Dalla Bulgaria un'arma segreta per i dirottatori di Franco Pantarelli
Dalla Bulgaria un'arma segreta per i dirottatori Gli Usa lanciano l'allarme: lunga dieci centimetri, è simile a un portachiavi e costa appena venti dollari Dalla Bulgaria un'arma segreta per i dirottatori —. • » . 7 . /t. • . „ • 7 • /* • .77» • E' una micro-pistola, spara 2proiettili, sfugge ai metal-detector NEW YORK NOSTRO SERVIZIO L'apparenza è quella innocua di un portachiavi, lungo meno di dieci centimetri e largo meno di tre. Un tipico oggetto che al momento di passare in qualche metal-detector viene messo nel cestino, assieme alle monete, e fiduciosamente restituito al proprietario dopo che la macchina ha decretato che è «pulito». Ma non è un oggetto innocuo: è una pistola che può sparare due pallottole calibro 32 e costa la modica cifra di 20 dollari. Alla portata di ogni borsa, come suol dirsi, e quindi perfettamente ottenibile da «dirottatori, terroristi e assassini», come dice il «New York Times» che ieri ne ha rivelato l'esistenza con grande rilievo. Finora, le persone pescate con questi gioiellini indosso sono state quattro, da quanto se ne sa: una all'aeroporto di Perth, in Australia, una in Inghilterra e due allo scalo aereo di Atene, la seconda giusto l'altro ieri. Nessuno sa con certezza in quale Paese venga prodotta questa pistola, ma U sospettato numero uno è la Bulgaria perché quella sequestrata a Perth era accompagnata da un foglio di istruzioni scritte in bulgaro. Sulla sua «commercializzazione», però, i sospettati sono molti di più. L'Interpol, che il mese scorso ha segretamente lanciato l'allarme in tutti i 177 Paesi che ne fanno parte, dice che la pistolaportachiavi è «prontamente reperibile» nel Sud dell'Europa, un'indicazione geografica vaga ma che comprende anche l'Italia. I «meriti» di quest'arma sono molteplici: intanto, visto che la presenza di metallo è minima, uno che la tiene in tasca ha buone probabilità di passare attraverso un metal-detector senza che nessun segnale si attivi; poi, nel caso che quel segnale ci sia (non tutti i metal detector sparsi per il mondo hanno la stessa sensibilità), può benissimo capitare che l'agente di guardia lasci comunque passare il suo possessore pensando che si tratta di un portachiavi. Un nuovo pericolo, insomma, si è affacciato nel mondo del trasporto aereo (e per estensione in tutte le situazioni in cui vengono normalmente effettuati controlli, per esempio le cerimonie ufficiali con i re, i presidenti e i primi ministri) e la cosa forse più inquietante è che quelli addetti a combattere quel pericolo hanno stentato parecchio a rendersi conto della sua gravità. Una prova? I primi due esemplari di questa nuova arma sono stati trovati a Perth e ad Atene nel settembre scorso e soltanto all'inizio di quest'anno, cioè dopo quattro mesi, la Federai Aviation Administration, l'agenzia americana preposta al controllo degli aeroporti, ne è venuta a conoscenza «grazie all'indiscrezione di un governo europeo», cioè in pratica di straforo, ha detto al «Times» un dirigente di quell'agenzia. E quanto all'allarme dell'Interpol di cui si diceva, è stato lanciato solo poche settimane fa, cioè a otto mesi di distanza. Insomma, se l'ingegnosità dei criminali galoppa, l'azione dei loro «naturali nemici» sembra andare molto a rilento. Al vertice del «Gruppo dei 7» più la Russia previsto per la fine di maggio a Birmingham, in Gran Bretagna, un pimto dell'ordine del giorno sarà la cooperazione nella lotta alla criminalità internazionale, ricorda il «New York Times», ma l'apparire di quest'arma dimostra «quanto ancora ci sia da fare in questo campo». La cooperazione fra i vari Paesi, infatti, è considerata ancora troppo scarsa rispetto alle necessità. Franco Pantarelli
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