Un flirt controvoglia ad Avignone di Enrico Benedetto

Un flirt controvoglia ad Avignone Il Cancelliere: «Solo bla-bla» la lite sulla Banca europea. I due leader a braccetto in piazza Un flirt controvoglia ad Avignone Vertice tra Kohl e Chirac PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Carissimi nemici a Bruxelles neppure una settimana fa, Kohl e Chirac hanno ripreso ieri ad Avignone - gratificando fotografi e nativi muniti di provvidenziali bandierine, ma senza troppo convincere l'ormai stanco flirt franco-tedesco. «Le relazioni sono eccellenti», spiega con enfasi Helmut. E la rissa Bonn-Parigi sulla Banca Centrale? «Il resto non è che bla-bla», aggiunge, secco. Dopo la bufera, torna insomma il sereno. 0 meglio, così vogliono farci credere due partner instabili e vendicativi, riappacificatisi per la Ragion di Stato europea ma nella consapevolezza che lo stop alla guerriglia è provvisorio. L'embrassons-nous stempera il contenzioso, ma legittimando una tregua e non la pace. L'incassatore Kohl non difende in definitiva lo «Chirac pigliatutto» ma il suo futuro elettorale. Sbarazzatosi al Bundestag degli strali Spd e Verdi - la minoranza parlamentare intendeva processarlo, ma i numeri la condannano -, il buon viso a cattivo gioco gli serve per emergersene più o meno in bellezza da una «settimana nera» che potrebbe costargli la cancelleria. «Caro Jacques!». Il Cancelliere prende a braccetto in piazza Chirac, trascinandolo verso ima folla plaudente. E le mani da stringere pratica in cui l'inquilino dell'Eliseo è imbattibile - sembrerebbero rasserenare entrambi. Lasciato a casa il mastino Waigel - che, giura, non vuole boicottare con la sua assenza il vertice - per Helmut e Jacques è l'ora dei soirisi. Tubano, si direbbe. Lasciando la Germania, Kohl dichiara che per Borni e Parigi i rapporti bilaterali sono «questione di cuore». Riconosce qualche «problema», e tuttavia lo relativizza nella metafora amorosa. Nella discussione al Bundestag, anche Theo Waigel finisce per mhiimizzare lo «strappo» belga. Cosa fatta, capo ha. Il ministro delle Finanze difende quindi in aula - malgrado gli ripugni - il «compromesso» Duisenberg-Trichet. Quanto a Parigi, nega l'innegabile. L'omologo francese di Waigel, Dominique Strauss-Kahn, annuncia che tra i due partner non vi è (da menoma freddezza». E dinanzi allo scetticismo della salastampa, lanciava ieri mattina: «Vedrete ad Avignone». La Città dei Papi, regina finora in diplomazie curiali, esordisce con successo in campo laico normalizzando la crisi. E la cena di gala Chirac-Kohl - con un defilatissimo Lionel Jospin a far da comparsa - annega la riconciliazione nell'inevitabile champagne. Non è finita. Anche se il protocollo arrossisce, lo stesso albergo - l'Hotel de l'Europe, bella coincidenza accoglie i due fidanzatini prodighi. Camere separate, beninteso. Helmut Kohl esigeva, spiega l'agenzia «France Presse», una doccia rispettosa del suo metro e 90. Benché rimpicciolito sul piano politico dagli ultimi sondaggi, il Cancelliere rimane un gigante. E solo l'albergo ove Chirac ha il suo Quartier Generale rispettava la ragguardevole taglia del Bundes- kanzler. Mitterrand e Kohl non conobbero mai un'analoga intimità. Eppure si dice che Helmut rimpianga Frangois. Ma la Realpolitik ha leggi indiscutibili. Il Cancelliere rivela dunque che i rapporti personalcon Chirac sono «dei migliori»«Ciò non impedisce che abbiamo giudizi diversi», prosegue. Ma regalando a Jacques Chirac per isummit una caraffa e sei bicchieri di pregio, sottolinea che s'impone il brindisi, non la querelle. L'Eliseo lo accontenta. Si brinda «all'amicizia franco-tedesca». Il secondo cin-cin augurale è per Kohl. E l'ultimo va ai «futuri vertici». Sta mane usciremo dal décor enogastronomico per una conferenza stampa. Con qualche barlume chissà - di notizia. Volersi bene è una virtù noiosa in politica. E l'eccesso di zelo nelle effusioni reciproche intriga. Da Parigi, ormai sazia, giungono segnali distensivi. Strauss-Kahn osserva come malgrado il candidato francese alla presidenza Berd - la Banca per l'Est europeo - «sia il migliore» (ci risiamo), l'Europa non deve attendersi un braccio di ferro bis causa intransigenza transalpina. Quanto a Chirac, lo descrivono furioso per le critiche giuntegli dall'estero. Ha dunque riunito a colazione una tavola di premier francesi, of course - visualizzando la «continuità» fra Gauche e Droite nelle politiche europee. Iniziativa felice, ancorché plateale. Dal novantunenne Couve de Murville a Edith Cresson, la tavolata legittimava l'euroChirac.. Ma Giscard gli rovina l'happening. L'ex presidente snobba l'incontro. Peggio, scrive a Helmut Schmidt per complimentarne lo slancio europeista. Che perfidia. Come non preferirgli il buon vecchio Helmut per commensale? Enrico Benedetto ¥ * Jf Il -¥■ * Il Cancelliere tedesco Kohl e il presidente francese Chirac ieri ad Avignone