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Belpietro: ho premiato i giornalisti meritevoli Ancora polemiche tra Frisi e il «Giornale» Belpietro: ho premiato i giornalisti meritevoli ROMA. E' ancora polemica sul caso «Giornale». La Fnsi è tornata sulla vicenda del «premio» (750 mila lire) dato ai giornalisti del quotidiano milanese che non avevano aderito allo sciopero della categoria. «La Federazione nazionale della stampa sostiene il sindacato dei giornalisti continuerà, piaccia o non piaccia al direttore de "D Giornale", Maurizio Belpietro, a tutelare in ogni sede i diritti di tutti i giornalisti, anche di quelli del "Giornale" e del suo direttore, ogniqualvolta siano violati, come è accaduto in questa occasione». Ma Belpietro chiarisce di aver «concesso un'una tantum ai colleghi 1 che ho ritenuto meritevoli, nessuno dei quali era a conoscenza di questa mia iniziativa il giorno in cui ha deciso di non aderire allo sciopero». E continua Belpietro: «Capisco che la Fnsi, sindacato che si ispira alla tradizione del kolkoz, vorrebbe poter decidere al posto mio chi premiare e chi no, ma non ho alcuna intenzione di rinunciare a una prerogativa che mi è attribuita per contratto. La ve¬ ra provocazione non è la mia - aggiunge Belpietro - ma quella del sindacato che non sa fare II proprio mestiere e non sa proporre ai propri rappresentati dei contratti che siano dignitosi. Se invece di perdere tempo a redigere comunicati rabbiosi, la Fnsi mettesse il naso nelle redazioni scoprirebbe che in quella de "il Giornale" si vive bene e sono rispettate tutte le tutele». Controreplica della Fnsi: «Il direttore del "Giornale" forse non sa che una legge di questa Bepubblica (non di un kolkoz) vieta esplicitamente atti e trattamenti economici discriminatori nei confronti di quei lavoratori che abbiano partecipato ad uno sciopero, come è avvenuto al "Giornale". Dimentica inoltre, che le sue "prerogative" non discendono da una legge naturale, bensì dal contratto collettivo di lavoro che lui tanto disprezza. Quel contratto che la categoria giornalistica ha saputo conquistare unitariamente e difendere in 90 anni di lotte sindacali». [r. int.]