Tra curiosità e affidabilità le nuove frontiere delle notizie di Alessandra Comazzi

Tra curiosità e affidabilità le nuove frontiere delle notizie TIVÙ'& TIVÙ' =1 Tra curiosità e affidabilità le nuove frontiere delle notizie OLTRE allo sport sono i film, ad attirare ancora e soprattutto il pubblico televisivo. Due film, l'altra sera, si sono divisi la sua attenzione: «Qualcosa di cui sparlare», su Canale 5 (7 milioni 237 mila spettatori, secondo soltanto a «Striscia la notizia», 7 milioni 976 mila); e «Ferie d'agosto», 6 milioni 963 mila persone sintonizzate. Ancora una volta i numeri danno delle indicazioni, utili ai pubblicitari soprattutto, ma curiosi anche per tutti noi, se li vogliano leggere, e, magari, decifrare. Ma sono affidabili questi dati? Se lo chiedono sempre tutti, anche se poi si finisce per accettarne il linguaggio convenzionale. Lunedì, nella striscia «Report» di Raitre, quella che confronta la situazione italiana in vari campi della vita sociale con quella dei Paesi europei, Milena GabaneUi intervistava una delle cinquemila ((famiglie Auditel», quelle che hanno lo strumento chiamato «meter» sul televisore, che devono schiacciare svariati pulsanti per indicare il numero di persone, di casa oppure ospiti, che stanno seguendo in quel momento un certo programma. Quelli che, alla fine di un impegno annuale, ricevono un regalo simbolico, un ferro da stiro, un frullatore. Non abbiamo avuto difficoltà a individuare una di queste famiglie campione, diceva GabaneUi: noi non siamo interessati all'ascolto, ma che cosa può succedere per quelle trasmissioni che invece l'ascolto se lo contendono, con in ballo fior di miliardi? Ancora una volta non c'è risposta, ma il germe del dubbio rimane. Visto che si parla di audience, è opportuno tener conto di un'altra indicazione, che viene dal pomeriggio: «Tg2 costume e società», curato da Mario De Scalzi e condotto in questi giorni da Maria Concetta Mattei, è spesso il programma più visto di Raidue. Anche lunedì è stato superato soltanto dalle avventure di «Derrick», richiamando 3 milioni 600 mila spettatori alle due del pomeriggio. Ci deve essere un motivo per un successo così imponente, anche vista l'ora: quell'ascolto ormai è appannaggio di tante prime serate. Proviamo a vedere: vengono trasmessi alcuni servizi che nei telegiornali normali non trovano spazio, ma che evidentemente interessano. Perché sono originali, non ripetono le consuete litanie. L'altro giorno, a esempio, Giovanni Alibrandi ricordava Lady D dov'è l'originalità? Che si sottolineava il rischio di trasformare la tenuta di famiglia ad Althorp in una Graceland, il mausoleo di Presley. Si parlava della «Grande Princesse», una nuova, gigantesca nave, che, realizzata nei cantieri di Monfalcone (contiene circa 3500 persone, è altra 50 metri, larga 36, pesa 109 mila tonnellate, c'è persino un campo da golf a 9 buche) sarà inaugurata sullo stesso percorso del Titanic, Southampton-New York: nonostante il destino del transatlantico ispiratore, le prenotazioni sono tantissime, raccontava Marina Pagliaro. Alberto Severi si occupava di un gioco di società: un gruppo si riunisce in una villa di campagna per scoprire l'autore di un delitto, come mettere assieme Pieraccioni e Dario Argento. Gli accompagnatori per signora non si sono esauriti con Richard Gere «american gigolò», ma esistono, quelli inglesi li descriveva Marco Varvello. E infine Stefano Pietrantonio parlava del sindacato dei fan club, che si chiama «ululati dell'underground». Realtà sommerse, con due caratteristiche: la curiosità e nello stesso tempo la credibilità, Alessandra Comazzi

Luoghi citati: Monfalcone, New York