Il Senato boccia Arlacchi

Il Senato boccia Arlacchi Il Senato boccia Arlacchi Droga, no all'accordo con i talebani IL CASO PIANO ONU ANTA EROINA ROMA I L Senato si oppone al piano H anti-droga dell'Onu per l'Afghanistan, preparato dall'agenzia «Undcp» guidata dall'italiano Giuseppe Arlacchi. Due precise mozioni in merito sono state approvate ieri dall'assemblea di Palazzo Madama. Anche il sottosegretario aghi Esteri, Rino Serri, è intervenuto in aula ed ha espresso dei «dubbi», soprattutto in merito a dei «problemi irrisolti» nell'accordo fra l'Onu e Kabul, dove governa la guerriglia fondamentalista dei talebani. «L'auspicio - spiega Rino Serri - è che l'accordo fra Nazioni Unite e talebani per debellare la coltivazione della droga avvenga nel pieno rispetto dei diritti umani, impedendo inoltre ai fondi stanziati dalla comunità internazionale di andare a finanziare la guerra in corso». • Il programma varato dalla task force prevede una serie di interventi finanziari per porre fine su scala mondiale alla coltivazione degli stupefacenti ed uno dei primi passi dovrebbe aver luogo in Afghanistan, crocevia delle rotte dei traffici di droga fra Oriente ed Occidente. Ma la prospettiva di un accordo con i talebani è contestata a causa della rigida applicazione della legge islamica imposta a Kabul da un governo finora riconosciuto da tre soli Paesi (Arabia Saudita, Pakistan ed Emirati Arabi Uniti). Il primo a criticare Arlacchi era stato alcune settimane fa il commissario europeo, Emma Bonino, impegnato in una campagna .internazionale per denunciare la violazione dei diritti umani e, in primo luogo, delle «Donne di Kabul». Le mozioni approvate ieri mattina a Palazzo Madama hanno fatto in gran parte proprie le tesi di Emma Bonino. I due documenti infatti - presentati rispettivamente dal gruppo di Forza Italia e da 82 senatori dell'Uli¬ vo e di Rifondazione comunista - chiedono una vera e propria «moratoria» del programma dell'agenzia dell'Onu «fino al raggiungimento del pieno rispetto dei diritti umani in Afghanistan». «Non voghamo alcun tipo di riconoscimento di fatto del regime dei Taleban», ha detto il vicepresidente del Senato, Ersilia Salvato (Rifondazione), spiegando la sua chiara opposizione ad un accordo fra l'Onu e Kabul. Più cauta la posizione di Serri che riconosce «il valore del¬ l'iniziativa coraggiosa di Arlacchi contro la produzione di droga» ma ritiene legittimo auspicare che l'accordo «divenga operativo nel rispetto dei diritti umani». E in proposito l'agenzia guidata da Arlacchi qualche risultato sembra già averlo ottenuto con l'assenso dei talebani all'assunzione di donne (a cui è invece impedito di lavorare) in una fabbrica che dovrà essere costruita in sostituzione delle coltivazioni di oppio. Le critiche italiane al piano Arlacchi vegono accolte con qualche perplessità negli ambienti del Palazzo di Vetro. «L'Onu - spiega una fonte diplomatica - non ha alcuna intenzione di riconoscere i talebani ma le sue agenzie, da sempre, trattano con tutti, dittatori compresi, per difendere i diritti delle popolazioni interessate». [m. mo.] Ulivo, Rifondazione e Forza Italia «Il governo di Kabul non rispetta i diritti umani, l'intesa va fermata» Un diplomatico delle Nazioni Unite «Nell'interesse delle popolazioni noi trattiamo anche con i dittatori»