«Disastro sottovalutato all'inizio»

«Disastro sottovalutato all'inizio» Sotto accusa anche la Regione: il piano di prevenzione del territorio è stato dimenticato «Disastro sottovalutato all'inizio» / sindaci: sono arrivati uomini e mezzi poco attrezzati NAPOLI NOSTRO SERVIZIO La rabbia prende il sopravvento sul dolore, mentre si contano i morti inghiottiti dal fango e si sta con il fiato sospeso per la sorte dei tanti che non rispondono all'appello. Ed è ima rabbia che difficilmente troverà il conforto della rassegnazione perché nasce dal convincimento delle molte cose che potevano essere fatte per scongiurare la catastrofe senza che nessuno si assumesse l'incarico di farle. Come in un mesto coro da tragedia greca, i sindaci dei Comuni colpiti parlano di sciagura «annunciata», di evento «evitabile» e l'annuncio della polemica contro le istituzioni appare racchiuso proprio nella scelta delle parole che accompagnano i sostantivi. Guai a chiamare in causa la fatalità, i primi cittadini hanno infatti idee chiare sulle responsabilità e tutte richiamano a una colpevole inerzia della politica e della pubblica amministrazione: mancanza di interventi per la sistemazione idrogeologica del territorio, da tempo immemorabile tormentato da frane e smottamenti, sottovalutazione dell'allarme quando cominciavano ad apparire chiari segni della cata strofe, ritardo dei soccorsi, esiguità dei fondi assegnati per il recupero delle aree a rischio. Non usa giri di parole Antonio Siniscalchi, sindaco di Quindici: «Chi ha sbagliato deve pagare», dice e il suo non è un ammonimento vago, perché cita quelle istituzioni che avrebbero sottovalutato gli allarmi. «Mi sono rivolto al governo, alla Regione, alla Procura della Repubblica, ho inviato denunce con cadenze mensili ma non ho avuto risposte». Nonostante la sua appartenenza al centrodestra, il primo cittadino colloca sul banco degli imputati proprio la giunta regionale presieduta da AnJfc.-» jt. va .r„:- -._/!_; tonio Rastrelli, di an. «Sono tutti dei pagliacci: ci avevano detto che ci avrebbero convocati a Napoli ma la riunione non si è mai tenuta». Il primo cittadino individua la causa principale nella totale assenza di prevenzione. «Io stesso - ricorda poi - sono rimasto bloccato nella sede del Comune insieme con il commissario di polizia, mentre la frana avanzava: per ben due ore abbiamo chiesto U soccorso di un elicottero, ma inutilmente, poi siamo fuggiti con le nostre gambe attraverso i tetti. E' mancato - spiega infine - totalmente un piano di riassetto idrogeologico». Ma accanto al «j'accuse» generale nei confronti dello Stato trova spazio anche la denuncia delle attività di speculazione, dell'opera di cittadini senza scrupoli che danneggiano irreveremihnente il territorio senza preoccuparsi nnniniamente delle conseguenze. Come fa Gerardo Riccio, sindaco del Comu- ne di Siano, che accenna agli incendi dolosi che ogni estate devastano la montagna, rendendo franoso il terreno. ((Avevamo più volte sollevato il pericolo di frane e la necessità di rimboschimenti» denuncia Riccio. E punta anche lui l'indice sui ritardi dei soccorso. «C'è stata una grande solidarietà da parte degli uomini, ma sono arrivati in ritardo i mezzi: avevamo dato subito l'allarme, però non è stato preso in considerazione». Ricorda Gerardo Basile, sindaco di Sarno: ((Alle 17, quando ho chiesto l'intervento della Prefettura, pensavo si trattasse di far fronte solo a mia frana in località Episcopio, poi con le ore il disastro ha assunto dimensioni assolutamente imprevedibili». Sono accuse a 360 gradi anche quelle lanciate dal presidente della Provincia di Avellino, il pidiessino Luigi Anzalone: ((Altro che disastro annunciato, si tratta di un disastro superannunciato: il sottosegretario Barberi e il presidènte Rastrelli hanno dimostrato come si possa costruire il nulla in due». Per AnsaIone «Né il governo dell'Ulivo, né la Regione Campania hanno fatto da due anni a questa parte alcunché». «Siamo di fronte al consueto, miserevole palleggiamento delle responsabilità», commenta sconfortato. Il deputato del pds Alberta De Simone, eletta nel collegio della Bassa Irpinia, in una interrogazione parlamentare ha ricordato la richiesta, rimasta senza risposta, di lavori per i «Regi Langhi», i canali dell'Agro Nocerino. Una polemica che si estende allo stanziamento dei fondi, come sottolinea ancora Anzalone: diversi comuni ora colpiti dal disastro non furono inseriti nell'elenco dei destinatari dei fondi, e per Quindici furono stanziati 200 milioni, una cifra «assolutamente insufficiente». Enzo La Penna Il primo cittadino di Quindici: chi ha sbagliato deve pagare Sono tutti dei pagliacci Il presidente (pds) della Provincia: né il governo né la Regione hanno fatto qualcosa Slndaci in rivolta nei paesi travolti dall'alluvione A destra il ministro dell'Ambiente Edo Ronchi

Luoghi citati: Avellino, Campania, Episcopio, Napoli, Siano