Lazio-Inter, derby a Parigi

Lazio-Inter, derby a Parigi Stasera si assegna la Coppa Uefa: nerazzurri in cerca di riscatto dopo le amarezze in campionato Lazio-Inter, derby a Parigi Ronaldo oMancini?L'Europa sceglie PARIGI DAL NOSTRO INVIATO La prima finale europea, la migrazione record di 15 mila tifosi, il debutto in Borsa. Comunque finisca al Parco dei Principi, oggi è un giorno storico per la Lazio. E dal clan biancoceleste traspare la tensione del grande appuntamento. «Siamo tutti un po' nervosi - confessa Eriksson -. Com'è giusto che sia per una partita così speciale. Vedo i ragazzi scalpitare, sento che il trionfo in Coppa Italia non li ha appagati. Sarebbe assurdo, con l'Europa che li guarda». Capitan Fuser rassicura il tecnico svedese: ((Abbiamo appena cominciato a vincere: vogliamo aprire un ciclo». E Casiraghi, che cerca un gol per raggiungere a quota 11 Giorgione Chinaglia in vetta alla graduatoria degli eurobomber biancocelesti, giura: «Vedrete una Lazio cattiva e arrabbiata: abbiamo ancora fame». Con cinque soli difensori a disposizione e pure Boksic ko, Eriksson non ha avuto molti problemi di scelta: «Va bene così. Spero solo di vedere in campo la bella Lazio del secondo tempo contro il Milan: grintosa e senza paura, magari con un Gottardi pronto a dare il colpo decisivo nel finale. Ho la sensazione che chi riuscirà a fare gol per primo, alzerà la coppa: noi e loro siamo i più bravi nel contropiede, con spazi a disposizione diventiamo davvero micidiali». Loro, però, in più hanno Ronaldo... «Niente da dire: è il migliore. Velocità, potenza e porta sempre nel mirino. Lo rispettiamo, ma non abbiamo paura. E poi, in campionato contro di noi ha segnato soltanto su rigore». «Il Pelato non ci ossessiona garantisce Fuser -, tanto più che all'Olimpico lo abbiamo già ben neutralizzato. Siamo serenissimi. E io, personalmente, non mi preoccupo nemmeno della presenza in tribuna di Maldini : non voglio sempre sentirmi' sotto esame. Quel che dovevo fare per meritarmi il Mondiale, l'ho già ampiamente fatto». Nonostante il cielo capriccioso di Parigi, c'è il sereno anche in casa Inter. Simoni non vede l'ora di tornare in panchina, dopo aver sofferto domenica da una postazione tv in tribuna il vano assedio al Piacenza: ((Abbiamo sciupato una grande occasione, ma è quella l'Inter che voglio. Servono soltanto un maggior desiderio di vittoria e qualche errore in meno sotto porta. Siamo stanchi, però dobbiamo dimenticare la fatica e giocare sui nervi: per decidere una finale secca basta un episodio». Può pesare in qualche modo il ricordo dello 0-3 subito due mesi e mezzo fa a Roma? «Questa è un'altra storia. L'ho già detto a inizio stagione: tecnicamente la Lazio è la squadra più forte d'Italia, ma adesso conosciamo meglio il suo gioco: calcio pratico ed essenziale, come il nostro. E poi, quei dieci punti in più per noi in classifica qualcosa vorranno pur dire...». Annuisce Aaron Winter, ex di turno, uno che in quattro anni di Lazio non ha vinto nulla. Uno, però, che con l'Ajax ha alzato la Coppa Coppe nell'87 e l'Uefa nel '92. Uno che nella scorsa stagione, all'esordio in nerazzurro, fallì il rigore che consegnò l'Uefa allo Schalke. «Vorrei tanto riscattarmi segnando il gol decisivo. Dal dischetto? Se capitasse, non mi tirerei indietro». Sarà l'aria di casa, ma il più inquieto sembra Djorkaeff, con Jugovic in campo stasera per la terza eurofinale consecutiva: «Inutile negarlo, sentiamo la pressione di non poter fallire. Se arriveremo secondi anche qui, per la storia questa Inter sarà rimasta a secco. E pioveranno sicuramente critiche». Roberto Condio Simoni scherza: «Se perdo non scappo, mica ho rubato io al Louvre! Siamo molto stanchi, giocheremo sui nervi» Eriksson: «Non siamo appagati dal trionfo in Coppa Italia; gli stimoli arrivano, con una platea simile» PRIMA FINALE UNICA E CE' IL GOLDEN GOL PARIGI. E' la prima volta che la Coppa Uefa si assegna in una finale unica in campo neutro (fino allo scorso anno si giocavano andata e ritomo). In caso di parità al 90', si disputano i supplementari, con la regola del golden gol: chi segna per primo vince. In caso di ulteriore parità, calci di rigore. Quella di Parigi è la 4a finale Uefa tra squadre italiane: nel '90 la Juve sconfisse la Fiorentina, nel '91 l'Inter superò la Roma, nel '95 fu il Parma a battere la Juve: L'ALBO D'ORO 1958Barcellona [Spa] 1960 Barcelona [Spa] 1961 Roma [Ita] 1962 Valencia [Spa] 1963 Valencia [Spa] 1964 R. Saragozza [Spa] 1965 Ferencvaros [Ung] 1966Barcellona [Spa] 1967 D. Zagabria [Jug] 1968 Leeds Utd [Ing] 1969 Newcastle Utd [Ing] 1970 Arsenal [Ing] 1971 Leeds Utd [Ing] 1972 Tottenham [Ing] 1973 Liverpool [Ing] 1974Feyenoord [Ola] 1975BorusslaM. [Ger] 1976 Liverpool [Ing] 1977 Juvenilis [Ita] 1978 PSV Eindhoven [Ola] 1979BorussiaM. [Ger] 1980EintrachtF. [Ger] 1981 Ipswich T. [Ing] 1982IFKGoteborg [Sve] 1983Anderlecht [Bel] 1984 Tottenham [Ing] 1985 R. Madrid [Spa] 1986 R. Madrid [Spa] 1987IFK Goteborg [Sve] 1988 Bayer L [Ger] 1989 Napoli [Ita] 1990 Juventus [Ita] 1991 Inter [Ita] 1992 A]ax [Ola] 1993 Juventus [Ita] 1994 Inter [Ita] 1995 Parma [Ita] 1996BayemM. [Ger] 1997Schalke04 [Ger] Nelle prime 13 edizioni si chiamava Coppa delle Fiere Ronaldo (a sinistra) e Mancini (sotto): il brasiliano è alla 2a finale, dopo la Coppa Coppe vinta nel Barcellona; il laziale ne ha giocate 3 ( I successo)