Tradito da un del fanale della Mercedes di Angelo Conti
Tradito da un del fanale della Mercedes Tradito da un del fanale della Mercedes e ANALISI DI UNA SVOLTA GENOVA DAL NOSTRO INVIATO Un pezzetto di plastica di un centimetro per un centimetro ha tradito il presunto mostro. Lo avevano recuperato i carabinieri di Novi Ligure subito dopo l'omicidio delle due guardie giurate. Nella fretta di allontanarsi dal luogo del delitto, al culmine di una nervosa retromarcia, l'assassino aveva urtato con la sua vettura contro un platano. Il fanalino posteriore si era rotto, ed il frammento era finito nell'erba. Una microtraccia che i carabinieri hanno recuperato e poi messo a disposizione dei colleghi parmensi del Centro investigazioni scientifiche dell'Arma, diretto dal maggiore Luciano Carfano,. un ufficiale che è solito lavorare in stretto contatto con l'Fbi. Su quel pezzetto di plastica è stato possibile applicare la microspettrofotometria, una tecnica di indagine che permette di individuare, a seconda della deviazione dei fasci infrarossi, gli elementi costitutivi dei polimeri plastici. Rilevati i polimeri è stato poi possibile risalire alla ditta che li aveva prodotti, e da questa a, quella che aveva provveduto allo stampaggio della plastica. Un procedimento del tutto analogo a quello impiegato dalla Gendarmeria francese per risalire alla misteriosa Fiat Uno che avrebbe urtato la Mercedes su cui trovò la morte lady Diana Spencer. Con questo sofisticato accertamento si è così arrivati al fanalino della Mercedes e soprattutto all'esatto modello della vettura e anche all'anno di fabbricazione. Elementi che, aggiunti alle frammentarie indicazioni sulla targa dell'auto (che iniziava con AN), hanno poi permesso di restringere la rosa dei sospettati a poche decine di nomi. Su questa rosa sono iniziati i riscontri e il nome di Donato Bilancia, pregiudicato con precedenti per armi, è emerso subito con evidenza. Anche se la storia criminale del personaggio, comunque infarcita di microepisodi che spaziavano dalla rapina al possesso di armi, non sembrava tale da giustificare una simile esplosione di violenza, peraltro del tutto inusuale anche in considerazione dell'età. La letteratura criminale contempla infatti pochissimi casi al mondo di serial killer rivelatisi tali dopo i 40 anni. La certezza sull'identità dell'assassino non poteva che venire dalla sola persona che l'aveva visto sicuramente in volto: il transessuale Lorena. Convocato in caserma, lo avrebbe riconosciuto immediatamente, senza il minimo tentennamento. Su questa base sarebbe poi scattato il provvedimento di custodia cautelare, attuato dai carabinieri del comando provinciale di Genova. I militari, nell'eseguirlo, avrebbero sfruttato anche alcune indicazioni fornite da prostitute della zona di Genova Centro, che lo avrebbero visto aggirarsi sul lungomare anche nel tardo pomeriggio di martedì. Poi, verso le 4 di ieri mattina, la cattura, proprio mentre l'uomo si stava accingendo a rientrare nella sua casa di Cogoleto. Cosa permette a questo punto di giustificare «pesanti sospetti» anche sugli altri delitti? I proiettili del revolver calibro 38. Il Centro investigazioni scientifiche dell'Arma aveva già accertato, attraverso comparazioni sulle rigature effettuate con l'ausilio del microscopio elettronico, che, nonostante la frammentazione dei proiettili in piombo dolce senza camiciatura (tipo Wade-Cutter, usati soprattutto nei poligoni di tiro), tutti erano stati sparati dalla stessa arma: una Smith & Wes son 38 special, oppure un clone di questa marca. Un revolver come quello che avrebbe il Bilancia. Cosa resta da fare? L'indagine è adesso volta ad ottenere nuove conferme che sono attese su due fronti. Innanzitutto le prove bali stiche sul revolver sequestrato: si tratterà di sparare qualche deci na di colpi contro bersagli morbidi, recuperare i piombi e compa rare le rigature prodotte dalla canna (che rappresentano una sorta di carta d'identità di ogni arma leggera) con quelle rilevate sui proiettili recuperati dopo i delitti. Ma la prova della verità, quella che potrebbe supportare l'eventuale impianto accusatorio sino alla Cassazione, sarà la prova del Dna. Ancorché all'inizio non confermata dagli inquirenti, e serbata come un «segreto» comprensibilmente decisivo, c'è sempre da considerare il ritrovamento nelle toilette dei treni teatro degli ultimi due omicidi, di tracce di sperma. Prelevato e adeguatamente «amplificato» nei laboratori di Parma, ha fornito due «codici genetici» perfettamente uguali. Poiché, in casi come questo, la possibilità di un errore è pari ad una ogni diversi milioni di casi, i carabinieri sono così arrivati ad un altro elemento che avvalorava la tesi di una mano sola per tanti delitti. Ora, dal sangue o da un capello dell'arrestato, sarà possibile estrarre il Dna, così da poterlo comparare con quello dello sperma lasciato sui treni. Momento certamente decisivo di tutta l'indagine. Ci sono margini di errore? I carabinieri sembrano sicuri del fatto loro: esistono riscontri di pohzia scientifica che sono obiettivamente difficili da smontare e c'è ancora, come abbiamo visto, la possibilità di nuove conferme, tali da avvalorare ulteriormente la tesi accusatoria. Occorrerà però considerare nel dettaglio se l'accusa a carico di Bilancia potrà essere estesa a tutti gli episodi di sangue verificatisi in Liguria ai danni di giovani prostitute. Ogni delitto potrà essere contestato solo dopo l'acquisizione di tutti i riscontri. Un lavoro di cesello, di pazienza, di grande impegno. Ma da fare adesso con serenità e senza angosce: il serial killer non colpirà più. Angelo Conti Ora si attendono gli esami sull'arma sequestrata e il test del Dna Recuperato nell'erba della villa di Novi dopo il duplice delitto dei vigilantes
Persone citate: Diana Spencer, Donato Bilancia, Luciano Carfano
Luoghi citati: Cogoleto, Genova, Liguria, Lorena, Novi Ligure
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