le vicende che viviamo adesso alle Ferrovie le hanno già vissute altri comparti - ha affermato Burlando all'assise dei ferrovieri pds - ma la differenza è che presto ci sarà più concorrenza a livello europeo. Lo scontro lavoratori-azienda quindi non ha più alcun senso. Il problema nodale è creare ora un clima di fiducia fra il management e i lavoratori ai quali si è chiesto di partecipare ai cambiamenti profondi». Bruno Gianotti
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