Lippi: le crìtiche ci danno più carica di Angelo Caroli

Lippi: le crìtiche ci danno più carica Il tecnico rompe il silenzio, ma per parlare di Champions League, come impone l'Uefa Lippi: le crìtiche ci danno più carica «E non credo alla crisi delReal» TORINO. La Juve a lingua sciolta, anche se per un giorno, e a tema obbligato: Champions League e basta. L'allenatore è un esempio di abilità dialettica, sfiora un sacco di argomenti con il garbo dei diplomatici, elogiando (il Real), plaudendo e caricando (i suoi) ed evitando le trappole («Anch'io avrei tante cose da dire in questo momento di grandi rumori, lo farò a tempo debito»). Un metodo efficace per bonificare il clima avvelenato creatosi attorno alla sua squadra dopo il match con l'Inter. La finale di Amsterdam è lontana e vicina. E Lippi, dopo aver ammesso di non aver mai avuto contatti con il Real per un eventuale trasferimento, spiega il perché, confessando anche un segreto: «Più ci criticano, più ci carichiamo e abbiamo voglia di vincere. La finale è lontana, prima c'è un campionato da chiudere in bellezza, spero che la squadra sia tanto brava e fortunata da farlo già domenica. Così alla Champions League potranno pensare subito anche i giocatori, per ora concentrati sull'obiettivo primario, la gara col Bologna. Una Coppa non si prepara in 3-4 giorni, è successo l'anno scorso, quando affrontammo l'Atalanta di venerdì a Bergamo, in notturna, andammo a letto alle 4 del mattino e il martedì giocammo col Borussia, pagando lo scotto». Il Real, una tigre di carta, terza forza, almeno questo spiega la classifica. Lippi non abbocca e sorride: «Una partita non fa testo, nel bene e nel male. Se avesse dovuto lottare per il titolo non avrebbe perso col Real Saragozza. E non è tagliato fuori dalla Champions League, prossima edizione. Se consideriamo gli undici giocatori che scendono abitualmente in campo, il Real è più forte del Barcellona, che invece è più ferrato nella rosa. Il Real è insomma una grande realtà, con campioni in difesa, in mezzo al campo e davanti. Una squadra molto tecnica, con buoni palleggiatori. Raul, in attacco, dà rapidità e fantasia. Morientes ha perfezionato il complesso». A questo punto Lippi non si affida alle sole videocassette per studiare pregi e difetti del grande antagonista, «andremo a vederlo dal vivo, non avranno segreti da mostrare, come noi e come tutte le grosse realtà del calcio mondiale. Credo proprio che abbia le armi tecniche per vincere qualsiasi partita, come le abbiamo noi, e questo il primo segnale deirequilibrio che orienta l'attesa. I problemi recenti dei madridisti? Anche noi ne abbiamo denunciati, eppure vedete dove siamo?». Il pezzo forte del pomeriggio-armistizio viene servito quando Lippi spiega «come le incazzature per i veleni recenti non hanno intaccato la serenità dell'organico, anzi. L'incazzatura aumenta la nostra voglia di vincere, mentre la serenità ci mette nelle condizioni di poter battere gli avversari. Faccio un esempio attuale. Vedere i madridisti indossare la maglia con sopra stampata la Coppa Campioni è per noi uno stimolo in più». Atmosfera sdrammatizzata. Sorridono perfino gli inviati spagnoli. I quali ricordano che il sapore dell'arsenico italiano è arrivato fino da loro, in Spagna. Secca la risposta, come uno sparo: «Credo che nessuna squadra come il Real sappia quanto è difficile vincere. Solo chi vince molto ha questo problema». Parte l'ultima domanda («Cosa pensa dell'arbitraggio?») ed è respinta ai mittenti con la velocità del suono («E' l'ultima cosa a cui penso. Sono felice di disputare la 4a finale consecutiva in Coppa, la nostra gara più bella? Ad Amsterdam, 2-1 contro l'Ajax»). Stop. Da domani (fino al 17 maggio?) calerà di nuovo il silenzio sulle bocche bianconere. Angelo Caroli Del Piero: «Da un anno sto sognando la finale Io e Raul? Fantastico»

Persone citate: Del Piero, Lippi, Morientes

Luoghi citati: Amsterdam, Barcellona, Bergamo, Bologna, Spagna, Torino