In Indonesia uccisi sei dimostranti di E. St.

In Indonesia uccisi sei dimostranti Ancora scontri In Indonesia uccisi sei dimostranti GIAKARTA. L'Indonesia, che con i suoi 200 milioni di abitanti è U 4° Paese del mondo, sembra essersi avvitata in una micidiale spirale di crisi. Dopo il crack finanziario, il crollo della valuta e l'accendersi dell'inflazione, la protesta suscitata dal carovita rischia ora di aggiungere instabilità politica all'instabilità economica, con il prevedibile risultato di spaventare ancor più i possibili investitori esteri e deprimere maggiormente la già provata economia. Ieri sono proseguiti per il terzo giorno consecutivo gli scontri tra polizia e popolazione a Medan, importante centro con due milioni di abitanti nell'isola di Sumatra. Almeno sei i morti, i feriti si contano a decine, e oltre 170 sono gli arrestati. Gravi disordini si sono però verificati in parecchie altre città, compresa la capitale Giakarta, dove la polizia è intervenuta all'Università sparando proiettili di gomma contro gli studenti che bruciavano i ritratti del presidente Suharto, il despota che da 30 anni governa il Paese con pugno di ferro. La polizia ha sparato anche a Jogiakarta, sull'isola di Giava, dove 10 mila persone hanno invaso le strade: almeno dodici i feriti. I fatti più gravi sono tuttavia avvenuti a Medan, dove la popolazione ieri si è ancora riversata nelle strade, assaltando e saccheggiando negozi e bancarelle, gestiti in maggioranza dalla minoranza etnica cinese: il 3% della popolazione, controlla però il 70% del commercio. Quattro persone sono morte intrappolate in un edificio cui era stato appiccato il fuoco e un'altra è stata uccisa dalla polizia. Un dimostrante è stato ucciso anche nella vicina cittadina di Lubuk Pakam. Ovunque sono stati assaltati e saccheggiati i depositi alimentari, e le vie di Medan, presidiate dall'esercito, appaiono ingombre di pietre, vetri rotti, copertoni e auto bruciate. Fino a poco fa la protesta era limitata alle università, ma la scorsa settimana, obbedendo al Fondo monetario internazionale (Fmi), il governo ha interrotto i sussidi ai prodotti energetici, e lunedì sono entrati in vigore massicci aumenti per la benzina (+71%), il cherosene per cucina (+25%), l'energia elettrica (+20%), e le tariffe aeree e ferroviarie. Suharto ha così ottenuto dal Fmi lo sblocco di crediti per 43 miliardi di dollari (74 mila miliardi di lire), ma ha anche scatenato l'ira del popolo, sordo alle minacce di dura repressione. A causa dei disordini la rupia indonesiana ha toccato nuovi minimi, mentre la Borsa, caduta già due giorni fa del 5,1%, è scivolata ieri del 4,7, trascinando con sé tutte le Borse della regione: Kuala Lumpur (-3,9), Bangkok (-2,3), Manila (-2,47) e Singapore (-1,42). Per il Far-East il peggio non sembra ancora passato. [e. st.]

Persone citate: Suharto

Luoghi citati: Bangkok, Giakarta, Indonesia, Kuala Lumpur, Manila, Singapore