Giallo sulla fuga del Venerabile

Giallo sulla fuga del Venerabile L'ex gran maestro della Loggia P2 condannato per il crack del Banco Ambrosiano Giallo sulla fuga del Venerabile Sparito Gelli, deve scontare 8 anni di carcere scomparso da lunedì. «Per me è uscito stamattina. Buon giorno». Clic. A questo punto si tratta di capire, ma non sarà facile, per quale motivo Gelli se ne sia andato. Se si tratta di una assenza momentanea, dettata dall'esigenza di sistemare i propri affari prima di varcare la soglia del carcere. Oppure se ci si trova di fronte a ima vera e propria fuga per evitare di trascorrere l'ultimo capitolo della sua movimentata vita dietro le sbarre. Licio Gelli era stato condannato per concorso nella bancarotta del Banco Ambrosiano, la cui insolvenza fu dichiarata nell'agosto del 1982. La sentenza della Cassazione dello scorso 22 aprile ha messo la parola fine ad una vicenda, piena di colpi di scena, che si è trascinata per anni. Secondo Pier Luigi Dell'Osso, il magistrato che ha condot- to l'inchiesta, Gelli e il suo collabo ratore Umberto Ortolani (anch'egli condannato a 12 anni di reclusione) avrebbero ottenuto da Calvi 140 milioni di dollari dell'epoca (oltre 140 miliardi di lire), pur essendo a conoscenza della forte esposizione dell'istituto di credito. Gelli ha sempre negato ogni responsabilità ma al processo di primo grado, nel 1992, fu condannato a 18 anni e sei mesi, pena ridotta in appello a 12 anni il 10 giugno del '96 e confer mata dalla Cassazione. Ora l'ex gran maestro è ricercato in mezza Europa. Ricevuto il rapporto sulla irreperibilità di Gelli da parte della Questura di Arezzo, la procura di Milano ha emesso un ordine di carcerazione valido su tutto il territo rio nazionale e nei Paesi che aderì scono al trattato di Schengen re centemente entrato in vigore, gra zie al quale, forse, l'ex venerabile potrebbe aver lasciato indisturbato l'Italia. Non è neppur escluso che abbia puntato direttamente verso quei paesi (Brasile, Paraguay Uruguay) dove non c'è estradizione per i reati di cui rispondere. Francesco Matteini La Cassazione ha confermato la sentenza e la polizia sorvegliava la sua villa ad Arezzo Ma quando è scattato l'ordine di arresto l'uomo è scomparso Licio Gelli, ex gran maestro della loggia massonica P2 IL GRAN BURATTINAIO SAREZZO COMPARSO, fuggito, volatilizzato, Licio Gelli, ex gran maestro della loggia P2, l'uomo dei mille intrighi e dei troppi misteri è irrintracciabile. Quando lunedì scorso gli agenti della Digos hanno suonato il campanello di Villa Wanda, la sua abitazione in provincia di Arezzo, hanno trovato solo la figlia Maria Rosa ed un nipote. Gelli doveva essere arrestato in esecuzione della sentenza sul crack del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, diventata definitiva dopo la conferma della Cassazione emessa il 22 aprile scorso (l'ex gran maestro, condannato a 12 anni, deve scontare un residuo di pena di 8 anni e sei mesi). Gli agenti si sono presentati a Villa Wanda tranquilli di trovare l'ex venerabile in casa: Licio Gelli, 79 anni appena compiuti, ormai da tempo fa vita riservata, limitandosi a ricevere la visita di qualche vecchio amico, anche se per alcuni non ha mai smesso di ordire trame. Inoltre, nel giugno dell'anno scorso gli è stato ritirato il passaporto ed ogni mese si deve presentare in questura per firmare un registro (proprio lunedì 4 maggio avrebbe dovuto apporre la firma di maggio). Un tranquillo e innocuo vecchietto, insomma, che in anni passati ha avuto un ruolo da gran burattinaio di tante intricate vicende finanziar-politico-affaristiche, ma che oggi non avrebbe dovuto più riservare sorprese. Sbagliato. Licio Gelli è di nuovo al centro di un giallo. Nonostante negli ultimi giorni la Questura di Arezzo avesse intensificato i controlli intorno a Villa Wanda, il «vecchietto» se n'è andato alla chetichella. Lo conferma anche il suo legale aretino, l'avvocato Raffaello Giorgetti: «Lunedì scorso ero in udienza, quando ho ricevuto una telefonata. Sono andato a Villa Wanda ed ho trovato gli agenti della Digos che, non trovando il dottor Gelli, hanno perquisito l'abitazione. Non so dove possa essere, considerando che è gravemente ammalato e anche psicologicamente molto giù». L'avvocato ha detto di non aver avuto contatti con il suo assistito negli ultimi giorni. Così Licio Gelli, per la giustizia italiana, da lunedì è ufficialmente «latitante». Ma se si prova a cercarlo telefonicamente a Villa Wanda, la risposta di una solerte segretaria appare quanto mai sconcertante: «Mi di spiace, ma il commendatore non è in casa. E' uscito stamattina e rien trerà solo alle 20,30 per cena. Però guardi che per farlo mangiare tran quillo stacchiamo il telefono». E' sicura di averlo visto uscire stamani? (ieri per chi legge) «Certo! perché me lo chiede?». Sembra che sia

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