Un rosso per Londra di F. Gal.
Un rosso per Londra Un rosso per Londra Un falco laborista favorito come sindaco LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'ombra di «Ken il rosso» rischia di fare andare per traverso a Tony Blair anche quello che, in altre circostanze, sarebbe un risultato con i baffi: il sì, largamente previsto dai sondaggi, nel referendum in cui si chiederà oggi agli abitanti di Londra - anzi della «Grande Londra», l'ormata da 32 Comuni - se vogliono un sindaco a elezione diretta e con saldi poteri amministrativi, affiancato da un'assemblea locale di 25 membri. L'ombra è quella di Ken Livingstone, che fu già a capo del Greater London Council fra il 1981 e il 1986, prima che la signora Thatcher lo abolisse: è il candidato preferito dai londinesi, ma appartiene alla sinistra laborista, alla «vecchia guardia» che Blair sta cercando di eliminare. Il primo ministro la spunterà al referendum ma con la quasi certezza di subire uno smacco alle successive elezioni. Non è il solo motivo per cui la giornata potrebbe rivelarsi indigesta al premier inglese. Il referendum londinese, infatti, non è che uno di numerosi appuntamenti con le urne. Parallelamente si voteranno i consigli comunali dei 32 Comuni londinesi e di numerose altre località inglesi: in tutto sono in palio circa 4 mila seggi (più, a lato, l'elezione suppletiva per la sostituzione di un europarlamentare recentemente deceduto). E trattandosi del primo importante impegno elettorale dopo il trionfo laborista di un anno fa, tutti scrutano nei risvolti della capitale e della provincia possibili cambiamenti dell'umore politico. Riusciranno i conservatori a dare segni seppur tenui di rinascita? Manterranno i liberali il loro secondo posto a livello locale? Le previsioni sono di una leggera flessione laborista: logorio del potere, forse, a dispetto dei sondaggi nazionali; o forse il prezzo dell'assenteismo che sovente caratterizza le elezioni locali. Ma è Londra ad attirare l'attenzione. Il nuovo sindaco, eletto per quattro anni, sarà responsabile di trasporti, polizia, vigili del fuoco, sviluppo economico, cultura, sport, arti, ambiente e sanità, con un megabilancio di 3,3 miliardi di sterline (quasi 10 mila miliardi di lire) a cui potrà aggiungere altri fondi con varie forme di tassazione diretta e indiretta, non esclusi i parcheggi e un'eventuale balzello sulla circolazione delle auto. Ken il rosso, che durante gli anni in carica aveva abbattuto le tariffe della metropolitana ora costosissima, piace ai londinesi. In realtà, dicono i sondaggi, agli elettori piace di più Richard Branson, il boss della Virgin, che però ha qualche riserva di fronte a un diretto impegno politico. Ma Livingstone gli sta appresso; e in caso di elezioni su base partitica appare oggi senza rivali: sembra vano il tentativo di Blair di opporgli l'ex attrice Glenda Jackson, attuale sottosegretario ai Trasporti. Né prendono quota le azioni del conservatore Lord Archer, l'unico già impegnato in una vera campagna elettorale. Persino fra i Tories non è popolare: gli preferirebbero l'ex governatore di Hong Kong, Chris Patten. Il quale, accecato dai bagliori di Ken il rosso, se ne sta bene a distanza, [f. gal.]
Persone citate: Chris Patten, Glenda Jackson, Ken Livingstone, Livingstone, London, Lord Archer, Richard Branson, Thatcher, Tony Blair
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