«Colpa di Comuni e Regione»
«Colpa di Comuni e Regione» PQLEMICA VICEMINISTRO ALL'ATTACCO «Colpa di Comuni e Regione» Mattioli: troppi permessi edilizi dissennati LA domanda che, sconsolata, ma spesso rabbiosa, ricorre in questi casi è: perché? Perché è successo un'altra volta? Perché non s'è potuta evitare l'ennesima tragedia prevedibile? Il sottosegretario (e fisico) ai Lavori Pubblici, Gianni Mattioli, riconduce la risposta «a tre fattori concomitanti». Tre cause in una, onorevole Mattioli? «Senza alcun dubbio. Siamo di fronte all'uso dissennato di un territorio che ha una struttura gelogica molto particolare: rocce calcaree alle quali sono sovrapposti materiali di natura vulcanica. Strati che, in presenza di particolari condizioni meteorologiche, scivolano gli uni sugli altri. E nessuno venga a dire che non si sapeva, che non si era al corrente del rischi...». Perché? «L'Università di Napoli queste cose le ha spiegate e denunciate fino alla nausea». Di chi è la colpa? «Di chi ha dato i permessi edilizi: Comuni, Regioni». Il secondo fattore di causa? «Le abbondanti piogge. In questo periodo si è abbattuta la stessa quantità di acqua che, di solito, cade in quella zona in un anno». Siamo forse alle prime avvisaglie del cambiamento climatico di cui tanto si è parlato, prima a Rio, poi a Kyoto? «E' probabile. E arriviamo, a questo proposito, al terzo fattore di causa: la mancanza di controllo delle aree a rischio. Parliamo di un monitoraggio che dovrebbe essere capillare e che, invece, non si fa». Colpa della Protezione Civile? «No. La Protezione Civile interviene sull'emergenza. E' ben diverso il lavoro che si dovrebbe fare per evitare alle popolazioni tante sofferenze. Mi riferisco alla proposta di legge numero 2775 che, per molti mesi, ha "dormito" alla commissione Vili della Camera e che, da poco, sembra aver ripreso il suo iter legislativo». Una legge per evitare le alluvioni? «Esatto. Ha due aspetti molto importanti. Prima di tutto dà mandato alle Regioni e alle autorità di bacino di delimitare, in modo rigoroso, tutte le zone a rischio, con assoluto divieto di creare qualsiasi, ulteriore insediamento. Prevede anche il trasferimento di chi le abita, per il recupero delle aree fluviali». Onorevole Mattioli, sembra un lavoro titanico. Si tratterebbe di spostare centinaia di migliaia di persone. «E costa molto. Ma non c'è altro modo per difendere certe zone, e soprattutto la popolazione». Questo significa che, liberate le aree fluviali, si darà il via a un'altra ondata di costruzioni, «un po' più in là»? «Una minima parte riguarderà nuove costruzioni. Non dimentichiamo che in Italia ci sono 5 milioni di alloggi sfitti e di questi, non contando le seconde ca- se, oltre 2 milioni sono completamente inutilizzati. Senza dubbio sarebbe possibile trovare casa a chi viene spostato a tutela della propria incolumità». Il secondo aspetto importante della proposta di legge? «Sul territorio hanno compiti di vigilanza tante istituzioni, Snam, Enel, Guardia forestale. Manca, tra queste, un collegamento immediato in imminenza di pericolo. Le segnalazioni di rischio devono arrivare tutte alla stessa autorità responsabile, che la proposta di legge individua nella Provincia. Se riusciremo a mettere in atto questa struttura, avremo fatto gran parte della prevenzione». E i soldi? Ci sono? «Si devono trovare. Si sono trovati 1100 miliardi per gli allevatori che strillavano, ma per il suolo sono destinati soltanto 500 miliardi per il Duemila. La cultura della prevenzione deve diventare la cultura del governo che, se non investirà in questo campo, dovrà poi spendere cifre altissime, per non contare il costo delle vite umane, a disastri avvenuti». Quanto ci costano, oggi come oggi, le alluvioni? «Circa 7 mila miliardi all'anno». Daniela Daniele fa Nessuno venga a dire che non si sapeva e che non si era al corrente delrischi ■■ ££ Manca anche il controllo capillare di tutte le aree a rischio Una proposta di legge contro le alluvioni è rimasta bloccata alla Camera mm
Persone citate: Daniela Daniele, Gianni Mattioli, Guardia, Mattioli
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