E fra i vip spunta Mortadella
E fra i vip spunta Mortadella E fra i vip spunta Mortadella Ronaldinha guida le signore del tifo PARIGI DAL NOSTRO INVIATO Nel giorno in cui Aimé Jacquet convoca i suoi «grandi» cu Francia, l'Italia invade Parigi senza dimenticare a casa nulla del suo bello, stravagante, grottesco armamentario pallonaro. La tribuna Vip delle ultime avvelenate domeniche si ritrova compatta al conclusivo atto europeo di Lazio e Inter, guarda caso le squadre bloccate sulla strada nazionale da un paio di mosse azzeccate di Iuliano. Il Parco dei Principi, rimesso a nuovo con una spesa di 13 miliardi, accoglierà governanti come Nizzola e Carraro, rispettivamente presidenti di Figc e Lega, diligenti e tecnici di vari club con in testa il et azzurro Maldini. Tutti uniti dal desiderio di uscire dalla bufera. Ma, tra il variegato mondo dei palchi (da Fini e Rutelli esponenti prò Lazio della politica a Paolo Rossi e Max Pezzali uomini di spettacolo prò Inter) spicca l'elemento femminile. Ronaldinha (con tanto di sciarpa nerazzurra al collo) e le altre sono il segno dei tempi che cambiano. Non più grigi e monotoni ritiri. I giocatori della Lazio, addirittura, hanno lasciato mógli, tigli e fidanzate solo pochi minuti prima di partire per l'allenamento di rifinitura. Quelli dell'Inter hanno visitato la reggia di Versailles dopo aver provato a raggiungere inutilmente Parigi, un'ora di coda in pullman. Se i francesi si uniranno nel tifo agli interisti per via di Djorkaeff («30 biglietti non mi sono bastati per accontentare gli amici di origine armena») e Cauet, i supporters laziali sono più numerosi dei nerazzurri. «Noi siamo sereni» ha ripetuto spesso Simoni ieri sorridendo a una giornalista svedese: «Guardi che Hodgson dopo la sconfitta nella finale Uefa dell'anno scorso si è dimesso, non è stato cacciato. Comunque, io non me ne andrò». E, alla domanda: le piace Parigi? «Sì, ma non ho rubato io il quadro dal Louvre». Per la serie Juve-Inter continua. Non mancano infine gli ultimi «protagonisti» del nostro calcio-spettacolo. Nel ritiro dell'Inter si è materializzato Mortadella, al secolo Fabrizio Carroccia, il 34enne immortalato dai fotografi accanto a Baldas nella partita del Delle Alpi. Esibisce il suo regolare biglietto di tribuna: «Presidenziale, chissà vicino a chi capito?» si domanda il tifoso romanista. «Sono qui per gufare la Lazio, che male c'è? Mi piace il clima delle grandi sfide, ho visto l'Inter altre volte prima di Torino, nel derby ad esempio. E ad Amsterdam seguirò pure la Juve. Poi assisterò ai Mondiali. Lavoro, in uno studio notarile. Chi mi ha dato il biglietto? Un giocatore (Moriero, ndr). Ah, quello del Delle Alpi? Moggi no, sia chiaro, altrimenti partono le querele. Se lo conosco? Quando lo incontro lo saluto. Ma se non era per la Parietti che mi ha fatto perdere la testa, mica capitavo in quel box. Massi, l'ho vista e non ho capito più niente, mi sono infilato nel primo palco. Perché mi chiamano Mortadella? Perché Prodi mi assomiglia. Manno, è che quando seguivo la Roma mangiavo pane e mortadella». Il conte Visconti di Modrone, cresciuto con altri gusti culinari, si è sentito cornuto e mazziato: «Quel signore lì è stato mandato da qualcuno». Juve-Inter finirà? Che la Lazio si sia allenata sotto la pioggia e poi, uscito il sole, sia toccato all'Inter, non spaventa Eri ksson rimasto con soli 17 giocatori. Simoni non ha Bergomi, sarebbero state 720 nell'Inter per lo «zio» (e 109 in Europa). L'ex Winter dice che non comprereb be azioni Lazio, oggi men che meno. Fiato e fischietto all'incorruttibile spagnolo Lopez Nieto (denunciò la Dinamo Kiev per averci provato). Franco Battolato Nerazzurri più in forma, ma senza Bergomi; tra i biancocelesti assenze pesanti Basterà Casiraghi?
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