Depenalizzazione, è scontro
Depenalizzazione, è scontro Il governo: reato estinto per chi risarcisce le tangenti. Insorgono prc e radicali Depenalizzazione, è scontro Flick smorza, oggi il voto ROMA. In apparenza ha un aspetto innocuo, sarà perché quella paginetta e mezzo è scritta nello stile in cui in genere si scrivono le leggi, ostico ai più. Fatto sta che l'articolo 16 bis della normativa che è all'esame della Commissione Giustizia del Senato e che prevede la depenalizzazione dei reati minori potrebbe nascondere la volontà, da parte della maggioranza, di usare maggior clemenza nei confronti di tangentisti e finanziatori occulti dei partiti. l'articolo in questione fornisce all'esecutivo una delega per decidere come, quando e in quali casi adottare delle sanzioni che non siano la carcerazione. Alla fine di questo articolo è stato aggiunto im emendamento governativo, ed è quello che potrebbe fornire un'agevole via d'uscita a chi infrange le leggi. In parole povere si prevede la possibilità di estinguere il reato a patto che vengano risarciti i danni. La novità limita questa opzione a chi fruisce della sospensione condizionale della pena, situazione che potrebbe verificarsi anche per corrotti e corruttori, in particolare se si ricorre al patteggiamento. La proposta del governo godeva (almeno fino a che la notizia non è divenuta di dominio pubblico) del consenso dell'Ulivo e di una parte del Polo. Contrari, invece, la vice presidente del Senato Ersilia Salvato, di Rifondazione comunista, e il radicale Pietro Milio. Il testo controverso dovrebbe essere votato oggi dalla commissione, la quale, comunque, ha respinto un altro emendamento governativo che allargava ulteriormente le maghe della depenalizzazione. La cosa sarebbe dovuta andare avanti senza scalpore, ma, come spesso accade in questi ijasi, la notizia è rimbalzata sulle agenzie di stampa, e a quel punto è stato tutto un profluvio di precisazioni, rettifiche, un affrettarsi a smentire, prendere le distanze. Anche perché la presidente dell'associazione nazionale magistrati Elena Paciotti ha lasciato chiaramente intendere quale sia l'opinione della categoria da lei rappresentata: «Credo che non giovi inserire altri argomenti nella depenalizzazione, che noi speravamo venisse approvata dal Senato così come era stata approvata dalla Camera». Il primo a negare la volontà di procedere a colpi di spugna è stato il ministro di Grazia e Giustizia Flick. «Sul piano tecnico - ha spiegato - la norma di cui si parla non può essere applicata per estinguere reati di corruzione e concussione. Comunque - ha precisato ancora il Guardasigilli - sul piano politico il governo non ha alcuna intenzione di utilizzare la delega che il Parlamento riterrà di concedere per compiere colpi di spugna in materia così delica¬ ta». Il ministro della Giustizia ha detto la sua. Ma il resto della maggioranza non vuole essere da meno. Di qui una serie di dotte disquisizioni, soprattutto da parte dei rappresentanti dei democratici di sinistra e del partito popolare, dalle quali si evincerebbe che, non solo non è vero niente di quel che si dice a proposito dei tangentisti e dei finanziatori occulti della politica, ma che addirittura la misura in questione sarebbe restrittiva. Il senatore demosinistro Guido Calvi, spazientito per le indiscrezioni che circolavano a Palazzo Madama, ha osservato: «Ma quali tangentari, non c'entra niente, la modifica di cui si parla riguar¬ da i furti dei motorini: chi li commette e restituisce il maltolto ha un determinato tipo di trattamento». Il quadro è veramente quello dipinto dal senatore demosinistro? Salvato, il cui garantismo è notorio, ha fornito una versione dei fatti differente. «Parlare di colpo di spugna per i tangentisti - ha sottohneato - forse è esagerato, ma esagera di sicuro Calvi quando rninimizza e parla di furti di motorino, perché in ballo ci sono reati ben più gravi. La verità è che su una materia di questo genere non si può dare un eccesso di delega al governo, senza che prima si abbia ben chiaro quello che si vuole fare». [in. t. m.J Il ministro di Grazia e Giustizia Giovanni Maria Flick
Persone citate: Elena Paciotti, Ersilia Salvato, Flick, Giovanni Maria Flick, Guido Calvi, Pietro Milio, Salvato
Luoghi citati: Roma
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