l'Ira in campagna elettorale per la pace di Fabio Galvano

l'Ira in campagna elettorale per la pace Il gruppo autorizza il Sinn Féin, suo braccio politico, a partecipare al futuro Parlamento del Nord Irlanda l'Ira in campagna elettorale per la pace E a Belfast un «comizio per il sì» di Blair e Major LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Tony Blair e John Major, insieme per la prima volta, hanno lanciato ieri a Belfast la campagna del «sì» in vista del referendum del 22 maggio; ma sono venuti dal Sinn Féin, il partito dei nazionalisti cattolici irlandesi, e dalla stessa Ira, il braccio armato della lotta repubblicana, i più decisivi contributi al «partito del sì». Un documento filtrato alla stampa rivela infatti che martedì a Dublino l'Ard Comhairle, l'esecutivo del partito, ha sancito il suo appoggio all'accordo di pace di Stormont, con la raccomandazione al congresso del partito - convocato domenica prossima a Dublino - di approvarlo a sua volta e di partecipare con vigore alla campagna del sì. A questo si affianca una storica decisione presa dal Consiglio militare dell'Ira: di consentire ai membri del Sinn Féin di partecipare a quello che il lessico repubblicano ha sempre definito un Parlamento «servile», cioè l'ipotizzata Assemblea del Nordirlanda, sempre ostracizzata in passato in quanto legittimazione della giurisdizione britannica. Persino David Trimble, leader degli unionisti protestanti, ha avuto ieri parole d'ammirazione per quella svolta: «E' significativo che per la prima volta i repubblicani entrino in un organismo parlamentare di Stormont. E' un'importante svolta». Anche il benestare dei grandi nemici, essi stessi schierati per il sì nonostante una forte dissidenza interna e il no dei gruppi protestanti più estremisti, contribuisce a spianare la strada del referendum. Ancor più avrebbe contribuito, se fosse stata vera, la notizia corsa in prima mattinata, secondo cui l'esecutivo del Sinn Féin aveva anche assunto l'impegno per un disarmo almeno parziale dell'Ira. E' uno dei motivi di maggior contendere nella rincorsa al 22 maggio: un cavallo di battaglia molto caro ai lealisti, e difatti il primo a sottolineare la propria soddisfazione era stato Trimble. Salvo poi doversi rimangiare tanto entusiasmo quando Mitchel McLaughlin, presidente nazionale del Sinn Féin, ha smentito la notizia. Sarebbe stato pretendere troppo, in una giornata già di svolte decisive. Le decisioni dell'esecutivo repubblicano e dell'Ira aprono la strada all'Assemblea del Nordirlanda e agli organismi panirlan- desi; insomma al compromesso che appare oggi come unica possibilità di progresso sul sentiero della pace. Toccherà naturalmente ai 1400 delegati del Sinn Féin, al congresso straordinario di domenica a Dublino, dare l'assenso definitivo: a maggioranza semplice per quanto riguarda il sì all'accordo, con una maggioranza dei due terzi per modificare il proprio statuto e attuare il consenso dell'Ira a un ruolo parlamentare del partito. Ci saranno voci contrarie, ma l'entusiasmo per il ruolo negoziale di Gerry Adams dovrebbe contribuire a una decisiva maggioranza. Su quésto sfondo la missione davvero senza precedenti di Blair e Major a braccetto per la pace («Ma queste - si è giustificato l'ex premier conservatore sono circostanze senza precedenti») deve servire soprattutto a rassicurare chi, nello schieramento lealista, teme un pericoloso allontanamento di Londra. Insieme hanno invitato il Nordirlanda a imboccare senza indugio il cammino della pace. «Le vostre mani sono insanguinate», ha gridato a Major la vittima di un attentato dell'Ira. Ma l'ex primo ministro non è parso scosso: «Il no - ha detto significherebbe altri trent'anni di no. No agli investimenti, no all'occupazione, no al ritorno di un'intera generazione costretta a cercare altrove una carriera, no a un futuro di pace, no alla riconciliazione, no alla fine della paura e del sospetto. In definitiva, no alla speranza». E' stato applaudito; come lo è stato Blair quando ha invitato tutti gli irlandesi, con un sì il 22 maggio, a isolare le bande paramilitari che non osservano la tregua. «E' gente che vuole sconfiggere la pace», ha detto. Uomini, per il nuovo Ulster, del passato. Fabio Galvano Domenica il congresso del partito cattolico sancirà l'approvazione Parole d'ammirazione del leader protestante per la «svolta storica» f Il leader del Sinn Féin, Gerry Adams e in alto l'ultimo governatore di Hong Kong, Chris Patten

Persone citate: Chris Patten, David Trimble, Gerry Adams, John Major, Mitchel Mclaughlin, Tony Blair, Trimble

Luoghi citati: Belfast, Dublino, Hong Kong, Londra, Nord Irlanda, Ulster